Bruxelles ma providentielle

Ho parlato con italiani all'estero, con spagnoli all'estero, e con francesi all'estero, e con ganesi all'estero, con cinesi all'estero, e con tanti altri all'estero. Ognuno aveva la sua storia da raccontare, con la sua valigia di pensieri e parole ripetute, alle domande, quelle sempre le stesse, però accompagnate da un sorriso, però a volte amaro, però spesso spensierato, però di quelli che non conosci e una storia diventa l'autobiografia con cui li ricorderai al prossimo incontro, se ci sarà. Ma se tutti siamo all'estero, hai pensato, quest'estero poi finisce col confonderci. Me ne sono dimenticato quando son dovuto andare al comune di Bruxelles, ce ne sono 19 a Bruxelles, di comuni, per risolvere un trasloco che si trascina anche certificati e scartoffie dagli accenti stranieri. Ho atteso tanto, in sala d'attesa. Ho letto un dépliant, in sala d'attesa, ogni giorno si raccolgono 50 kg di cacca di cane a St. Gilles, diceva il dépliant. Non sono pochi, 50, al giorno, in uno solo dei 19 comuni, a Bruxelles. Ci ho pensato tutto il giorno poi, ai 50 kg, me li sono quasi immaginati, tutti insieme. Me ne sono dimenticato quando son andato ad una festa a casa dell'amico tedesco, ubriaco son andato in bagno, ho scritto Let the sunshine in con il dentifricio sullo specchio del bagno. Non l'ha presa bene, l'amico tedesco. Alla prima festa a casa mia ho dimenticato di nascondere il dentifricio nel bagno. Vafanculo, ho trovato nel bagno, sullo specchio, grande. Vendicativi, questi tedeschi. Non è un bel svegliarsi, svegliarsi e specchiarsi in un Vafanculo nel bagno. Sarà per quello che quando ho poi provato a tagliarmi un pezzo di pane, ho preso il dito, 3 punti di sutura, al pronto soccorso del St. Pierre, dove l'infermiera mi parlava italiano. No, quest'estero non ha proprio le sembianze d'estero. Se si potesse avere una cartina geografica non di confini politici ma di movimenti di persone, non di sorveglianze doganali ma del mescolarsi di tutti gli altri all'estero, se si potesse avere una mappa di questi flussi e della loro destinazione finale, non avremmo molto estero né forse tanta patria.
Ho conosciuto un ragazzo americano che non smetteva di elogiare Roma, diceva, a Roma anche solo il ponte, quello vicino Castel St. Angelo, anche solo quello altrove sarebbe l'attrazione turistica principale. Superficiali, questi americani. Ho conosciuto un ragazzo umbro che si è fatto il limocello in casa, qui a Bruxelles, con limoni di Bruxelles, e voleva lo provassi. Duttili, questi umbri. Ho conosciuto una ragazza spagnola di madre finlandese che lavora alla Commissione Europea, ho provato ad entrare, ha detto, solo perché mi pagano di più. Sincere, queste finlandesi camuffate da spagnole. Poi andando alla Piola ho visto qualcuno pisciare proprio sul muro della Commissione, dove han lottato per idee di fratellanza, dove han lottato per il regno delle lobby, dove c'è chi lavora duro per il bene di un continente, dove c'è chi scalda la poltrona per il bene del conto in banca, dove con questo freddo magari non era l'angolino adatto.
Ho parlato con una ragazza ad una festa noiosissima, mi ha parlato dell'importanza per lei di farsi un'operazione al seno, il silicone le darebbe più sicurezza, nei rapporti sociali, mi ha detto. E tu che operazione estetica ti faresti, mi ha chiesto. Certo domande, a farle, si dev'essere davvero cime. Le avrei potuto parlare dell'operazione agli occhi che farei, del laser, che le lenti a contatto mi stancano, le avrei potuto parlare del voler togliere due tatuaggi, tracce dell'età in cui governavano gli istinti più che le prediche paterne, ma le ho detto che farei volentieri la circoncisione, troppa pelle, le ho detto, un amico mi ha anche detto che poi diventa una macchina da guerra. Vado a prendere qualcosa da bere, m'ha detto. Poi, non l'ho più rivista. Strano.
Ho ascoltato Masini venir fuori dalla radio della metro di Bruxelles, più che un lamento era una persecuzione. Certe cose fanno male alla salute, soprattutto a Bruxelles. Quest'estero, ho pensato, sta cercando di confondermi. Son tornato a Dublino dove ho incontrato l'amico francese, che nel frattempo è andato a San Francisco, che poi è tornato a Parigi, che poi è diventato CEO di un'azienda che fattura 7 milioni di euro l'anno. Ho pensato a quando nei pub cantavano insieme canzoni senza senso e a quanti crocevia s'intrecciano in quest'estero che confonde. Poi son andato a vedere se c'era ancora una traccia di me, di una mattina svegliato alle 4 per scrivere qualcosa sotto casa di una ragazza e sulla via del ritorno lasciare anche una firma. La firma c'è ancora, a Dublino. Anche la ragazza, a Bruxelles.
Poi son tornato a Bruxelles con le labbra ancora sporche di Guinness. Ho detto, Bruxelles e se lasciassi una firma anche qui? le ho detto. Aspetta un attimo, m'ha risposto.

