Intervista ad una ragazza italo-belga

Grazie al No B Day di Bruxelles ed alla mia animata partecipazione, son entrato in contatto con una ragazza italo-belga, attiva organizzatrice della manifestazione, che dopo qualche scambio di messaggi ha accettato con simpatia una mia proposta di intervista. Cosi' tra il gioco e la curiosità, tra la volontà di entrare in sfaccettature più intime dei rapporti tra immigrati e residenti e la voglia di conoscere umori ed esperienze altrui da diversi punti di vista, e' nata l'intervista che segue.
Franca ha risposto con piacere a tutte le mie domande e sono sicuro che risponderà con altrettanto piacere ad altri spunti che potrebbero nascere dalle sue risposte; il suo e' un interessante ritratto del come una ragazza indissolubilmente legata all'Italia guarda oggi il paese da fuori e sente fortemente vicine tematiche legate all'integrazione, il razzismo, il pluralismo di informazione.
Mi sono improvvisato giornalista soltanto per pochi minuti, ma nel caso qualcuno dei lettori avesse altre domande, osservazioni, pensieri, come sempre i commenti sono lo strumento migliore per condividere opinioni ed integrare contenuti.


- Lei nata in Belgio ma di nazionalità italiana, figlia di immigrati italiani degli anni 60, nonostante la distanza non smette di interessarsi dell'Italia, soprattutto della situazione politica. Perché? Come si sente a guardare gli avvenimenti da fuori?

Nata in Belgio, rimasta di nazionalità italiana, le miei radici culturali, la mia identità profonda sono e saranno sempre italiane, anche dopo più di 30 anni di "belgitude".
"Chi non sa da dove viene non può sapere dove va" disse Antonio Gramsci, cosi i miei genitori mi hanno regalato due importanti cose che mi hanno dato la possibilità di capire le mie origini: imparare la lingua italiana qui in Belgio, e "provare" una parte dell'Italia originale durante le vacanze per qualche anno.
Vivendo l'Italia cosi' un po più da vicino, ho scoperto con il tempo e la maturità le differenze tra il Belgio e l'Italia ma pure come vivono gli italiani in Italia, che sono diversi da noi italiani cresciuti all'estero.

Per quanto riguarda la politica italiana mi ha sempre affascinata perché complessa, caotica e cosi' unica in Europa. Il fascismo, il terrorismo rosso e nero, la P2, Tangentopoli, mafia e mafie, azioni poliziesche ultra repressive e violente, successione di 12 governi in 20 anni, e da 15 anni la presenza di Berlusconi sulla scena con le sue ripetitive "figuracce", ... Tutto questo non può lasciare nessuno indifferente, italiano o non, per poco che si cerchi Democrazia e Giustizia con lettere maiuscole in Europa. Ho scoperto anche l'altro lato, quelli dei "resistenti" che hanno tutta la mia ammirazione perché mi fanno sperare e credere che un'Italia diversa è ancora possibile, perché lottano ad aprire le menti: Sabina Guzzanti, Marco Travaglio, Michele Santoro, Indro Montanelli, Enzo Biaggi, Beppe Grillo, Piero Ricca, Roberto Saviano, etc.

- Lei vive a Bruxelles, città mista delle più diverse culture, sede delle principali organizzazioni europee e per questo da molti denominata 'capitale d'Europa'. Cosa pensa dell'Italia dal punto di vista dell'integrazione degli immigrati, di episodi di razzismo, xenofobia, recentemente apparsi sulle cronache dei giornali?

Sono nata e vivo in Vallonia, a Charleroi, 70km al sud di Bruxelles (dove tanti italiani son emigrati dopo il 1946 per lavorare nelle miniere e dove nel 1956, 262 minatori, tra cui 136 italiani, sono morti nella miniera di Bois du Cazier, (un museo "must" da visitare per capire l'immigrazione italiana in Belgio).

Io stessa figlia dell'immigrazione, mi indigno sempre quando leggo nei giornali italiani o stranieri ripetute cronache che parlano di casi di razzismo, xenofobia per gli stranieri, ma non solo, intolleranza contro chi e' omosessuale, prostitute o semplicemente differente per il suo aspetto fisico.

Sembra che il vostro governo presenti l'insicurezza sociale come legata all'immigrazione, senza neanche verificare i dati statistici e non distinguendo tra regolari e clandestini, senza neanche provare a capire le ragioni spesso ingiuste o involontarie per cui molti si trovano ad essere in Italia e "sans papier". Mi sembra che pochi in Italia (come pure in Belgio) capiscono che queste persone e famiglie vengono da voi per vivere, lavorare, studiare, producendo benessere materiale e arricchendo il vostro paesaggio culturale.
Perché l'Italia di oggi non usa l'accoglienza come la Germania, la Gran Bretagna, o pure la Scandinavia?
I romeni e gli italiani sono gli emigrati più numerosi nei paesi UE e la comunità di stranieri più numerosa in Belgio è quella degli italiani, 17,4%.
Allora mi domando, essendo loro stessi immigrati, come fanno a non capire gli altri?

