Che quasi dimenticavo
Poi tra un corso di lingue, una riunione di lavoro, un treno in ritardo, un incontro necessario, ti accorgi che son cinque gli anni in cui vivi altrove, te lo fanno ricorcare indirettamente gli altri, e non c'è più quell'ebrezza di raggiungere un traguardo come dopo il primo o il secondo anno all'estero né la voglia di ricapitolare successi e sconfitte, perché iniziano ad accumularsi, gli anni, ed ingrassare di ricordi ed esperienze, trasformando un'avventura in normalità, e quella nostalgia che ti spinse a creare il video qui sotto, dopo appena un anno a Dublino, è andata rimpicciolendosi, perdendo voce e vigore, sarà anche grazie ad equilibri di compromessi personali soddisfatti e a sorrisi che, nonostante questo e quello, si riesce ad avere ogni giorno. E soprattutto a condividere. E sarà anche perché l'estero è iniziato a diventare meno straniero, avere il sapore di casa, e si attraversa il limbo degli essere metafisici (di quegli animali mitologici che son gli italiani all'estero, con il corpo oltre confine e la testa sui quotidiani nostrani) con i piedi alleggeriti da orgogli, stereotipi e superbie. Ad attraversarlo così, quel limbo, fa meno male. Se però vi piacciono i resoconti, quello di 2 anni fa è ancora abbastanza attuale, altrimenti c'è il video di una nostalgia quasi svanita, che però prima o poi doveva comparire tra queste pagine virtuali.
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