Una lettera su Italians di oggi punta il dito contro i flussi migratori di questi giorni ed ecco il confronto con quelli nostrani, con gli italiani emigranti di un tempo, che "con regolare passaporto" e "con molto decoro e dignità" arrivavano in paesi stranieri con "tutt'altro livello qualitativo", perché gli italiani emigranti, secondo il sig. Cataldo, avevano un altro stile, nell'idea romantica dell'eroe italiano, sempre migliore perché proveniente dalla stessa patria, mentre i protagonisti degli sbarchi dalla Tunisia o dalla Libia sono "veri straccioni, senza manco una bottiglia d'acqua" e "nella migliore delle ipotesi andranno a raccogliere pomodori". Ecco, non so se Servegnini abbia apprezzato la lettera o l'abbia pubblicata per lasciarla sulla gogna pubblica, ma una risposta semplice ed esaustiva potrebbe essere la seguente:
"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali. Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".
(Relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912).
Sull'autenticità dubbia del brano ne ha già parlato ampiamente Paolo Attivissimo, noto scopritore di bufale internaute, che espose alcuni studi riguardanti l'epoca, affermando infine che "vera o fasulla che sia, insomma, la citazione rispecchia comunque fedelmente il sentimento dell'epoca. Se è inventata, è perlomeno verosimile". E se proprio non vogliamo andare così lontano nel tempo, fino al 1912, e così lontano nello spazio, fino agli Stati Uniti, basta domandare ai propri nonni, basta andare a 50 anni fa, Germania, e scoprire che gli italiani dormivano in letti sempre caldi e c'era poco di romantico ed eroico, c'era poco di stile alto e qualitativamente superiore, perché, come dice vinz, "questo è il volto sgradevole e poco iconografico della povertà". Niente di più, purtroppo, ma come capita spesso, chi non ricorda bene il proprio passato finisce col mal interpretare il presente e inventare, fantasticare, giudicare e sbagliare.
8 commenti:
A me sinceramente interessa poco o nulla se chi arriva in Italia sia pulito o maleodorante. A me interessa solo che chi arriva rispetti le leggi e sia possibile per lui vivere in maniere accettabile, ossia, come minimo, potersi affittare/comprare una casa e trovarsi un lavoro (vero). Quello che non posso fare a meno di notare è che il contesto geografico, ossia una nazione popolata con un territorio non infinito, ed economico, con decine di piccole imprese che chiudono e con poche grandi che cercano di andare all'estero, non consentono, a mio parere, di garantire a nuovi arrivati le garanzie minime che ho sopra descritto.
Francamente non so bene che cosa possa esserci in comune, a parte il termine stesso "emigrazione", fra l'emigrazione italiana/europea all'inizio del '900 negli USA, ossia in una nazione che è un mezzo continente con risorse naturali molto abbondanti e sostanzialmente vuoto, con quella cui assistiamo negli ultimi anni.
Secondo me, la situazione non può che peggiorare dal punto di vista della instabilità sociale, dato che non esiste nulla al mondo che possa fermare chi fugge da povertà, guerra e fame.
Solo una cosa, a mio avviso, potrebbe funzionare: creare le condizioni affinchè chi fugge non debba fuggire.
Ovviamente, fino a quando gli unici interventi "occidentali" nelle terre di emigrazione saranno furti di materie prime conditi con guerre e sostegno a dittature nulla cambierà.
(mi scuso per la lunghezza dell'intervento).
Un saluto.
Marco
Grazie per la citazione.
Curioso come la lettera che tu citi critichi il saggio di Stella. Te ne coniglio la lettura.
Non ci sono dubbi sul fatto che gli italiani venissero considerati nei paesi riceventi alla stregua di come vengono giudicati gli emigranti di oggi in Italia.
@Marco
il tuo intervento è lungo ma chiarisce bene la tua posizione, io credo in certi equilibri da trovare e attenti a non lasciarsi convincere dalla propaganda, la maggior parte degli immigrati tunisini e libici si muove veloce verso la Francia, dove possono almeno comunicare, e usano l'Italia come terra di mezzo. Ovvio adesso si assiste a situazioni di emergenza dopo le recenti tensioni e conflitti nel Nord Africa (di cui il bel paese ne è complice), da non considerare quindi nella media.
Sono d'accordo con te sui diritti di base che ognuno dovrebbe avere, su certe garanzie che non sempre sono attuabili, però non considero la questione di essere pulito, sporco o stile, soltanto una questione "estetica", da quelle considerazioni nascono umori, nascono tensioni, nascono ghettizzazioni che rendono poi quegli equilibri più difficili da formare e la convivenza da una parte e l'integrazione dall'altra diventa così un conflitto quotidiano.
@vinz
non potevo non linkare il tuo post sul tema e allora ho pensato bene di citare una delle tue conclusioni:)
Il libro di Stella non l'ho letto ma l'ho già inserito nella lista dei libri da leggere (lista sempre in crescita).
@andima:
Sicuramente c'è chi (e non sono pochi, almeno per la mia esperienza) è davvero razzista, nel senso che divide le persone in razze e successivamente pone delle razze al di sopra delle altre. E condivido quel che che dici, ossia che la componente "estetica" gioca un ruolo importante nella testa di queste persone.
La mente di chi è ignorante, ossia di chi non conosce o non vuole conoscere, di chi si "fa informare" senza informarsi, è facile preda di chi fa affari con la Paura ed è facilmente vittima della Propaganda.
Quel che però mi dà anche molto fastidio è la sottovalutazione di una realtà che è, di fatto, un problema. Un problema non è per forza un qualcosa di negativo, è semplicemente un qualcosa che esiste e necessita di essere risolto, senza drammi.
Il fenomeno migratorio è una realtà ed è anche un problema, nel senso che, a mio avviso, se non viene gestito in maniera corretta può davvero creare sacche di tensione sociale che, essendo difficili da governare, diventano facile preda della Propaganda.
(e mi riscuso per la lunghezza, ma questo argomento mi interessa molto).
Un saluto.
Marco
@Marco
Ma ben vengano gli interventi lunghi se costruttivi:)
Scusa per il ritardo della risposta ma il venerdì è sempre una corsa. Sono d'accordo con te, la questione può facilmente scaturire in malumori e tensioni sociali e infatti va affrontata, non solo a livello nazionale, anche perché, ecco, guarda qui, la prova che lo scopo primario della maggior parte degli sbarchi recenti è di arrivare in Francia, dove però vengono rispediti in Italia, in una danza che non risolve assolutamente nulla!
A tema, consiglio questo articolo di oggi come spunto di riflessione
parte di questo post è stata pubblicata su Italians di oggi, qui
@andima:
Ti ho risposto "di là" prima di leggere qui :-)
Ho visto i video dei tunisini respinti a Ventimiglia...senza parole.
La situazione di "rimpallo" non può fare altro che peggiorare la situazione.
Un saluto.
Marco
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