Sei lì davanti a tre espressioni interrogative mentre la cravatta lascia gocciolare lentamente pensieri nello stomaco, cercando sì di renderne la digestione meno molesta ma lasciandone anche troppi tra le pareti celebrali, agitando quello che poi si trasforma in sudore tra le dita e te lo senti appena anche lungo la schiena, per non parlare dei contributi ascellari. Sei lì, dopo aver passato due test IKM online su competenze tecniche, dopo aver parlato per più di due ore con i loro architetti in altri due colloqui tecnici telefonici, eppoi il primo face to face (tecnico, per cambiare) e ancora un test tecnico e tutto per arrivare lì, all'ultimo face to face, neanche fossero la NASA questi qua e stessi applicando per gestire l'intera organizzazione. Il tuo cv è sulla scrivania, ne riconosci la formattazione, i paragrafi, le diciture, noti subito appunti in rosso e nero, qua e là, macchie in quel tuo ordine certosino. Perché anche in rosso?, ti domandi, ricordando calligrafie e note da maestrina scrupolosa, mentre il nodo alla cravatta sembra stringersi di più, come se dovesse in qualche modo reagire all'attacco dei pensieri recalcitranti, che intanto ne formano un altro, di nodo, in gola, grosso quasi come il pomo d'Adamo.
E mentre uno di loro esce un attimo per un bicchiere d'acqua, gli altri provano a metterti a tuo agio con qualche domanda di circostanza, mentre tu sei lì esternando un sorriso da statua cinese, ma solo perché il nodo alla cravatta tira la pelle del visto fino ai bordi degli occhi. Di dove sei, ah italiano (ma in effetti stava scritto sul cv, alla voce nationality, non era difficile), e di che parte d'Italia, ah vicino Napoli. Tutti i campani nel mondo finiscono con rispondere vicino Napoli agli stranieri, per tagliar corto, perché è inutile pronunciare nomi di cittadine sconosciute ai più e perché si va sul sicuro, si sa Napoli dove sta. Allo stesso modo l'astronauta sul pianeta C9V17 non direbbe all'alieno Vengo dall'Italia, taglierebbe corto, direbbe Terra, la Terra, inutilmente. Però le vie della simpatia trovano sempre modi sadici per esprimersi e qualche battuta salta sempre fuori e allora Ah, ma allora non possiamo non assumerti, altrimenti fai venire la mafia. E giù risata convulsiva. A quel punto i pensieri bloccati dal nodo alla cravatta diventano tante spine, piccolissime, ma fastidiose, che s'infilzano nella pelle già tirata ad elastico e ne crocifiggono il sorriso. Già, perché non c'è altro modo di rispondere, se non con il sorriso, in quella circostanza. Cosa vorresti spiegar loro? Che non sei di Napoli? Che Napoli non è tutta così? Che non si chiama mafia ma camorra e che la vita non è come nel film Il Padrino? Che potrebbero essere più simpatici in tanti altri modi? Che alla fine è vero, ci son fuori i tuoi scagnozzi pronti a far saltar in aria la loro macchina se non ti assumono? No, la situazione non lo permette eppoi che senso avrebbe, sei un italiano, c'è il tuo stereotipo seduto lì in quel momento, e con esso opinioni, leggende e verità da cui si può diluire qualche commento di circostanza, per rompere il ghiaccio, per dire qualcosa, per essere simpatici, a volte. Dovresti essere abituato a certe battute, eppure mentre il tuo sorriso risponde grazioso fingendo umori allegri e pensando ai dettagli tecnici dell'incontro, perché eri lì per quello, è quello che ti interessa, la posizione, l'azienda, anche se un po' paranoica nella selezione, sei all'ultimo step, ce l'hai quasi fatta, non vuoi certo rovinare tutto per una battuta come tante, ecco, mentre questo ed altro impatta sul nodo alla cravatta e si conficca nella pelle oramai lacerata, c'è un solo pensiero dominante quando il sorriso si estende falso verso i due esaminatori: che palle.