9 commenti:

elle ha detto...

Che turbine di pensieri immagini luoghi e persone. Tu le sai rendere proprio bene, queste vite "all'estero".

Ophelinha ha detto...

come mai ti ha risposto di aspettare?
forse ti senti troppo di passaggio a Bruxelles x lasciare una traccia di te?
mi piace il tuo stile, si legge che e' un piacere.
passa a trovarmi.O.

Biagio ha detto...

Don't worry Anto, hanno tutti i propri attimi. Purtroppo non sono uguali per tutti, ma e' OK.

E comunque questo conferma la scarsa immaginazione dei tedeschi: vuoi mettere un "Let the sunshine in" con un tristissimo "Vafanculo".
Non c'e storia...

andima ha detto...

@Biagio
eheheh no, non c'è storia è vero, ma tanto me lo aspettavo, mi aveva pure avvertito qualche giorno prima

@Ophelinha
mi risponde sempre così, ma proprio sempre, sarà che ne devo conquistare ancora la simpatia, anche se in realtà una traccia l'ho già lasciata, cioè in realtà l'ho comprata, in effetti non è un bel modo per guadagnarsi la simpatia

@elle
purtroppo è tutto vero, dico purtroppo per via dei 3 punti di sutura al dito, che dopo un mese ancora non riesco a muovere come vorrei, ecco quello più che di vita all'estero è una traccia di vita da rincoglionito, sicuramente:)

Raffy ha detto...

Quanti bei bicchierozzi di vino alla Piola, quanti ricordi quella Bruxelles, quante facce in questi paesi...e quante storie!! E' sempre un piacere leggerti.

sandrokhan80 ha detto...

E' un piacere leggerti, il tuo stile è un piacevole flow of consciousness che coinvolge. Magari sarà anche la febbre alta che ho ad aiutare nel far vagare la mente.
Sempre di passaggio, non ho mai vissuto per bene Bruxelles ... l'idea che mi fai trasparire è quella di una città dove ci si sente un po meno stranieri perché si è circondati da tantissimi altri che vivono quello "shock" e ci combattono.

andima ha detto...

@Raffy
quest'anno corro anche i 20km di Bruxelles con la maglia della Piola, in modo da equilibrare con un po' di sport il carico di vino dei venerdì sera :D

@sandrokhan80
probabilmente potremmo dire lo stesso di tante altre capitali europee, dipende ovviamente dalla propria esperienza in quella determinata città, certo e' che Bruxelles ha le sue peculiarità e in questi post tipo "Bruxelles ma " cerco di svuotarmi un po' di pensieri ma di raccontare anche uno dei tipi di vita brussellese da expat :)

preferina ha detto...

Secondo me, a te Bruxelles non ti convince per niente! ;)

andima ha detto...

@Preferina
Dipende dai giorni, in generale mi ha convinto a star con lei per oramai 3 anni e per altri 4 almeno, a quanto pare, anche se, non si sa mai, si sa:)