Ci vuole fortuna

Ci vuole anche fortuna, dicono, quando vai all'estero, quando magari dopo qualche anno ti confronti e hai raggiunto certi obiettivi, ci vuole, dicono, anche culo perché in un qualche modo si ha il bisogno di giustificare certe mancanze, a volte anche limiti, o soltanto trovare un appiglio, un buco nero in cui buttare qualsiasi rimorso o fallimento personale: non ho avuto fortuna. Un po' è quell'endemico malessere mediterraneo del rimandare a domani, dell'oggi no che son stanco, che non so come, che non c'ho i soldi, che domani il Signore ci aiuta e vedremo; un po' è quella malizia del camuffare altro sotto il mantello della fortuna, una spintarella, una raccomandazione, una conoscenza, che senza quella fortuna non si va avanti, non si raggiungono certi obiettivi; un po' è semplicemente sminuire e dimenticare, a volte anche scoraggiare, che senza fortuna non si fanno grandi cose. Eppure basterebbe ricordarsi di Seneca, pure lui mediterraneo ma di altri tempi, e il suo "la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l'occasione" o, come dicono world wide "Luck is where opportunity meets preparation". Ecco, stampatevela questa frase, prima di andare all'estero ma anche prima di finire gli studi, ovunque sia il vostro destino, in terra natia o straniera, l'importante è essere preparati, avere conoscenze e capacità, le fondamenta insomma, come diceva Randy Paush "Fundamentals, fundamentals, fundamentals. You’ve got to get the fundamentals down because otherwise the fancy stuff isn’t going to work.". Ma non è abbastanza. La preparazione in una landa desolata diventa presto sterile. Ci vogliono le opportunità, per aumentare le chance di un incontro perfetto. E allora ecco perché spesso si emigra, perché tu che hai appena ottenuto un dottorato di ricerca in Italia hai sì la preparazione ma vai via, perché altrove ci sono altri fondi, altri progetti, altre ricerche, ecco, altre opportunità. Lì, la fortuna sarà quell'incontro, tra la tua preparazione e le opportunità a portata di mano. E tu, che hai studiato informatica per anni, hai coltivato questa passione viscerale, sei preparato, ma finisci a Roma con un contratto poco chiaro e i limiti culturali e strutturali di una carriera già segnata, vai via, perché altrove meritocrazia e - ancora - opportunità aumenteranno speranze e sorrisi. Perché, come diceva Viktor Frankl, uno che d'opportunità e fortuna  sapeva molto, "When we are no longer able to change a situation, we are challenged to change ourselves". E allora inizia il viaggio, per cambiarsi, per cambiare, verso altre opportunità. Ci vuole fortuna però, o soltanto la forza d'incontrarla.