- Figlia di italiani, ma per circostanze di nascita anche belga, cosa pensa del racconto di Pap Khouma, ragazzo di origine senegalese ma oramai italiano, che pero' a distanza di anni ancora trova difficoltà di integrazione per il colore della sua pelle?

Commovente articolo. Sono in totale ammirazione per la forza morale di Pap Khouma che lotta ogni giorno contro la stupidita' della gente.
Questa testimonianza mi ricorda fatti molto più leggeri, che sono successi alla mia famiglia. Mia madre tornata nelle sue parti in Italia e' stata insultata da una ragazza: "Belga, torna nel tuo paese!" solo perché mia madre usciva da una macchina targata Belgio. Ma pure qui, in Belgio, mio padre, come tanti altri insultati come "Maccaroni!" non trovavano casa ad affittare perché rifiutavano "cani e stranieri". Più tardi anche a mia sorella avendo preso la nazionalità' belga per motivi di lavoro, e' stato fatto capire dalle autorità belghe che con un cognome cosi' (italiano) non sarà mai belga. Questi esempi lasciano capire che e' molto difficile trovare un posto cui appartenere quando si e' immigrati.

Il razzismo viene da tanta ignoranza ed e' cosi in tutto il mondo in tutte le epoche, ma un'atmosfera cosi' di odio, inumanità, intolleranza e indifferenza come si trova da voi, visto, sentito e capito da qui è drammaticamente eccezionale. Siamo nel 2010 ed oggi siamo di fronte ad un'Italia sempre più razzista perché la politica lo permette e sicuramente incoraggia questo clima di paure e insicurezze assurde, utilizzando i media nel modo migliore.

Mi ricordo l'indifferenza dei passanti quando il musicista rumeno, Petru Birladeandu, e' stato ucciso per errore a Napoli nel metro lo scorso giugno. Terrificante.

- Recentemente il direttore generale della Luiss, Pier Luigi Celli, e' stato protagonista di una lettera-provocazione in cui invitava il figlio a lasciare il paese. Lei in futuro inviterebbe mai suo figlio ad avere una esperienza di vita in Italia? E a lasciare il Belgio? Qual e' il paese che più la affascina?

Inviterei molto presto mio figlio a lasciare questa "Povera Patria" regredita e devastata dalla criminalità politica, l'arroganza, senza più valori di onestà ne' libertà di espressione e stampa, dove i diritti umani non sono rispettati più, il razzismo sempre più crescente, la donna svalutata al massimo, ... per viaggiare in giro per il mondo, per capirlo ed arricchirsi delle sue differenze, e per poi, se gli rimanesse abbastanza coraggio, tornare in Italia per cambiarla.

Lasciare il Belgio? Certo, lasciare pure il Belgio (imparare a lasciare quello che si conosce e' sempre un buon esercizio filosofico :) In Belgio ci sono pure troppo tasse e il brutto tempo guida presto alla depressione... e tanti anziani finiscono la vita in Spagna! :)

- Volendo forzare una generalizzazione, e' possibile suddividere gli italiani all'estero in due categorie: coloro che disprezzano ogni cosa del paese che li ospita, lamentandosi e riferendosi di continuo all'Italia; e coloro che disprezzano ogni cosa dell'Italia e vedono nel paese che li ospita la soluzione e, se non il paradiso, il compromesso perfetto. Lei ha qualche opinione sugli italiani qui a Bruxelles? Pensa spesso a confrontare Belgio ed Italia?

Conosco tanti figli di immigrati italiani che hanno la nostalgia di una certa Italia, solo perché hanno passato le vacanze e se ne sono innamorati... ma per me si sbagliano, non conoscono l'Italia vera. Rimanendo superficiale l'Italia può sembrare attraente, viverci e' sicuramente un'altra cosa, tanto più oggi con il governo che avete.
E se mi viene da confrontare Belgio e Italia, il Belgio e' sicuramente il paese molto più vicino al mio ideale anche se non c'è il mare e il tempo cosi' bello, qui c'è sicurezza sociale e molto più stabilita' politica (nonostante i nostri problemi).

- Le capita spesso di parlare dell'Italia con persone belghe? Quale e' di solito il suo atteggiamento? Difensivo, critico? Cosa ne pensano gli altri interlocutori?

