Muffa

Il freddo che decide d'attaccare l'epidermide scoperta non perde certo tempo a tagliuzzare ed arrossare, dalle orecchie al naso, cercando di vincere la battaglia e imporre la ritirata in un bar, un negozio o casa di qualcuno, ovunque non risponda nebbia ad ogni respiro ed il collo possa lasciare la pressione sulle spalle e tornare a guadagnare centimetri d'altezza. Ovunque è casa sua, questa volta, lui che non si decide a lasciar le lenzuola e vi costringe ad una visita improvvisa quando però c'è tempo e voglia anche per queste cose. In fondo, son vacanze. C'è puzza di muffa qui - esclama uno del gruppo - quando forse sussurrare sarebbe stato più opportuno. Delicati, voi, non lo siete stati mai. C'è puzza di muffa qui e gli si arricciano le narici, s'inarca un sopracciglio e lo sguardo diventa quasi intelligente, ma solo per un attimo. Certi attimi, a vederli, non è facile. Ci hai provato pure tu, ad annusare per qualche istante ma niente, niente muffa per te.

Il calore che decide d'abbracciare tutti intorno al tavolo, finalmente nell'angolo di un bar, non perde certo tempo a trasmettere benessere e rilassare i muscoli del viso, quasi fosse una grossa carezza, quasi risvegliasse sorrisi intimiditi, che loro, i sorrisi, son come luci contagiose. Quando son sinceri, però. E sinceramente ti perdi un po', quando si parla soltanto dei tacchi delle ragazze, che van di moda quest'anno, altissimi, sembra, e di come da un tacco si possa supporre l'intera persona con aggettivi in dialetti stonati. Tu, con i tacchi, mai andato d'accordo. E ti perdi anche quando c'è chi insiste che lui, un figlio omosessuale, lo sparerebbe nella culla. Solo, nella culla, non è facile. Ma non hai il tempo d'approfondire, che c'è chi ha quasi un bisogno vitale nel riservare un tavolo in una discoteca di tendenza, quasi rappresentasse sangue blue nelle vene. Un tavolo, addirittura riservato, manco a casa ce l'hai. E all'improvviso ti si arricciano le narici, ti s'inarca un sopracciglio e lo sguardo diventa quasi intelligente, ma solo per un attimo. Sì, proprio lei. Puzza di muffa. Doveva essere l'alito di chi vantava il costosissimo regalo di natale alla ragazza. Puzza di muffa. O chi attaccava il pippone che le cose che aveva mangiato lui, qui, a sud, a natale, te le sognavi a Bruxelles. Tu, se per avere quelle cose a tavola, a Bruxelles, devi portarti mamma con te, no grazie.

Quando rientri con la testa gobba, inchinata al freddo vincitore, metti una mano davanti la bocca e t'aliti tra le dita, preoccupato. Arricci le narici. Inarchi un sopracciglio. Lo sguardo, non lo so, se diventa quasi intelligente. E per un attimo quasi tentenni, se ce l'hai pure tu, la puzza, la muffa. Un po', è probabile. Corri a domandare a Google, preoccupato: segno di decomposizione... scarsa ventilazione d'aria... si manifesta prima con piccoli puntini, poi si espande... spesso uccisa dalla luce diretta del sole. E tanto altro.
Che si espande, lo avevi capito. Che mancava l'aria, pure. Che dove c'è tanto sole non dovrebbe esserci, strano. Mi sa che t'ha distrutto la metafora, il sole, lì, a sud. Peccato. Niente muffa, forse. La puzza, però, c'era.

7 commenti:

Belguglielmo ha detto...

Che dire, applausi.

elle ha detto...

odio la puzza di muffa, sia quella spudorata che si sente subito che quella subdola che s'insinua piano. almeno per la prima ho le mie armi, tu non le hai ancora sviluppate? :)

Anonimo ha detto...

Bisogna tagliare i ponti con certe persone, non ci sono altre possibilità secondo me. Un altro aspetto positivo di essere andati via.

Marco - Osio ha detto...

quoto gatto, ma devo dire che non è certo facile
(casi della vita: da 2 giorni sono in una situazione del genere, potenzialemnte "esplosiva", e devo ammettere che non è facile da gestire).

andima ha detto...

@Belgugliemo
che dire, grazie:)

@elle
si' che ne ho sviluppate, ma poi non riesco a non trattenere e devo condividere, scrivendo qualcosa sul blog ;)

@gatto @Marco
probabilmente si', ma ad alcuni ponti ci si e' affezionati per svariati motivi e non si può far a meno di passar del tempo con loro, cercando di dimenticare quello che di loro oramai non si condivide più, anzi si negherebbe e allontanerebbe senza troppi problemi, pensando anche che se fossi rimasto li' probabilmente l'avrei vomitata anche io qualche frase del genere e infatti non mi escludo della muffa addosso. Ci vuole tempo. E autocritica. E tanto altro:)

tt ha detto...

azzeccato. quello che ho notato io con sorpresa (prima non me ne accorgevo) è la chiusura netta di molti verso altri paesi (europei!), quasi facesse paura anche solo immaginare di potervi abitare. e giù di stereotipi: "i belgi? dei coglioni"..."a Londra tutti quelli che ci vanno, finiscono per lavare i piatti"...
tutto ciò accade a Milano, che pensavo città relativamente aperta e "internazionale"...

andima ha detto...

@Fra
ti capisco perfettamente. Purtroppo sono svariate le cause di certi commenti e ognuna ha le sue "ragioni", spesso sono solo per ignoranza, di chi non ha mai mosso il proprio naso fuori dai confini conosciuti o di chi ha viaggiato ma con il corpo e non la mente; ma anche per difesa, difesa verso chi si crede venga a venderci qualcosa di migliore addirittura con inganno, luogo comune di credere di vivere nel paese con la migliore qualità di vita del mondo e di qualsiasi altro modo ancora sconosciuto; o ancora il patriottismo, quello che pur di difendere il proprio paese davanti ad un ambasciatore della possibilità di andare all'estero, beh pur di difenderlo ecco che si scivola in commenti offensivi, stupidi, inutili; si potrebbe aggiungere anche la mancanza di rispetto, mancanza verso chi ha trovato un proprio equilibrio all'estero e non per questo voglia affettare il tuo equilibrio all'estero, ma in qualche modo c'è il timore che questo avvenga. E, qualunque sia la motivazione di certi commenti, ecco che ti cadono le braccia e ci rimani male o almeno devi abituarti ad ignorare, purtroppo.