Il maniaco sul treno verso Napoli

Ieri ero sul treno diretto a Napoli, dove mi aspettava la freccia rossa diretta a Roma, dove mi aspettava il volo diretto a Charleroi, dove mi aspettava l'autobus di rientro a Bruxelles (e per finire, il taxi fino a casa). Partire alle 8 di mattina dopo una serata a salutare amici non è sicuramente il viaggio ideale, con gli occhi semichiusi ancora pieni di sonno. Prendo subito posto vicino al finestrino, perché il fascino del treno è anche perdersi nel paesaggio che scorre veloce e con esso i mille intrecci di pensieri dei ritorni a casa e ripartenze veloci. Il vagone semivuoto a quell'ora e ognuno è mezzo accasciato sul proprio sedile, probabilmente ancora immerso in un sonno profondo o cercando di ricordare il sogno interrotto dalla sveglia maledetta.
D'improvviso un signore sulla 60ina si affianca, distinto ed educato. Ha un problema con il cellulare, non riesce a capire un messaggio di errore. Può essere mio nonno - penso - vediamo che problema ha. Alla fine è una sciocchezza, un numero di segreteria errato o qualcosa del genere. Inizia a chiamare qualcuno, parlando in napoletano abbastanza stretto. Poi mi chiede le solite cose, dove vai, sei studente, lavori, ma le mie risposte sono brevi, tra sonno e riservatezza.
All'improvviso sento la sua gamba che sfiora la mia. Di nuovo. La sposto con disinvoltura avvicinandomi al finestrino. Sento di nuovo quella gamba strofinarsi alla mia. Stai calmo - penso, muovendomi di nuovo - è solo la tua immaginazione, non può essere, dai. Ma il signore torna a strofinare la sua gamba alla mia e addirittura muove il suo piede in mezzo ai miei! A quel punto mi volto e me lo trovo faccia a faccia. Vuoi venire in bagno con me? - Mi bisbiglia. Tra i mille rumori del treno, spero di non aver capito bene e tutto quello che riesco a balbettare tra stupore e incredibilità è un C-o-s-a?. Ti piacerebbe masturbarmi? - Mi sussurra ancora, puntandosi la mano in mezzo alle gambe dove una protuberanza lasciava poco spazio ad incertezze e dubbi.
Per un attimo, un secondo, ho pensato di ammazzarlo, lo ammetto. Forse lui me lo legge in faccia - Zitto, zitto, non dirlo a nessuno.
Mi scusi un attimo, devo prendere una cosa in valigia - dico e mi faccio spazio per passare, cercando di mantenere una calma fredda e silenziosa. Poi prendo lo zaino e mi sposto qualche fila più avanti, senza voltarmi, senza dire nulla. Mi siedo ed un senso di disgusto, di sconforto, di pena e di sporcizia mi assale. Mi son sentito violentato, come se soltanto quell'idea, quello strofinio, quell'intento avessero lasciato tracce indelebili sulla mia persona.
Finalmente Napoli, non ho mai desiderato così fortemente quella stazione, mi dirigo veloce verso il mio posto nella freccia rossa. Son rimasto tutta la giornata nervoso, traumatizzato, d'umore inquieto, pensando a tutto quello che avrei potuto o dovuto fare e a quel vecchietto, quella mente malata, quelle poche parole d'un peso enorme.

13 commenti:

TopGun ha detto...

Le donne, purtroppo ci sono abituate, causa machoman che se ne vanno in giro sentendosi autorizzati a buttarsi a pesce sulla preda.

Ma pensa un rattuso di questi che avvicina un bambino o una bambina...
io al posto tuo avrei fatto lo stesso, ma forse una scarica di calci gli avrebbe fatto passare la voglia in futuro chi sa.
perlo di calci, pensando ad una bestia simile che avvicina un bambino...

terribile.

p.s. recuperando un pò di sorriso, se non altro se ti capitano queste cose, vuol dire che piaci dai! LOL

orma ha detto...

Ecco cosa si prova. Ecco cosa prova la tua ragazza. Ecco cosa provano le donne, alcune anche quotidianamente o quasi.
Mi dispiace, capisco il senso di schifo che ti è rimasto addosso.
E capisco il senso di intrusione e violazione del sè che lasciano interdetto e riesci solo a scansarti, quando sarebbe giusto denunciarli al capotreno.

Anonimo ha detto...

adeeso capisci come si sentono le donne quando incontrano giòò....;)

Anonimo ha detto...

Perchè non lo hai denunciato alla polfer? Un soggetto del genere potrebbe fare in futuro del male ad altre persone.

pedro ha detto...

lo so che è facile da dire, tranquillamente seduti e davanti ad un monitor, ma non avresti dovuto scappare o abbassare la testa.
questa gente merita una lezione, ed intendo una lezione violenta.

un conto è approcciare qualcuno, magari tampinare, ma importunare è una violenza.

alle donne, oltre ad esprimere la mia solidareità, consiglio di alzare il ginocchio verso la parte 'pretuberante'.
il viscido si abbatte solo cosi'.

TopGun ha detto...

Andima ma il vecchio caro R2 con lo snodo in mezzo...lo hai mai preso?
quell'autobus è una scuola di vita!

andima ha detto...

@Top
spero che le donne non si abituino mai a cose del genere, a sensazioni del genere, altrimenti e' l'ennesimo indice di una società che fallisce e che deve ancora, ancora, ancora migliorare tanto

@orma @Anonimo
si', ho sentito l'impulso fortissimo di andare via, ma avete ragione, con il senno di poi avrei dovuto denunciarlo immediatamente, non tanto per me quanto per il futuro, per qualche ragazzo o ragazza, possibili vittime di domani

@pedro
l'idea della violenza mi e' passata per la testa per un secondo, ho sentito il tremolio alla mano tra nervosismo ed incredulità, ma poi me ne sarei pentito. La cosa giusta da fare era denunciarlo, ma una sensazione non facile da descrivere, quel disgusto profondissimo, mi han fatto lasciare tutto.
E primo di denunciarlo, almeno sputarlo in faccia, quello pure, lo avrei dovuto fare.

andima ha detto...

@Top
ma l'R2 e' quello che dalla stazione arriva fino a via duomo? Non ricordo bene, se e' quello l'avrò preso un paio di volte quando lavoravo a Napoli d'estate, ti posso dire che anche lavorare come scattino tra Edenlandia e MagicWorld erano lezioni di vita, nel loro piccolo ovviamente

TopGun ha detto...

si ci passa.
è la linea paizza Garibaldi\ Piazza trieste e trento e ritorno, che si fa tutto il rettifilo.

Un covo di rattusi e borseggiatori.
ne ho sempre viste di tutti i colori, comprso donne litigare animatamente.

S t E ha detto...

:\

Freddy ha detto...

Concordo, prima lo picchiavi, poi lo denunciavi alla polfer.

Anonimo ha detto...

ma sei un uomo o cosa? dovevi gonfiarlo, sto buliccio. ma pensa te. ma sei un bambino? eppoi come si sentono le donne... ma piantatela, come se tutti i maniaci importunassero voi.siete una manica di str.

andima ha detto...

@Anonimo
amen