Con persone belghe, succede spesso che parliamo dell'Italia per i suoi monumenti, la sua cultura, la sua cucina.. Da quando c'è Berlusconi a ridicolizzare l'Italia, molto più spesso si parla di politica. In generale non si interessano della politica perché pensano "non sono affari nostri" e non cercano di capire cosa succede in Italia. Quando si interessano, provo sempre ad informarli su chi e' Berlusconi e sopratutto quello che fa (o non fa) con molta passione. Mi succede di discutere su Berlusconi sui giornali belgi (fori). Tanti lo scusano, mostrandolo come vittima dei giornali, dell'opposizione, altri pero' lo condannano e quelli sono sempre i più informati e non sottomessi alla televisione.

- A distanza di anni, cosa pensano i suoi genitori dell'Italia?

Mio padre era molto critico verso l'Italia ed il suo funzionamento, lui non sarebbe mai tornato a vivere in Italia. Penso che gli sia rimasta sempre una certa amarezza per non essere stato aiutato dall'Italia a rimanere li', perché non ha avuto scelta di andar via per trovare una condizione migliore all'estero. Mia madre era con me al NO-B Day di Bruxelles e ne sono fiera.

- Lei ha avuto una parte attiva nella organizzazione del No Berlusconi Day di Bruxelles: il suo impegno non si ferma soltanto all'interesse di lettrice, ma scende anche in campo. Come si e' sentita quel giorno? Farebbe lo stesso se esistesse un caso simile in Belgio?

Era un giorno che aspettavo da sempre, un sogno diventato realtà. Ho preso un giorno di ferie al lavoro e portato con me pure due amiche. Non sarei potuta rimanere nel silenzio un giorno cosi'. Unirmi ad un gruppo di gente che la pensano come me ed essere solidale era un emozione molto forte. Mi e' dispiaciuto che non c'erano tanti altri figli di immigrati come me. C'erano molti più italiani che lavorano o studiano in Belgio. Manifesto volentieri per ogni causa che difende valori di democrazia per tutta l'Europa (sono membro Amnesty International Belgio) perché sono "italo-belga" e mi sento cosi' anche molto europea. Se domani ci fosse un No Sarkozy-Day, io sarei li'.

- Ci saprebbe descrivere in poche righe Bruxelles? Pregi e difetti.

Bruxelles e' una città ricca d'incontri, che riunisce fiamminghi e valloni, ma pure un sacco di altre nazionalità nei quartieri europei e nelle università, una entità culturale con le sue proprie particolarità (dialetto "brusseleer", gastronomia, architettura art nouveau e art deco molto interessante) misto ad altre culture di comunità di immigranti, una città aperta, tollerante e arricchita dalle sue differenze e per questo capitale europea ideale e perfetto "melting pot".

Difetti non ne trovo tanti. Uno di questi e' il non rispetto dell'architettura urbana esistente e dei cittadini di Bruxelles quando hanno costruito il quartiere europeo. Immensi palazzi hanno sfigurato il centro di Bruxelles e tanti cittadini hanno dovuto lasciare quei quartieri ad imprenditori senza scrupoli. Quei posti servono solo ad uffici in settimana lasciando Bruxelles una città vuota durante i weekend.
Se hai un po di tempo ti consiglio di visitare Bruxelles con questa organizzazione ARAU. Visite organizzate in inglese pure, molto interessante per capire la vita urbanistica e l'architettura di Bruxelles.

- Il Belgio agli occhi di uno straniero sembra più una entità amministrativa che una nazione vera e propria per via della diversità linguistica e culturale tra Vallonia e Fiandre. Lei come sente tutto ciò?

Credo di averti già risposto nella domanda precedente.

- Cosa ama di più del Belgio? E dell'Italia?

Del Belgio: la sua posizione geografica che permette di visitare un sacco di città intorno, lasciando cosi' sentirsi in piena Europa ed aperti sul mondo.
Dell'Italia: la sua ricchezza artistica, culturale immensa, riconosciuta in tutto il mondo, che pure è da salvare dalle mani di Berlusconi.

3 commenti:

Zax (Andrea) ha detto...

in Belgio non c'è il mare ???? mi sono perso qualcosa ....

michele ha detto...

@zax: vabè, penso che volesse dire che rispetto all'italia è come se non ci fosse. e poi è così grigio e freddo. cmq bella intervista, @andima, complimenti.

andima ha detto...

@Zax
quoto michele:)

@michele
grazie:) l'intervista risale a due settimane prima di natale, poi causa ferie e pausa natalizia (senza pc, senza internet, senza giornali, disconnessione totale: lo consiglio a tutti, ogni tanto fa benissimo) ho dovuto ritardarla fino ad ora.
il grazie va per la maggior parte a Franca per la sua collaborazione e disponibilità:)

@tutti
se qualcuno ha qualche altra domanda, magari le si può proporre, sono sicuro che risponderà in breve tempo (ovviamente sempre nell'ambito di un discorso educato e civile, lo dico perche' ci son sempre quelli facili alle offese quando si toccano certi argomenti, anche se di questi tempi e' in voga "l'amore che vince sempre su tutto".. :)