Bruxelles boom boom è quella città in continua evoluzione che si contorce nelle difficoltà di un boom demografico difficile da gestire, quando le carceri traboccano di detenuti e si è costretti ad ospitarne tre in celle omologate per uno; o quando bisogna prenotare già dopo il primo mese di gravidanza l'asilo nido e si è già in ritardo, paradossalmente, perché non c'è più spazio, tutto è pieno, e le liste di attesa diventano chilometriche. Bruxelles boom boom è quella Bruxelles che grida alla criminalità quando c'è chi viene ucciso accoltellato a Matonge per un furto di cellulare, a pochi passi da una delle vie commerciali principali del centro, o chi viene sparato, alle 3 del pomeriggio, alla Place Bethléem, a pochi metri da una delle pizzerie migliori della città, quella di Momo, algerino dall'accento napoletano, o ancora quando uno studente viene violentato in Place des Martyrs, praticamente al lato del corso più trafficato della capitale e le dichiarazioni dell'università lasciano tutti un po' perplessi, mentre si riaccendono i soliti dibattiti sulla criminalità brussellese.
Bruxelles boom boom affonda le sue radici nel tempo tra edilizia feroce e protagonismi eccessivi, fin da quando il sindaco Anspach, ossessionato dalla Parigi di Haussman, decise d'interrare la Senne, il fiume che diede vita alla città, tra lavori che sconvolsero il centro cittadino per ritardi, corruzione e morfologia urbana; e non sazio, fu proprio Anspach tra i grandi promotori della costruzione di quello che diviene poi il simbolo dell'esagerazione (più vasto anche della Basilica di San Pietro a Roma) nonché ennesimo problema per gestione e manutenzione: il Palais de Justice, distruggendo gran parte di un quartiere operaio, quello di Marollen, e affidandolo ad un architetto che fin ad allora non aveva praticamente nulla sul proprio curriculum, Joseph Poelaert, e la cui intenzione iniziale era di terminare l'opera con una piramide al posto della cupola. Solo la sua morte ha poi risparmiato a Bruxelles boom boom un altro capriccio edilizio, come quello che portò a dividere la città in due, completamente attraversata da binari ferroviari e stazioni e le cui espropriazioni, gli innumerevoli cantieri abbandonati e poi ripresi, marcarono per decenni il tessuto urbano lasciando una cicatrice che ancora oggi divide in due la capitale.
Bruxelles boom boom è quella città che sventra interi quartieri per far spazio a palazzi di vetri e burocrazia, che cancella con qualche pala meccanica le sue maison caratteristiche e tracce d'art nouveau per creare, per esempio, micromondi d'istituzioni europee (senza sosta) o che lascia interdetta anche la comunità internazionale al Congresso d'Architettura di Venezia quando, incredibilmente, si decide di abbattere la Maison du Peuple di Horta, perché non rappresentava più gli ideali della cooperativa socialista, pur essendo un'opera d'arte unica e a poco servì preservarne alcuni frammenti della facciata, lasciati marcire e poi andati rubati, abbandonati nel mezzo della periferia. Bruxelles boom boom è quella Bruxelles raccontata magistralmente da quel genio di François Schuiten per cui una città perde la propria identità nella ricerca di una modernità esasperata a cui mal si adatta e che finisce per ammalarla, di façadisme, di je-m'en-foutisme, ma che al contempo l'arricchisce, di diversità, di creatività.
C'è a chi fa paura, Bruxelles boom boom, e c'è chi non la conosce, nella propria percezione di quel sottoinsieme urbano che quotidianamente vive, ma Bruxelles boom boom è lì, tra le mille facce della tanto nominata capitale d'Europa che però a stento s'elegge capitale del Belgio, immersa in un multiculturalismo scalpitante da gestire e a cui adeguarsi, non senza traumi, in qualche modo, in quello che spesso sembra un gran bel disordine e che invece poi ti fa innamorare.
3 commenti:
Veramente una chicca di cultura e storia.
Interessantissimo
complimenti, come sempre
Luca
@grazie Luca:)
consiglio davvero la lettura di questo fumetto di Schuiten su Bruxelles, è un must read, secondo me, per chi ama Bruxelles.
Molto bell!
Ah...
...un abbraccio
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