Ieri sera eravamo al teatro Bozar, per vedere un documentario sul Franchismo e su come la memoria della dittatura recente viene vissuta oggi in Spagna. La sala affollatissima di gente d'ogni nazionalità, ovviamente dalla maggioranza spagnoli, di passaggio o immigrati da anni, magari di parenti scappati proprio da quegli eventi, ma anche tanti brussellesi, dagli accenti francesi e nederlandesi. Proprio mentre ognuno prendeva il proprio posto e le voci e gli alfabeti si mescolavano in un coro rumoroso e stonato, un signore sale sul palco iniziando ad urlare in spagnolo qualcosa tipo "Vergognatevi, vergognatevi tutti di stare qui stasera.. Evviva Franco, evviva Franco" e subito una pioggia di fischi e buuuuuuuu (a me e' scappato un cabron a squarcia gola) gli si scaglia addosso mentre il personale del teatro repentino lo trascina via.
Ecco, quell'episodio e' stata una chiara premessa a cosa stavamo per vedere. Il documentario, realizzato da un regista belga di origini spagnole, e' stato davvero intenso, di quelli che trascina, tanto da far piangere. Il franchismo in Spagna e' ancora oggi una sorte di tabù, se ne parla pochissimo, lo si fa a bassa voce, come fosse un patto del silenzio, si schivano domande o si cerca di ignorare l'argomento, perché la gente vuole soltanto dimenticare una dittatura crudele e recente, terminata appena 35 anni fa e solo dopo la morte di Franco, a cui e' poi seguito un più recentissimo ma per fortuna innocuo tentativo di golpe del 1981 fino ad arrivare alla discussa legge sulla memoria storica promossa dal governo Zapatero nel 2007.
Oggi in Spagna si evita addirittura di abbracciare o mostrare la bandiera o di urlare "Eviva España", per non essere confusi con nazionalisti fascisti, per non evocare tragiche memorie. eppure e' tutto ancora cosi' vicino nel tempo ed il territorio spagnolo e' ancora disseminato di vittime, corpi giustiziati secondo le leggi dittatoriali di Franco e raggruppati in fosse comuni nelle campagne del nord, parenti da riesumare ed identificare per non dimenticare il costo di una resistenza, di un pensiero diverso, di uno sforzo di libertà.
Fa un certo effetto vedere immagini e testimonianze di eventi cosi' drammatici eppure accaduti appena ieri, fa un certo effetto apprendere come la paura, la sofferenza e la morte han influenzato il silenzio; ma la storia, avvenimenti cosi' forti e rivoluzionari, fan parte della identità di un popolo che non può essere ignorata ed allora da alcuni anni si cerca di sensibilizzare le nuove generazioni anche se le vecchie smorzano il naso, abbassano gli occhi e preferiscono non ricordare. Purtroppo il tatto dei molti diventa la forza della ignoranza di pochi, quando ogni anno nell'anniversario della morte di Franco centinaia di franchisti si riuscono a Santa Cruz del Valle de los Caídos cosi' come in tanti si scagliano contro il governo ed il re evocando il ritorno del regime o come per esempio ieri sera quel signore urlava alla vergogna ed io, pur non essendo spagnolo, ho sentito l'impulso di urlare, di rispondergli, non solo per rispetto istintivo verso la mia ragazza (spagnola), ma verso tutti i presenti e non solo, perché non esiste vergogna nell'informarsi e non c'è spazio per gli evviva quando si tratta di eventi cosi' drammatici della nostra storia moderna.
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