17 commenti:
In bocca al lupo! :-)
Andina, l'insieme il tutto, è molto di più di quel poco che come spillo ti punge la gola, ecco perchè sotto la sottile ironia di molti che esaltano i pochi difetti, si cela la grande invidia per i molti pregi.
Antò lasciali perdere... usando una proporzione tu sei napoletano come loro sono francesi, e non so a chi vada peggio!
In bocca al lupo, sono sinceramente contento per te ;)
@andima,
Gli potevi dire, Tranquilli, Se ero in grado di far venire la mafia non stavo certo qui a cercare di lavorare da voi.
@Françoise
crepi! il colloquio l'ho fatto giovedì e venerdì ho avuto il feedback, positivo:)
tra 2 settimane saluto Gare du Midi, dopo quasi 3 anni al progetto alle ferrovie belghe, per allontanarci un po' più in periferia. mi mancherà quella zona, soprattutto Chez Rosario e la lasagna della signora:)
@Vincenzo
Può essere una chiave di lettura, io però seguo sempre l'antica saggezza, in generale: "evita sempre di fare battute su religione, nazionalità e malattie, quando se con qualcuno che non conosci". E vai sicuro;)
@Roberto
Crepi! Son stati 2 mesi di selezione, cose turche, un po' paranoici anche, direi, a te che sei del settore (anche se più tecnologie Windows, lo so:) posso dire che ho dovuto fare 1 test IKM su JDK5, uno su JEE5, colloquio telefonico su design patterns+concorrenza+TDD+DDD+etc, altro su application server+transazioni+dao+etc, 1 face to face su GC+algoritmica+etc, poi un assignment, roba da pazzi, a penna da faxare poi, codice+domande, infine l'ultimo face to face, un po' di tutto+personale. Pufff.. e alla fine entro come senior software engineer, mica come top leader eh! :S
@vinz
sarebbe potuta essere una risposta, lì per lì tra tensione e "che palle" ho soltanto sorriso, falsamente, ma tanto non è la prima volta che mi becco battute simili né sarà l'ultima, figuriamoci. Dopo una settimana di vacanze estive, una volta mi son beccato un "ma sei quasi nero in viso per l'abbronzatura o sei sporco della spazzatura di Napoli?", ma erano colleghi di Dublino e c'era una certa confidenza, più o meno, che comunque alleggerisce il tutto. Al primo incontro però, soprattutto in certi contesti, avrei evitato senza dubbio.
Andi, non so se ti perdonerò mai "impatta".
@Belgugliemo
no aspetta, esiste!! però è bruttissimo, lo ammetto, faccio mea culpa
Santa Pazienza con sti stereotipi.... Qui a Brussels mi avran detto mille volte "ah l'Italia... Il caldo, il sole... Bello!"... A me (!!!!) che arrivo dalla Pianura Padana che per tutto l'inverno è immersa nella nebbia e d'estate zanzare grandi come dirigibili e 40°C all'ombra con punte di umidità del 99%...
Mi sa che inizierò a girare con una cartina geografica!
Comunque complimenti per il blog!!!
Vale
Confermo che il "che palle" ci stava davvero tutto e spero che, comunque, resistere a tutto questo sia servito a farti avere il posto, altrimenti...una bella testa di cavallo nel letto no?
A certi stereotipi non si sfugge, in più sono anni che, bene o male, vengono pure fomentati :(
@Baol
sicuramente non ne sfuggiremo mai, però in certi contesti, come ho detto sopra, eviterei sempre in entrare in tematiche tipo religione, politica, nazionalità, malattie, etc, perché non si sa mai e si può cadere facilmente in una gaffe, poi come sempre stereotipo può essere leggenda come verità e, come dici tu, noi spesso ci buttiamo la zappa sui piedi eh!
@Vale
Grazie:) Mi confermi che gli stereotipi colpiscono un po' tutti e che, sì, ci vuole proprio una santa pazienza, ben detto.
Ecco appunto. :(
Come ci si può non vergognare di cedere a tanta stupidità, e credere di essere persino simpatici?
Pensare di servire da facile stereotipo per alcuni stranieri è estenuante... e tante volte non si può proprio evitare, perché tutti ci confrontiamo inevitabilmente con gli altri con i nostri schemi mentali.
