D'incubatrici e altri beep

Quando operano d'urgenza tuo figlio dopo appena 42 ore di vita e passi settimane in terapia intensiva, lì in un ospedale del centro di Bruxelles, aspettando la seconda operazione poi, e familiarizzi con tante cose per altrettante settimane, lì all'undicesimo piano fatto d'incubatrici e lettini elettronici, aspettando poi anche il terzo intervento, l'ultimo in teoria, da fine settembre a natale probabilmente, succede che passi da uno stato iniziale di shock ad una reazione fatta di coraggio e volontà, per passare poi all'ottimismo e la fiducia per la scienza, in un mite novembre dell'anno 2014, in cui tante cose non te le aspetti, ma sì possono capitare una ogni 5000 nascite, e son tante le cose che si risolvono anche per un esserino di 50 centimetri e 3,1 chili di meraviglia, e insomma passi tante settimane tra bip e bop e beeeeep che poi rientrano, ritornano, saltellano, e passi tante ore a fianco a lettini che son macchine, leggi, studi, canti ninne nanne inventate, parli come se lui ti potesse ascoltare nonostante l'anestesia postoperatoria, per affezionarti a certe cose, alle persone bellissime che ci lavorano, ai genitori degli altri neonati, ognuno con la sua storia da raccontare, tra preoccupazioni speranze e tanto amore, ti affezioni anche a quei lettini, quelle macchine, che finiscono per avere facce, simpatiche, come tante delle cose che ti circondano da sempre, come un gioco che ti porti dietro fin da piccolo e che non vedi l'ora d'insegnare a lui, di stimolare la sua fantasia affinché rimanga un po' infantile anche a 32 anni da poco compiuti. Un giorno, quando tutto sarà solo un storiella del passato, gli dirai che anche nel lettino su cui l'operarono trovasti una faccia, e su quello su cui lo curarono in terapia intensiva, per settimane, anche quelle cose han smesso d'esser cose, son diventate personaggi di ninne nanna inventate, ti han fatto compagnia, le hai disegnate poi così come le vedevi, così come loro si presentavano. E le hai stampate. E le hai regalate al reparto di terapia intensiva, con il suo nome ed un grande merci.

10 commenti:

tt ha detto...

bello.

TopGun ha detto...

Bei disegni.
In bocca al lupo per tutto!

daniela ha detto...

Sono colpita da tante cose di questo post e in particolare dalla capacità di trasformare, dare un volto nuovo a quelle macchine che altrimenti conserverebbero il loro tratto "gelido" e respingente.
Che è anche un po' un modo di filtrare quest'esperienza forte per restituirla con un grande e unico tocco di calore.



Valentina VK ha detto...

sei diventato papa' col corso intensivo super turbo...mi sono commossa e faccio tantisismi auguri a te, a tua moglie e al bimbo, augurandovi un natale finalmente a casa!

antonio ha detto...

auguri cmq! quanta strada :)

Unknown ha detto...

Auguri papà! Che questo Natale vi ri-porti a casa tutti e tre insieme! Tanti auguri di cuore a te e tua moglie e un bacino su un sicuramente perfetto nasino del tuo bimbo.
Con affetto, Licia

Anonimo ha detto...

Ogni tanto dò una sbirciatina, memore dell'aiuto ricevuto quando ho scoperto Brux :)e un po' ci ho vissuto. e per me è già passato più di un anno... e ora cosa scopro? una creatura, che bellezza!! ma il suo nome? ho bisogno di un nome per pensarlo, per pensarvi in questo momento così delicato.
anche se non ci si conosce se non sulla rete, un sacco di auguri a tutti e tre
Lidia

andima ha detto...

grazie a tutti per i commenti, Alexandre (questo il suo nome) va alla grande, in attesa della terza ed ultima operazione, forse ce la facciamo giusto giusto per un regalo di natale;)

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto venire le lacrime agli occhi. Buone feste - che siano serene e piene di sorrisi. Un abbraccio - Giorgia

andima ha detto...

@dirimpa
grazie!
Per la cronaca doveva essere operato per la terza ed ultima volta proprio 2 giorni fa, ma tutto è saltato a causa di un'infezione polmonare che ha beccato appena qualche giorno prima, tanto basta per il No dell'anestesista e tutti a casa. Se ne parla a gennaio, aspettiamo con pazienza.