Post mortem

E Bruxelles in tempi movimentati di militari ancora per strada cerca immune di mantenere quella sua aria spensierata, nelle piazze tra i mercati, sulle terrazze in un bicchiere, mentre il traffico d'ufficio e impegni torna ad installarsi vorace dopo la lunga pausa estiva, c'è qualche sprazzo di sole settembrino che invano tenta di scacciare i soliti lamenti circolari di un giugno troppo uggioso, c'è anche chi è partito proprio a causa degli attachi, perché non più sicura la città o la percezione che ne aveva. Ma Bruxelles continua. C'è chi ad ogni vagone della metro si gira intorno sospettoso alla ricerca del potenziale terrorista tra la facile discriminazione per una barba troppo lunga e il cellulare che richiama all'attenzione nello stream incalzante d'informazioni, ma c'è anche chi ha già dimenticato perché la vita inghiotte avvenimenti senza tregua ed ecco subito la prossima sfiga quotidiana da affrontare. E ahimé c'è anche chi s'è abituato a vederli nella metro, per strada, da quasi un anno, i militari giovani e un po' stanchi, qualcuno ti saluta al passaggio perché ha voglia di normalità, altri lasciano il corpo lì di guardia mentre la mente è già altrove. E Bruxelles rischiara.
Un anno di silenzio in questo blog non rende giustizia alle tante draft accumulate per pubblicare qualcosa, proviamo a ripartire.
Sprout to be Brussels, una delle tante initiative per risollevare un po' Bruxelles.