Ma io, che cerco di rendere un minimo di giustizia all'evoluzione del genere umano, respingo indietro certe idee, mi astengo da certi commenti (che magari vengono anche naturali), tento di forzarmi ad essere una tabula rasa, ad abbandonare i preconcetti, quando mi relaziono con nuove realtà. Mica dico che è facile, ma ci provo! Ma evidentemente è un ragionamento non molto comune...
Quindi si, alla fine. Che palle, proprio.
capita anche a me di dire 'abito vicino a Venezia', funziona sempre:-)
complimenti per il nuovo posto di lavoro !!!
@CheleAlwaysLate
esatto, non e' facile, per nulla, la gaffe e' dietro l'angolo, probabilmente anche in contesti diversi sarei arrivato alla stessa conclusione: che palle!
@Zax
grazie:) tra una settimana inizio, speriamo sia all'altezza delle aspettative (io e pure loro)
Domanda: quando incontrate uno straniero, la prima cosa che fate è spiattellargli addosso il suo corrispondente stereotipo? Perché, d'accordo che è normale averne, ma a me sembra che il punto sia il buon gusto, cioè è una questione di stile e non di stereotipo. Dopo anni passati senza reagire, pensando, "non te la prendere, del resto questa è l'immagine dell'Italia all'estero", oggi non ci sto più.
Questa scusa della storia dell'immagine dell'Italia all'estero, che diamo una cattiva immagine è una menata.
Quando vedo un tedesco, non gli parlo della guerra, né dell'inciviltà di lavare i piatti senza risciacquarli, né se fanno una delle solite battute che non fanno ridere, sto pronta lì a dire, "ah, certo i tedeschi non saranno mai famosi per le loro battute!", né sottolineo il loro cattivo gusto nell'alimentazione o nell'abbigliamento. Se incontro un francese, non gli parlo male di Sarkozy di primo acchito, né menziono la proverbiale arroganza francese. Con gli inglesi non mi lancio in commenti sulla loro sporcizia, né sull'assurdità dei loro cappellini, sul loro razzismo verso i paki e gli indiani e così via. Dopo sette anni all'estero, ho imparato che rispondere è meglio in modo laconico, basta fare un sorriso e stroncarli in modo molto laconico. E direi che funziona.
P.S.: il mio commento non vale ovviamente in caso di colloquio o eloquio formale
P.S.2: La battuta dell'irlandese è stupenda, mi ha fatto un sacco ridere :))
@Preferina
Risposta (la mia): no, io in generale evito stereotipi ma ammetto che non e' facile, spesso ci si cade senza rendersene conto, la gaffe e' dietro l'angolo, ma dipende anche dal grado di confidenza che si ha con l'altra persona. Tra amici si può scherzare senza problemi con stereotipi e luoghi comuni e anzi spesso e' per tirare una risata, tra conoscenti invece eviterei sempre, cosi' come ho detto prima, i soliti argomenti (nazionalità, religione, politica, malattie, etc.). Quando sono gli altri che lanciano uno stereotipo, dipende dall'umore :), ma spesso si' taglio corto con un sorriso o un cambio d'argomento rapido che mette più in imbarazzo l'altra parte che me, ma dipende ovviamente dalla persona che si ha di fronte e dalla circostanza, spesso si può anche controbattere con un altro stereotipo e buttarla in una risata. Un comportamento generale non c'è, dipende da molti fattori, tra cui la (supposta) intelligenza/educazione dell'altra parte, l'età e il grado di conoscenza.
p.s. ma quanto e' brutta questa nuova interfaccia di Blogger per i commenti, mamma mia... mi sa che devo mettere mano al template di nuovo, o alle settings, che palle
Be', volevo sottolineare proprio questo, che io non mi permetterei mai, non fosse altro per una questione di educazione, di fare ad altri quelle battutacce sgradevoli che ricevo in qualità di siciliana.
Ovviamente gli aneddoti si sprecano, ma mi sa che inizierò a raccoglierli in una rubrica!
P.S.: interfaccia bruttarella assai!
Straquoto! Sono pure campana, quindi mi puoi capire :)
Che palle davvero.
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