Video sulla fuga dei talenti, anche se io son sempre contrario a gridare
alla fuga, che per me dovremmo andar in giro anche se l'Italia fosse
il paese con il tasso d'occupazione più alto del mondo, non fosse altro
che per scoprire quello che c'è fuori e scoprire in modo diverso anche il posto
da cui si viene, da fuori, e anche se stessi, attraverso gli altri. Però il video
non è male, anche se più che a Bruxelles è girato nel micromondo
degli eurocrats, ma va beh, ve lo condivido.
alla fuga, che per me dovremmo andar in giro anche se l'Italia fosse
il paese con il tasso d'occupazione più alto del mondo, non fosse altro
che per scoprire quello che c'è fuori e scoprire in modo diverso anche il posto
da cui si viene, da fuori, e anche se stessi, attraverso gli altri. Però il video
non è male, anche se più che a Bruxelles è girato nel micromondo
degli eurocrats, ma va beh, ve lo condivido.
6 commenti:
guarda che ti devo dire. Riassumendo: mah.
@rafeli
mi manca l'introspezione del mah pero'
niente di nuovo, un po' retorico, e musica nemmeno tanto bella.
quelle statistiche avevano un gran potenziale, però...
@Fra
Ci sarebbe un lungo discorso da fare sul tema su cui andrei volentieri controcorrente (come già accennato nel breve commento al video), poi non vorrei fare il pignolo che va a cercare le cose di cui lamentarsi ma la frase della canzone: "Cambio paese, cambio continente cerco di nascondermi tra la gente ma è della mia gente che solo mi interessa", ecco rappresenta un classico esempio di rifiuto all'integrazione e sfruttamento, sfruttamento del paese che ci ospita nel disinteresse totale di chi ci viva o cosa accada, pensando soltanto alla gente che si è lasciata: queste cose le facevano gli emigranti italiani di 100 anni fa e/o le potremmo criticare ad alcune delle nuove ondate migratorie, ma noi in teoria saremmo migliorati da quel punto di vista (o almeno, goffamente ci eleggiamo a tali).
Condivido appieno la tua linea di ragionamento sulla sindrome dell'italiano all'estero. Come ho già scritto in commento ad un altro tuo post, dobbiamo superare la vecchia dicotomia Italia-estero, e pensare l'Europa (ma anche il mondo) come un territorio dove muoverci perché è bello, interessante ed eccitante farlo, non perché siamo costretti ad andare "in esilio". E poi, viva l'integrazione con la cultura locale, qualsiasi essa sia. Se l'Italia va male non sarà certo rimanendo impermeabili a quello che gli "altri" hanno da mostrarci che la miglioreremo!
@Fra
scusami se rispondo in ritardo. Sul tema, posso dirti che da quando vivo all'estero, più di 4 anni oramai, son in continuo studio del fenomeno, personalmente ma anche verso gli altri, visto che alla fine condivido le mie impressioni sul blog e spesso ne nascono conversazioni davvero interessanti. Il primo anno, per esempio, son stato vittima del classico shock culturale, che poi fortunatamente ho superato ma che mi ha aiutato a capire tante cose; non sazio però, continuo a studiarmi, come italiano all'estero, e alla fine finisco per studiare anche gli altri, di italiani all'estero, perché sicuramente non è facile e nessuno ha il libretto di istruzioni e perché sicuramente ho tanto ancora da capire, come sempre. Esilio, integrazione e patria sono certamente i temi ricorrenti!
Posta un commento