tag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post8779620214125381780..comments2024-01-20T19:18:33.397+01:00Comments on Forse per caso a Bruxelles: Tre anni altrove (o anche all'estero)andimahttp://www.blogger.com/profile/15283912114012443518noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-78284438181723487182010-11-24T22:33:29.259+01:002010-11-24T22:33:29.259+01:00questo post, con stile spettacolare, spiega l'...<a href="http://incomaemeglio.blogspot.com/2010/06/ontologia-dellitalianita.html" rel="nofollow">questo</a> post, con stile spettacolare, spiega l'essere italiano, e non poteva mancare in questo post.andimahttps://www.blogger.com/profile/15283912114012443518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-21135627317874481162010-11-20T21:43:05.801+01:002010-11-20T21:43:05.801+01:00bel post :-)
Andreabel post :-)<br /><br />AndreaZax (Andrea)https://www.blogger.com/profile/12482703439695956868noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-89795453171625254972010-11-16T23:42:46.361+01:002010-11-16T23:42:46.361+01:00E' un bellissimo post in cui mi ci ritrovo.
Or...E' un bellissimo post in cui mi ci ritrovo.<br />Ormai da anni non ho più patria, mi sento apolide e sono fiero di esserlo. Patria è solo un concetto che alcuni uomini dell'antichità, stanchi di viaggiare come nomadi, si sono inventati per nascondere la verità: che l'uomo sedentario non può crescere, non può vivere liberamente se rimarrà nello stesso posto dove è nato fino alla sua morte.<br /><br />E come dico sempre: per noi non esistono mete da raggiungere, il viaggio stesso è la meta.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-49478393251184552992010-11-15T23:44:51.901+01:002010-11-15T23:44:51.901+01:00@Daphnae
E allora anche tu avrai tanti pensieri, t...@Daphnae<br />E allora anche tu avrai tanti pensieri, tante cose da raccontare, tante riflessioni raccolte durante un viaggio sicuramente intenso, che non può che continuare;)<br /><br />@Anonimo<br />grazie:) ma ammetto che tante riflessioni meriterebbero più spazio mentre altre più tempo, più incubazione, e non è facile capire tre le due, per non cadere nel silenzio perenne o nello sparare caxxate. Alla fine condivido ed i commenti mi aiutano a sviluppare molti di questi pensieri.<br /><br />@ilmisci<br />Sono d'accordo sul dividere la gente attraverso quel senso di patria innato e fortissimo e sul controllarne poi in parte emozioni e stimoli attraverso quell'attaccamento, quell'appartenenza coltivata e radicata, esattamente come le religioni, anch'esse nate da una educazione, da un bisogno umano di appartenenza e risposte, di fede; però allo stesso modo sono convinto che la diversità sia essenziale, perché ricchezza e base della nostra evoluzione. I due concetti non cozzano, perché si può conservare e rispettare il diverso senza dover porre la propria cultura in cima ad ogni cosa, si può capire d'avere una nazionalità soltanto per una coincidenza di eventi e allo stesso tempo condividerla e riceverne di nuove, aprirsi al diverso senza l'utopia di creare un unica nazione un'unica cultura. Ecco, se capisco che di base siamo tutti uguali, non significa che voglio una realtà di persone tutte uguali, non voglio annientare le culture amalgamandole in un mix che terminerebbe in una ipotetica supercultura mondiale; voglio sicuramente preservare quelle diversità ma con la coscienza di non aver nessun diritto, nessun orgoglio, nessun privilegio su questa o su quell'altra, e di identificarmi in una ben precisa soltanto per educazione, per coincidenze, appunto. E' attraverso questa coscienza delle cose che si possono applicare diversi filtri e apprezzare di più le altre culture e probabilmente anche la propria, secondo me.andimahttps://www.blogger.com/profile/15283912114012443518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-5039825613392131292010-11-15T21:32:59.305+01:002010-11-15T21:32:59.305+01:00Post molto interessante, io ho da poco superato i ...Post molto interessante, io ho da poco superato i quattro anni di vita altrove, e mi ritrovo in molte delle tue considerazioni. <br />Gramsci diceva che i simboli di una nazione: l'inno, la bandiera, l'esercito con le sue divise e i suoi rituali, le parate e il protocollo sono tutti simboli voluti per creare un'identità che divida la gente, che la renda più facile da controllare e da dirigere. <br />Anche senza scomodare Gramsci, è forse vero che siamo quello che siamo per il luogo in cui siamo nati e cresciuti, per le esperienze che derivano dal crescere a Napoli piuttosto che a Brussels o a Bucarest. <br />Cittadini del mondo, e nulla più, forse questo è quello che siamo realmente.ilmiscihttp://www.piataunirii.wordpress.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-36000743117092916712010-11-15T11:16:57.594+01:002010-11-15T11:16:57.594+01:00Spero che leggano in tanti questo bel post, ottime...Spero che leggano in tanti questo bel post, ottime riflessioni ed originali!<br />psAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8384770454742778292.post-52266056060682166772010-11-15T01:04:52.017+01:002010-11-15T01:04:52.017+01:00"Capisci, dopo tre anni fuori, che il viaggio..."Capisci, dopo tre anni fuori, che il viaggio più importante non è attraverso terre, isole e mari, ma dentro di te, perché andando altrove ci si impara a conoscere internamente attraverso il diverso, affrontando esperienze altrimenti rare se non addirittura impossibili tra le quattro mura amiche"<br /><br />quant'è vero! bellissima riflessione la tua, che condivido pienamente! difficile spiegare queste sensazioni a chi non le ha vissute in prima persona... ora che mi ci fai pensare io sono partita il 2 maggio 2007, ormai fanno 3 anni e quasi 7 mesi! :)Anonymousnoreply@blogger.com