Mentre ieri eravamo all'aeroporto Barajas in fila per il volo che ci avrebbe portato dal sole vacanziero di Madrid alla pioggia casalinga di Bruxelles, iniziamo a parlare con il ragazzo di fronte, spagnolo dell'Andalusia dall'espressione simpatica. Siccome annunciano un ritardo ancora da definire, che poi si tradurrà in un'ora e più d'attesa, si inizia a parlare del più e del meno e partendo dai classici commenti sul clima fino al tipico di dove sei-cosa fai-da quanto tempo l'argomento cade sulle amare realtà del lavoro in Spagna.
Jorge è diretto come noi a Charleroi, ma vive ad Anversa, nel Belgio del nord, delle Fiandre popolate di bici, dove il nederlandese è vitale e l'inglese si preferisce al francese. Ha gli occhi chiari ed il pelo biondo che quasi sembra davvero un belga del nord, se non fosse per quell'accento chiaramente andaluso.
Ah vivete a Bruxelles? Lavorate per la Commissione? - Ci chiede con l'aria di chi sa già la risposta, ma rimane un po' sorpreso quando gli confessiamo che nessuno di noi lavora per i famosi palazzoni di vetro, quasi come se Bruxelles fosse solo quello, almeno agli occhi degli stranieri.
Vivo ad Anversa da oramai 4 anni - ci racconta - dopo un Erasmus spettacolare a Ghent, bella ma troppo piccola per lunghi periodi. Quattro anni sono tanti e mi sento un po' in bilico adesso, tra l'andare via o il rimanere in Belgio per sempre. Ci ho provato a cercare lavoro in Spagna ma non ha senso. La disoccupazione in Andalusia al momento è quasi al 30%, io sono di una cittadina vicino Granada e a Granada la disoccupazione è del 25%! - Si ferma con gli occhi dilatati ed espressivi, mentre una nostra smorfia tra amarezza e coscienza delle cose gli risponde silenziosa - Significa che se incontri quattro persone per strada a Granada, probabilmente una di loro non ha un lavoro!
Jorge abbassa gli occhi, fissa per un attimo la valigia ai suoi piedi e poi continua. Ci ho provato - ci dice - ci ho provato a cercare lavoro in Spagna in questi anni, ma niente. Sono informatico, a Granada avevo trovato il lavoro perfetto per me ma... sai quanto mi hanno offerto alla fine? 800 euro al mese! Sì... potevo viaggiare da casa, vivere con i miei, tornare a vivere con i miei e rimanere in Spagna, con la mia lingua, i miei amici, le cose che mi piacciono, ma 800 euro al mese... sembra quasi uno scherzo! - A quel punto Jorge sorride, ma non c'è divertimento nelle sue parole - Poi mi chiamarono per un lavoro a Barcellona - continua - richiedevano 4 lingue, che requisiti sono questi per un informatico? Quattro lingue? Va bene, io parlo spagnolo, inglese, nederlandese e francese. Perfetto! I colloqui andarono una meraviglia, pensavo di avercela fatta e alla fine? L'offerta era di 900 euro al mese! N-o-v-e-c-e-n-t-o. Sono un ingegnere informatico cxxx, parlo 4 lingue e all'estero mi apprezzano per questo! Il sole, la festa, il mangiare, la famiglia e gli amici valgono tanto ma la mia dignità? Non mi abbasso a questi compromessi, preferisco rimanere ad Anversa e tornare qui spesso ma con la testa alta!
Poi Jorge si ferma, è chiaramente un po' agitato, magari anche un po' nervoso per il ritardo del volo o soltanto perché certe realtà non si digeriscono facilmente con il tempo e sono come una continua amarezza in gola, che accompagna l'emigrato come un senso misto di delusione e rinuncia obbligata.
Ci chiede scusa per lo sfogo e ritrova subito il sorriso quando gli offriamo una rosquilla che portavamo da casa. Chiude per un attimo gli occhi, di gusto, probabilmente quando il sapore dolcissimo di quella ciambellina spagnola gli si scioglie in bocca. Poi ecco finalmente lo schermo che si aggiorna e da delayed il messaggio in basso cambia in boarding, con annesso sollievo della lunga fila in attesa. Jorge afferra la sua valigia e ci augura buon viaggio. Da Madrid a Charleroi per arrivare poi ad Anversa lo attenderà davvero un lungo viaggio, ma lui è felice di tornare in Belgio, sulla sua bilancia dei compromessi quel volo gli vale probabilmente il sorriso e quella destinazione per il momento è quella giusta.
9 commenti:
riporto alcuni commenti interessanti da google reader:
Anonimo - ma la dignita' si misura in euro?
andima - no, ma il potere di acquisto e la soddisfazione personale penso che contino.
per potere di acquisto non intendo comprarsi un iphone ma pagarsi un affitto per esempio, e non vivere con i propri genitori, ecco questa già è una soddisfazione personale che conta nella misura della propria dignità. Se devo chiedere i soldi ai miei a 28 anni, con 4 lingue ed una laurea in informatica, beh la mia dignità personale sicuramente ne risente, no?
Ma è al primo lavoro o ha già anni di esperienza?
Se no anche in Italia è la stessa solfa, Milano inclusa.
@vinz
credo abbia esperienza, lavorando da 4 anni ad Anversa, ma non conosco molti dettagli, e' stata una conoscenza, una chiacchierata di un'oretta, anche per questo non mi sono lanciato in considerazioni troppo profonde e ho preferito riportare i punti della conversazione che più mi hanno colpito.
