Disintossicazione lenta

L'altro giorno in Gare du Midi entro nel bagno pubblico, a pagamento come la maggior parte dei bagni qui a Bruxelles (con prezzi che vanno dai 30 ai 50 centesimi per il servizio). Quello di Gare du Midi ha l'ingresso controllato da tornelli, altrove c'è la signora che spiccioli alla mano preleva e gestisce. Proprio mentre entro, un altro ragazzo di carnagione scusa parla con un amico, poi entra dal tornello d'uscita nell'attimo in cui un altro ragazzo stava uscendo. La signora che in quel momento stava lavorando all'interno inizia subito a strillare qualcosa in francese, chiedendogli di uscire e di pagare per entrare. Lui le risponde in francese e poi con 'vaffanculo', una, due, tre volte. Io mi giro di scatto proprio prima di entrare in una delle cabine, quasi sorpreso nel sentire quella parola. La signora gli urla di conoscerne il significato, invitandolo a dirlo a qualcun altro ed uscire immediatamente. Lui finalmente cede, uscendo e ripetendo ancora 'vaffanculo, vaffanculo' e qualche altra parola/insulto francese.
Passeggiando più tardi tra la neve quella che si scioglie nera, sporca dei passanti e del progresso innaturale, ripensando a quel 'vaffanculo' e alla scenetta associata, notavo con quale naturalezza quel ragazzo per me non poteva essere italiano ed usava quella parola solo perché oramai internazionale. E se fosse stato un Pap Khouma? In fondo in Senegal si parla francese, ed un cittadino italiano di origini senegalesi avrebbe tranquillamente potuto parlare francese in vacanza a Bruxelles, lasciandosi scappare un 'vaffanculo'. Certo, con probabilità minori. Certo, più difficile da pensare. Certo, forse solo la scusa per pensieri piu' ampi. Certo, più naturale la mia prima osservazione, e non d'istinto, ma soltanto di cultura, associazioni, normalità. Ma normalità educate tendono ad invecchiare velocemente in questa società multietnica e gli stereotipi incontrano subito contraddizioni, reali.
Disintossicazione lenta. Disintossicazione da tanti luoghi comuni, verità, modi di fare, agire, pensare, con cui si convive fin dalla culla e che da passive normalità penetrano nel manto neurale trasformandosi in pensieri attivi e cosi' mi son scoperto maschilista cronico, razzista leggero, ingenuo globale, intollerante denso, legato a delle stupide marche commerciali, spesso circondato da muraglie culturali, forse soltanto da conoscenze errate o da una pluralità d'informazione mancata. In due anni e più all'estero, mi son scoperto con sorpresa in tanti altri modi e provo a cambiare, ma ne' comoda vittima ne' moralista sapientone, ne' contro l'Italia lasciata ne' contro il sud sanguigno, ne' contro la famiglia patriarcale ne' il microcosmo di piccole citta', non e' affatto facile distruggere mattoni vecchi anni ed anni, soprattutto senza voler scalfirne altri. Ed e' facilissimo inciampare, in qualsiasi momento, in quel pensiero, proprio quello li', quello che credevi d'aver superato tanto tempo fa.

3 commenti:

bacco1977 ha detto...

scrissi un post simile :

http://cavesiadublin.blogspot.com/2009/12/quando-sei-irrimediabilmente-indietro.html

appunto, e' difficile eliminare delle eredita' culturali.

Ci vuole tempo e volonta' di rimetetrsi in gioco.

andima ha detto...

per fortuna il maschilismo (quello che penso era cosi' forte in me rispetto ad altri aspetti), e' andato via, grazie soprattutto alla mia ragazza. Quando son tornato in Italia per il periodo natalizio, ho notato come mio nonno, mio padre, mio zio non parlavano con le moglie, ma ordinavano, pretendevano, con una normalita' imbarazzante e anche per le donne, era tutto normale ed era normale anche per me, 2 anni fa.

bacco1977 ha detto...

beh, non sei certo solo.
Sapessi quante discussioni con manuela per farmi capire (giustamente) che era la mia cameriera.

Ovviamente il tuo post e' generico. parli di tutte le eredita' che ti porti. Dal maschilismo, a preconcetti culturali, magari un po' di razzismo che in realta' non e' tale ma solo associazione tra colore della pelle e nazioni.

Nulla che pero' non si possa risolvere.

COntinuiamo a crescere.