Perché alla fine e' cosi', quando sei all'estero e non conosci tradizioni, cultura, abitudini di una nazione, di un popolo, probabilmente ti rendi conto di una festa nazionale soltanto quando le vetrine cambiano improvvisamente tematiche, quando locali notturni organizzano eventi speciali o se per quel giorno ti dicono di non andare al lavoro, perché e' vacanza, e' festività, si', quella li', ah non lo sapevi, beh qui e' cosi'. Consumismo e vita lavorativa sono tristemente delle facili vie di comunicazione per quanto riguarda certi aspetti e quando non intervengono direttamente o per distrazione, magari passa un giorno per te normale, uno di quelli con lo stesso colore degli altri sul calendario, delle stesse attese rientrando a casa o passeggiando immerso nei tuoi pensieri affollati, e invece quel giorno era la Chandeleur.
Cosi' il 2 febbraio in Francia e Belgio si e' celebrato la festa delle candele, festività dedicata alla rinascita, al rinnovamento, proprio perché le giornate iniziano ad allungarsi e le ore di luce incrementano diffondendo sicuramente sorrisi in posti (come il Belgio) dove magari il clima non e' tradizionalmente dei migliori. La parte più carina di questa festività e' sicuramente la cucina: durante La Chandeleur in ogni casa si produce una quantità industriale di crêpes, dolci e salate, da mangiare (ovviamente), da condividere in famiglia, da regalare a vicini ed amici. Perché proprio crêpes? La loro forma circolare ed il colore giallognolo simboleggiano il sole, la luce che agli inizi di febbraio inizia ad essere più presente nelle ore giornaliere. Nella parte nord del Belgio, nelle Fiandre, e' tradizione aggiungere alle crêpes un'altra simbologia legata a questa festa: in uno zoccolo olandese si pone della paglia per sostenere una candela accesa, il tutto posto sul davanzale di una finestra: ancora, e' la luce la relazione chiave, il concetto da festeggiare e celebrare.
Probabilmente in questa Bruxelles cosi' straniera, babele di lingue e culture, poche finestre han mostrato luce e tradizioni lo scorso martedì, o almeno nella zona centrale della città, si saran prodotte poche crêpes e nella frenetica corsa al giorno dopo in pochi si saran resi conto della luce maggiore, delle giornate allungate, mentre magari nelle campagne miti e silenziose qualche bambino si sarà azzuffato di crêpes e la sera, guardando alla finestra, avrà soffiato alla candela in un sospiro a sognare, nell'euforia delle giornate più lunghe, per correre, gridare, giocare.
3 commenti:
Bella tradizione che c'hanno :-) Tu quante ne hai mangiate?:P
La prof di francese mi ha detto che spesso in Belgio nel far le crepes sostituiscono il latte con la birra :D non ci volevo credere.. ci ha spiegato che spesso si usa per problemi di digeribilità e che cmq le si possono dare anche ai bambini perché durante la cottura l'alcool scompare; l'unica differenza e' che con il latte vengono molto più soffici, mentre con la birra son un po' meno malleabili.. ma non so, devo ancora provarne una con la birra :)
La birra era un valido sostituto dell'acqua..spesso non potabile
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