Qui, sulle mie spalle

Quando li porto tutti in giro, quei 700 e più ad ogni corsa, me li sento quasi addosso, a volte, come se dovessi esser io a portarli, sulle spalle, come se dipendesse davvero da queste braccia, queste qui - io poi non son mica tanto forte, eh - e non dal motore di questo ferro che ogni tanto si ferma senza fiato e lì poi c'è solo da aspettare; certo, son pesanti in 700, tu vois, non ho detto mica cento o trecento, set-te-cen-to, dico, me li porto in giro per Bruxelles e io almeno ho la fortuna d'usare il boa, così lo chiamano, il serpente di ferro, c'est vrais, un serpente, appunto, il boa. Ho tanti amici che fanno lo stesso lavoro, ma loro girano soltanto sulla linea 2 e 6 e lì no, il boa non può passarci, mica perché fanno discriminazione ai piani alti, mais non, non perché il boa è solo per Schuman e per quelli in giacca e cravatta e bla bla bla, macché, c'est pas comme ça, è che il boa non ci può passare per la 2 e la 6, chi pensa male è mal informato, mon ami. Gli amici miei poi, passano tutto il giorno a sbuffare, non gli piace portarli in giro, quei 700 e più, in giro per Bruxelles, dicono che - je te jure - dicono che non se lo meritano, che li guardano male, si sentono sporchi, giudicati, usati. Mais c'est pas vrais! Eppoi dimenticano che, sul boa, per esempio, ci sale anche mia madre - pensa un po' -, lei mi fa uno squillo quando sale, ogni volta, succede ogni giorno, io così so che lei potrebbe esser lì - magari non c'è, eh, magari è uno altro a portarla con sé - e mi sento già meno solo, anche se solo non lo son mai, con quei 700 e più, jamais seul.
Eppoi penso sempre che, ogni giorno in giro per la città, ma ville, mi porto dietro gente stanca e pieni di problemi, folle frettolose che s'ignorano e s'accalcano, nervosi quand même, ma dietro, su queste spalle, porto in giro anche un sacco di risate e appuntamenti importanti e la soddisfazioni di chi, al fischio della chiusura delle porte, riesce sempre a entrare, all'ultimo secondo, li fisso dallo specchietto, scommetto questo non ce la fa e infatti zut poi non ce la fa, e io scompaio nei sotterranei di Bruxelles, ma belle, invece poi dico ecco guarda questo ce la fa, il va reussir le mec, e zack, me lo porto almeno fino alla prossima fermata, e fa differenza, uno in più, uno in meno, c'est pas une blague, me lo sento qui, sulle spalle, quelle del boa, quando accelero, poi freno, poi mi fermo ed apro gli sportelloni, duecento escon fuori in qualche secondo, altri trecento entran dentro a farmi compagnia e io lì, dallo specchietto, a fissarli e immaginarmi in mezzo a loro, tutta la vita che porto con me, alcuni mi sembra già di conoscerli, giorno dopo giorno, riesco a riconoscerne la faccia, agli stessi orari, qualcosa di loro la conosco, c'est vrais, certo non saprò mai i loro nomi e molti di loro non vorrebbero mai saper il mio, j'en suis sûr. Ah, Mohamed è il mio, di nome, je m'appelle Mohamed, e son un conduttore della metro.

2 commenti:

Belguglielmo ha detto...

Pensa che io credevo tu andassi in giro con 700 euro addosso.

andima ha detto...

@Belgugliemo
tutti a spiccioli, però ;)