Perché i risultati del voto all'estero son così diversi - F.A.Q.

In Italia il M5S è stato il partito più votato, mentre all'estero ha trovato pochissimi consensi al confronto, come mai?

Difficile leggere nella mente di tutti gli italiani all'estero che han votato, ma si possono fare delle buone ipotesi. Se guardiamo i risultati del Brexit, il populismo (Leave) a Londra ha perso. Se guardiamo alle ultime elezioni francesi, il populismo (FN) a Parigi ha perso. Se guardiamo alle ultime elezioni americane, il populismo (Trump) a New York ha perso. Si nota un certo pattern? Laddove ci sia più apertura mentale, laddove ci sia il contatto con un'altra realtà, con maggiore diversità, propagande populiste trovano meno consensi. Slogan del tipo "prima gli italiani", usato moltissimo dalla Lega ma anche dalla Lombardi (M5S) - per esempio - nelle elezioni regionali del Lazio, non sono messaggi vincenti per chi nel quotidiano vive già in un villaggio globale. Se vale per cittadini della stessa nazionalità, ma nel confronto tra capitale e periferia, per chi vive all'estero probabilmente risulta ancora più accentuato.

Cosa vuoi dire, che gli italiani all'estero sono diversi dagli italiani in patria?

Sono probabilmente meno suscettibili al populismo, anche perché se gridi, se parli alla pancia, la pancia degli italiani all'estero è probabilmente meno "vuota": altrove hanno trovato un equilibrio che in patria non avevano, hanno trovato meritocrazia, sono riusciti a fare qualcosa, magari non sempre a realizzare i propri sogni ma qualcosa in più rispetto allo loro situazione in patria, sicuramente. Ecco, hanno forse perso quel rancore, quella rabbia, quella difesa che avevano contro il "sistema", e quindi parlare alla pancia non trova la stessa sintonia. Di nuovo, il populismo non attacca. Se poi vivi ogni giorno in un altro paese, in un'altra cultura, con un'altra lingua, e in ufficio ogni giorno sei confrontato con colleghi di quattro cinque nazionalità diverse, beh sei necessariamente un po' "diverso" dagli italiani in Italia, perché diverso è il contesto. Sei sicuramente più europeista perché l'Europa, quella unita, la vivi e ne vivi i vantaggi. Ancora, sei immune da certi messaggi (populisti).

E come mai lo stesso pattern non si è visto a Roma, la capitale?

Perché Roma non è Parigi né Londra né New York, potremmo dire. E in generale, perché l'Italia non ha ancora quella diversità culturale che altri paesi al mondo stanno vivendo già da anni (né la stessa brain gain, ma soltanto una continua crescente brain drain). Eppure, a Roma e Milano lo stesso pattern, o qualcosa di simile, si vede: a Roma il PD ha comunque preso di più rispetto al resto d'Italia, la Lega di meno. A Milano il populismo non ha insidiato il centro della città, rispetto alla periferia, e in generale il PD è andato molto meglio.

Non staremmo forzando un poco alcuni dati per far passare un certo messaggio?

Difficile dirlo, stiamo sicuramente cercando di leggere qualche relazione tra il voto all'estero e quello in Italia. C'è un dato di fatto, che il PD ha vinto all'estero e il M5S è quasi scomparso. Un altro dato che potremmo considerare è che stando ad alcuni studi il PD sarebbe diventato il partito dell'élite, e potremmo dire che gli italiani all'estero son in un certo senso più élite rispetto a quelli in patria, perché hanno trovato una stabilità, perché hanno un certo curriculum, perché hanno dato una svolta in un certo senso alla loro vita, altrove. Ma anche questo dato è stato abbastanza criticato. Ancora una volta, trovare correlazioni tra dati può essere un rischio, ma è anche vero che i giornali hanno gridato alla sconfitta del PD e la vittoria della Lega, ma è una mezza verità: il PD ne è uscito sconfitto rispetto alle precedenti elezioni (e la sua storia recente) e la Lega ne è uscita vittoriosa rispetto alle precedenti elezioni (e come coalizione), ma sono confronti, sono sconfitte (e vittorie) relative. I dati assoluti ci dicono che il primo e il secondo partito sono il M5S e il PD. Sotto questa luce, il voto all'estero non è una grossa contraddizione.

E Berlusconi?

Non scherziamo. Berlusconi all'estero non credo possa muovere masse, semmai lo abbia fatto. Se ad ogni uscita chiami Obama abbronzato, La Merkel culona inchiavabile, Schulz soldato nazista, beh non stai sfoggiando una grande italianità all'estero in cui identificarsi. Senza contare gli scandali, le polemiche, le vergogne degli anni passati e l'associazione oramai indelebile del personaggio nella stampa estera: un pagliaccio pericoloso. Insomma, non mi aspetterei mai un Berlusconi vincente nel 2018, né in Italia né tantomeno all'estero.

Va bene, Berlusconi No, populismo No, il PD come alternativa. Ma allora come mai in Irlanda gli italiani hanno dato quasi un 40% al M5S?

Ecco. Conferma che finora abbiamo cercato di analizzare dati ed umori, ma che non abbiamo la sfera di cristallo. Conferma anche che la Guinness a Dublino è veramente buona.

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