L'importanza del non dimenticare il passato

Recentemente in Belgio c'è una certa polemica riguardante i festeggiamenti dell'anniversario della indipendenza del paese dall'allora regno d'Olanda. L'evento sarà a luglio e qualche affermazione fuori coro arriva relativamente ad un'altra indipendenza, quella della Repubblica Democratica del Congo, antica colonia belga e scenario storico di invasioni, massacri e guerre civili. Già, perché se pur con numeri non ufficiali (ma il comparire in certe tabelle e' già di per se una vergogna), il re che guido' il colonialismo belga (Leopoldo II) annovera diversi milioni di vittime nell'intento di creare un suo giardino privato in terra africana ed arricchire il proprio reame, con annesse rivolte sedate, mutilazioni, saccheggio di risorse e ricchezze naturali, noncuranza dei più semplici diritti umani, fino a totalizzare circa 10 milioni di congolesi morti a causa di scontri armati e sfruttamento.

Ma la memoria belga non sembra ricordare molto bene tali avvenimenti o almeno tende a dimenticarli. Specialmente nella mente di alcuni politici, quando affermano che non vorrebbero mai delle delegazioni congolesi presenti alle celebrazioni dell'indipendenza belga, perché sarebbe assurdo affiancare la propria milizia a saccheggiatori, assassini e stupratori. Beh, va bene che dopo il colonialismo, il Congo per quasi 50 anni e' stato poi teatro di conflitti interni, guerre civili (e prede di corporazioni europee ed americane che continuavano ad investire e sfruttare le ricchezze di quelle terre), terminando poi in storia recente della più devastante guerra africana per numero di vittime, e che magari quelle milizie non sono tra le più pure e lodevoli, ma certi appellativi, certe responsabilità delle conseguenze, una certa coscienza del passato non bisognerebbe mai perderla, anche perché tutt'oggi il Belgio rimane il maggior importatore di prodotti del Congo.

Forse fa parte del politichese, dimenticarsi del passato, e forse e' cosi' in tutte le latitudini. Sara' per questo che spesso esponenti politici cambiano partiti cosi' come partner in una danza complessa o si lanciano in affermazioni senza freni che magari non si possono ben apprezzare nel filtro televisivo, perché la televisione non ha memoria, ma che grazie alla rete e' facile ritrovare, confrontare, scavare nella notizie ed informarsi.
Succede anche da noi, sarebbero migliaia gli esempi, e succede sempre più spesso. Forse succede anche a noi, nel nostro piccolo, nella politica delle nostre relazioni sociali, quando non ci accorgiamo della violenza di una parola appena detta e dei fantasmi delle eco passate, certo pero' ai politici non farebbe male pensarci un po' meglio, magari quel famoso conta fino a 10 sarebbe già un gran bel miglioramento.

3 commenti:

pedro ha detto...

molto bene andima!
fa sempre bene ricordare gli abusi che il continente africano ed in generale i continenti colonizzati (sudamerica, australia, asia) ha subito dalla 'democratica' e 'progredita' 'civiltà' europea.

per questo, ora quando si storce il naso davanti chi 'ci ruba il lavoro' dovremmo ricordarci che per secoli gli abiamo rubato libertà, terre, risorse, figli...

andima ha detto...

si' pedro
e qui non so ancora, mi mancano dettagli, non so se sia la cultura del voler dimenticare o del voler enfatizzare qualcosa dimenticando altro. La mia prof a scuola di francese per 20 minuti parlo' di Leopoldo II e di tutte le cose belle che aveva fatto per Bruxelles e per il Belgio e tutti gli alunni ad ascoltare interessati mentre la mia espressione cambiava di male in peggio. Poi le ricordai che sotto il suo regno il colonialismo ha conosciuto una delle più grandi stragi dell'umanità e sai quale e' stata la risposta? "Beh, anche l'Italia ha avuto il suo colonialismo, tutte le nazioni europee lo hanno avuto, non solo il Belgio". Poi la mia scarsa capacita' di dialogo in francese ha preso il sopravvento e ho taciuto.

Poi e' ovvio, quando ho letto quell'articolo sul metro e su le soir, con quelle affermazioni, non ho resistito dal buttare giù qualche pensiero.

pedro ha detto...

quello che è stato fatto nel passato, sembra potersi dimenticare.
secondo logica, i belgi di oggi non dovrebbero sentirsi chiamati in causa per cio' che fece leopoldo II (stessa cosa per gli italiani durante il colonialismo), eppure...
eppure quella storia, quel modo di agire di tanti anni fa, influenza anche il presente e lo fara' con il futuro.
se il belgio, l'italia, la francia, gli uk...hanno depredato le colonie, i continenti americani e africani, le conseguenze le vediamo con i nostri occhi.

il ricordo(critico) del passato, la consapevolezza che si è sterminati intere popolazioni, distrutto sistemi, sfruttato risorse, dovrebbero essere vive in ognuno di noi.

in modo tale che davanti ad un essere vivente di colore scuro o diverso dal nostro, in cerca di un futuro migliore, si sia in grado non dico di accoglierlo ed aiutarlo(le nostre vite ed esistenze spesso sono già abbastanza complicate e non facili), ma almeno rispettarlo per le sofferenze che, in passato, 'gli europei' hanno causato alla sua gente...