Cmq anche io ho pensato subito a diverse connessioni possibili con il sistema Italia. Anche se, devo dire che parlando con diverse ragazze di Madrid, amiche della mia ragazza, mi han dato un'immagine di Madrid non troppo immersa nella crisi, almeno in quanto a lavori e stipendi, ma si sa, chi ha già un lavoro sicuro ha una visione totalmente diversa da chi tenta di trovarne uno.
p.s. comunicazione di servizio: sembra che usando Chrome, il link per postare commenti ignori il click. Qualcuno me lo conferma? Sono troppo pigro da metter mano per l'ennesima volta al css autogenerato di blogger.
si vede che gli spagnoli non hanno i piedi leggeri degli italiani...
;)
mi è piaciuto questo post.
un post, una persona, una storia.
Auguri a Jorge.
..è il mio primo "Intervento" in questo blog. Tralascio i complimenti, anche se doverosi per chiarezza ed un pizzico di avvolgente senso di amicizia che aleggia quì.
Leggendo il titolo di questo post (ho pronunciato le stesse identiche parole), mi è ritornato alla mente un discorso fatto un po di gg fa con degli amici riguardo l'emigrazione. Siccome mi appresto ad esser emigrante (proprio a Bruxelles, non a caso quindi ho cominciato a leggere questo blog da cima a fondo alcune sett. fa :) .. quando ho detto loro che stavo facendo i "bagagli", con un po di tristezza hanno aggiunto: "anche tu, vai via". In effetti molti sono gli amici e conoscenti che hanno lasciato la mia terra con rammarico(campania, nota per la sua ricchezza di lavoro e qualità della vita). Il punto è questo dicevo loro c'è chi emigra per NECESSITA'e disperazione, chi per DIGNITA' e scelta, "..Da Madrid a Charleroi per arrivare poi ad Anversa lo attenderà davvero un lungo viaggio, ma lui è felice di tornare in Belgio, sulla sua bilancia dei compromessi quel volo gli vale probabilmente il sorriso e quella destinazione per il momento è quella giusta." ...Jorge ha scelto con dignità.
@fugace.mente
scusa per la risposta con ritardo ma son stato una settimana off, vacanze necessarie:)
Grazie per essere passato da qui ed un grosso in bocca al lupo per la tua imminente esperienza all'estero. Se ti va, qui puoi condividere le tue impressioni su Bruxelles e sul mondo dell'emigrante, cosi' come faccio io in modo da confrontarsi e cercare di vedere le cose da più punti di vista.
Ah, sono campano anche io, da n-generazioni, dove n si perde nel tempo, e di ritorno proprio da una vacanza nelle origini, vacanze che fanno sempre tanto riflettere, dove si trovano conferme per le scelte fatte ma anche tanta malinconia e non e' facile riassumere tutto in poche righe ne' ripartire ogni volta e lasciare alle spalle, ma c'e' tanto da raccontare e c'e' un blog, meglio non ripetermi:)
(Sono 2 gg che, ogni volta che mi siedo davanti al pc per scrivere, accade sempre qualcosa che mi costringe ad interrompere .. uff ) ci riuscirò.
Primo, grazie per il "benvenuto".
I tempi son quasi maturi, mancano un paio di cosine da mettere in riga più un brevissimo soggiorno bruxellese per dei puntini sulle "i" e poi comincerà questa nuova "avventura".
Son lieto di sapere che abbiamo gli stessi natali, non ne comprendo bene il motivo, forse per "cameratismo"(anche se ci credo poco)o forse probabilmente perchè ti riesce più facile comprendere il discorso di cui sopra e la malinconia.
Cmq, la mia "fortuna" è che posso portarmi il lavoro ovunque (pittore e ceramista) ed ai fini dell' "emigrazione", questo è un aspetto che non poco aiuta nel fare "salti" come il mio\nostro.
Non so per voi com'è andata..se avete scelto o c'è stata una forzatura.
Credo però che arrivi un momento, una fase in cui ci si ferma, si guarda indietro, si tirano delle somme e si fa un totale (forse la soglia dei 31 anni, qualche peso lo ha .)
A conti fatti cmq, ho deciso di cambiare, lasciare (quasi) tutto e ricominciare.
Qui, progetto e realizzo forme, decori e colori per un innovativo laboratorio ceramico; questa è una passione che non vorrei lasciare sull' assolata costa d'Amalfi, ma portarmi nella plumbea Bruxelles.
Ho rigirato il web come un calzino, ma non ho trovato nemmeno un microscopico laboratorio ceramico ne un ceramista "casalingo".
Credo che qualcuno a Bruxelles giochicchi con creta, smalti e forni (quantomeno per incantare una Demy Moore del nuovo millennio.)
A tal proposito chiedo il vostro "aiuto": voi, ne avete notizia?
@fugace.mente
devo informarmi, al momento non saprei dire, non conoscendo il settore e non avevo visto molto in giro, ma ho come l'impressione che qualcosa del genere o cmq qualcosa di affino si trovi, ovviamente dipende sempre se ci si muove per aprire qualcosa in proprio o per collaborare/lavorare per altri.
In entrambi i casi, in questo settore probabilmente la conoscenza della lingua (e forse addirittura delle lingue, francese e olandese) potrebbe essere determinante, ma, ripeto, sono solo impressioni miei da non prendere per verità assolute.
La cosa pero' sembra interessante, provo ad informarmi di piu' anche se devo capire da dove iniziare:) Magari girando per il centro ma non nelle vie commerciali dove grandi marche e catene internazionali oramai colorano ogni metro quadrato.
Ah, qualsiasi aggiornamento e' gradito, fa sempre piacere ricevere informazioni di esperienze altrui per condividere e conoscere.
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