Voglio vestirmi da ballerina

E poi tuo figlio di poco più di tre anni ti dice che per carnevale vuole vestirsi da ballerina, ballerino, gli dici tu, correggendo un accordo che magari ancora non domina, lui alle prese con spagnolo, italiano e francese dalla nascita e non sempre, non ancora, in grado di dominare alfabeti e accenti in digestione cerebrale, ballerina ripete lui, quella di Frozen, blue. E tu pensavi di essere di mente aperte, si direbbe, e invece rispondi ma come spiderman, un pompiere, qualsiasi cosa ma, no no no, la ballerina di Frozen, blue, no. E passano i giorni e la richiesta si fa insistente. E alla fine su Amazon sono due click e arriva a casa il vestito da ballerina di Frozen, blue.

Quando vedi tuo figlio con indosso quel vestito c'è qualcosa dentro che ti dice non va, è strano. Poi vedi il suo sorriso, la felicità nel far salti con quel vestito, l'allegria che riesce a diffondere con risate continue e spontanee, bellissime, e tutto il resto passa in secondo piano.

E arriva il giorno in cui a scuola i bambini devono andare travestiti per carnevale. E allora dici spiderman, un pompiere, qualsiasi cosa. Perché i bambini più grandi potrebbero non capire, potrebbero scherzarci, offendere, fare i bulli, pensi. Perché va bene a casa ma fuori non sai. Perché anche se un giorno sarà quello il suo essere naturale, e lo accetteresti per quello che è, natura, oggi non lo sai ed è come se siccome per il momento non lo sai, preferisci continuare a non saperlo, in qualche modo. Perché, infatti, continui ad applicare i tuoi schemi ottusi, che per quanto consideri aperti e flessibili, si trascinano dietro ragionamenti ancora da correggere, son schemi d'adulti e schemi antiquati, son schemi tuoi e non quelli di un bambino di tre anni, che vede solo colori, brillanti, e un bel vestito, la felicità d'indossarlo. E allora che vinca la felicità, dici. E va a scuola vestito da ballerina di Frozen, blue, in mezzo a pirati, supereroi, mostri. Ed è felicissimo, con un sorriso interminabile, felice di andarci così, di mostrarlo, soddisfatto, di esserci riuscito. E altri bambini vogliono lo stesso vestito, tu leggi un po' d'imbarazzo nel sorriso smorzato dei loro genitori, tu pure hai come un certo imbarazzo in tutto questo, perché quei maledetti schemi filtrano in qualche modo la realtà per una normalità, supposta, che si rompe all'improvviso. Eppure i bambini, loro, nello loro ingenuità, nella loro spensieratezza, sono bellissimi e vogliono solo divertirsi, indossando qualsiasi cosa, anche un vestito da ballerina blue, di Frozen, per un maschietto.

Ti vengono in mente le parole di Randy Pausch, "Anybody out there who is a parent, if your kids want to paint their bedrooms, as a favor to me, let them do it. It'll be OK.". Ecco, ti viene voglia di dire lo stesso: A tutti i genitori in ascolto: se tuo figlio vuole vestirsi da ballerina per carnevale, lascia che lo faccia, fammi questo piacere. Andrà tutto bene.

5 Stelle e l'Italia che peggiora

Doveva essere il movimento del cambiamento, di una politica nuova, moderna, migliore. E invece ha peggiorato tutto. Il Movimento cinque stelle e i suoi leader hanno sdoganato fino all'inverosimile negli anni l'insulto al rivale politico, alla stampa, la disinformazione, l'autodichiararsi onesti e puliti, migliori, il complottismo becero, la pancia la pancia la pancia senza costruire nulla. Nulla. Se vent'anni di Berlusconismo avevano già alzato la barra della tolleranza a livelli abbastanza allarmanti, con il Movimento la situazione non è certo migliorata. Anzi. Il movimento del cambiamento ha contribuito direttamente al peggioramento della qualità del dibattito politico e quindi del paese, senza fornire mai un'opposizione sana e ragionevole, non arrivando a rappresentare un'alternativa sensata e promettente.

