Hai buttato il corpo sul sedile sbiadito del tram già in movimento, il sedile quello singolo che non deve dividere spazio e libertà con altri, quello più ambito, mentre un binario sporco d'autunno diceva all'altro "seguimi". Ma non s'incontreranno mai, nei loro monologhi paralleli di corse, frenate, vibrazioni e fughe. Non s'incontreranno nemmeno le foglie secche cadute dallo stesso albero quando saranno spazzate, raccolte, mescolate tra colori e forme, perderanno il ricordo d'origini e appartenenze e formeranno nuove società e materia. E scompariranno. Non s'incontreranno nemmeno i pensieri della coppia in fondo al tram se lei gli parla emozionata e lui affonda l'attenzione nello smartphone un po' rapace. Ma non si lasceranno, lui e lo smartphone, almeno fin quando l'applicazione non terminerà di vomitare nuova spazzatura all'apparenza sociale. Non terminerà, perché si chiama infinite scrolling e lei intanto troverà nel finestrino opaco la distrazione della città che fuori continua. Continueranno a giocare i binari frenetici anche quando il tram si fermerà al tuo destino, dovrai riprendere il corpo piacevolmente appesantito di nuove fantasie, alleggerito però dallo zen quotidiano d'immaginare storie sempre nuove, il tuo infinite scrolling a volte maldestro, e se lungo il tragitto a piedi troverai foglie secche ma separate, le avvicinerai disinvolto con un movimento veloce del piede, un po' complice ma a fin di bene. Loro, le foglie, sapranno il perché.
4 commenti:
in cima alla mia top ten dell'irritazione ci sono gli smartphone - soprattutto quelli touch screen - e la loro capacità di assorbire l'attenzione delle persone, non comparabile ormai all'attenzione che le persone hanno l'una per l'altra.
"soprattutto quelli touch screen", hai dovuto sottolineare questa cosa per via di quel coso che usi, il blueberry, giusto?:)
il quale è sinonimo di professionalità, aggiungerei
si' ma fatti sto benedetto whazapp jaaaaa
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