Il movimento del nuovo ha da sempre mostrato un'incoerenza viscerale proprio perché amalgama senza filtro, perché la pancia vuole tutto e niente, va dai fascisti alle scie chimiche, si nutre di populismo e umori mattutini. Su temi importantissimi per la stabilità di un governo non c'è coerenza. In Europa è prima andato a braccetto con l'UKIP (il partito di Farage, del Brexit, del contro tutti) e poi ha provato un'alleanza con Alde (tra i partiti più pro-europei al Parlamento Europeo). La coerenza. Sull'Euro ogni settimana può cambiare rotta. Nel blog di Grillo hanno ospitato per mesi Bagnai, il mancato premio nobel all'economia da bar e la sua lotta contro l'Euro. Bagnai alla fine si candida con Salvini, lo sciacallo di cronaca nera che fa del populismo il suo pasto quotidiano. L'incoerenza, emblemma del politico italiano, è diventata la qualità migliore del movimento del non cambiamento.

In nessun paese occidentale degno di essere un riferimento il (presunto) capo di un partito invita all'hate speech come ha fatto Grillo per anni. Il caso della Boldrini e di cosa faresti in macchina con lei è di uno squallore disarmante. I giornalisti che andrebbero mangiati per il solo gusto di vomitarli è da paesi del terzo mondo. Ed incoerente per chi prima urlava sulle classifiche annuali di libertà di stampa e la posizione bassa dell'Italia. Il movimento moderno parla come i ciarlatani della preistoria. Che tutto sia nato con un Vaffa day poteva pure andar bene, ma che poi sia diventato uno sdoganamento quotidiano non ha scusanti, nell'alimentare orde di sghignazzi, insulti e commenti sgrammaticati dei grillini anonimi e i leoni da tastiera sociale.

La mancanza di trasparenza perenne tra un'azienda privata e un partito non li aiuta poi nell'autoproclamazione del meglio. Quelli che dovevano essere i guru del web lasciano basiti fin dall'inizio, fin dal nome del partito, con una cifra, il cinque, che se cerchi "movimento cinque stelle" e "movimento 5 stelle" trovi risultati e ranking differenti, insomma geni del SEO. Quelli che chiamano sistema operativo una piattaforma web. Quelli che non riescono a fornire prestazioni decenti alle migliaia di utenti ma che inneggiano alla democrazia diretta e al tutto online. Quelli che cadono su errori di sicurezza informatica da dilettanti. Quelli che come azienda privata incassano quote dai parlamentari del movimento, controllano voti segreti e preferenze, incassano dalle pubblicità sui vari blog e insomma si arricchiscono sulla pancia del popolo. Quelli che si passano la leadership del partito di padre in figlio, da Roberto a Davide. La democrazia diretta in salsa di monarchia. Il movimento del cambiamento ha condiviso con tutti il dilettantismo informatico, il guru-ismo da cv spicciolo. Ha riaffermato l'oligarchia e le trame di palazzo, quello di un'azienda privata.

E poi si contano gli indagati, gli impresentabili, le truffe, come in ogni altro partito italiano. Ma se ti autoproclami onesto e pulito, poi non puoi passarla liscia con le mani sporche quanto gli altri. Se vendi fuffa di candidati eccellenti strappati alla Merkel, che poi risultano essere staggisti alle prime armi, non sei il cambiamento per il meglio. Se proclami avere tra i tuoi candidati un cervello in fuga d'eccellenza, ma che poi lavorava all'università di Pretoria, sotto le prime 500 del mondo nel ranking delle università, con almeno una quindicina d'università italiane con posizioni molto più prestigiose, beh stai vendendo fumo. E potremmo continuare per ore tra esempi e casi vari.

Non sei il partito del cambiamento. Non sei il cambiamento. O lo sei, ma per il peggio. Non sei migliore degli altri e non sei nemmeno il meno peggio, in mezzo agli altri. Perché l'incoerenza, il dilettantismo e il megafono della pancia sono un pericolo. E intanto il paese peggiora.