Nigel Farage colpisce ancora

Ogni mattina passo di fronte all'enorme quanto brutto palazzone Berlaymont, sede della commissione europea, brutto perché mal si accosta allo stile brussellese delle strade e della case che sicuramente han distrutto per far spazio ad uffici e burocrazia squarciando un intero quartiere; ed ogni mattina passando sotto quelle pareti di vetro verrebbe quasi voglia di sapere cosa accade, quanto si amministra ed in quanti modi. Qualche turista scatta la classica foto e poi si dirige qualche minuto più in là, dove si erige l'altro enorme ma forse meno brutto edificio, il Parlamento Europeo, dove più che amministrare si decide e dove recentemente qualcuno conquista sicuramente la scena in nome di una democrazia che non sembra più così evidente, o almeno dove democrazia indiretta si allontana sempre più dal concetto di governo del popolo.
Ed è proprio questo concetto il perno degli interventi di Nigel Farage, parlamentare europeo britannico, che qualche mese fa ha così attaccato il nuovo presidente del consiglio europeo, Van Rompuy (conoscevate questo nome? Beh, sarebbe importante saperlo), in un who are you che rimarrà oramai alla storia.

Nigel Farage non è nuovo a questo tipo di interventi (già con Sarkozy, con la Merkel con un "for Godness sake let the people speak", con la Ashton, vice presidente della commissione europea, aveva sfoggiato le sue doti), e sicuramente intervenire con attacchi personali come "carisma di uno straccio umido" o definire il Belgio una non-country devia l'intero discorso da una qualsiasi ipotesi di ragionevolezza. La settimana scorsa Farage colpisce ancora, con un nuovo attacco a Van Rompuy, in uno Zeus-like che sicuramente concorre con il precedente intervento nelle classifiche dei migliori teatrini politici europei (in cui probabilmente compare anche un Berlusconi mai troppo ricordato):

Guardando questi video ne esce fuori una certa amarezza se non disgusto per come le sorti delle democrazia europea vengano trattate, di quanto i giornali non riportino queste tematiche e di quanto sicuramente veniamo assorbiti dalle politiche nazionali senza pensare che in altri luoghi altre cariche decidano del nostro futuro. Se Farage colpisce ancora è sicuramente anche per il suo stile british magari troppo spinto negli interventi, ma e' anche grazie ad interventi come questi (per la risonanza mediatica che ne deriva) che possiamo almeno avvicinarsi un po' di più a certi argomenti ed iniziare a porci delle domande, punti di partenza per conoscenze magari più ampie. Il punto non e' Farage, che tra l'altro nella sua parte politica in parlamento europeo ha come maggiore alleato la nostra Lega Nord (ma magari sentissimo certe parole di democrazia da loro... ), o se Farage abbia ragione o torto: il punto siamo noi, che non sappiamo, non ci interessiamo e lasciamo fare.

Prima del Trattato di Lisbona la carica di presidente del consiglio europeo veniva occupata dal capo di governo di uno degli stati membri a rotazione di sei mesi, dopo è nata la figura di presidente, eletto per due anni e mezzo e con una sola possibilità di continuità del mandato. Ma posizioni ed informazioni così importanti, nomi nuovi come Van Rompuy, dovrebbero far parte delle nostre conoscenze, dei nostri stimoli e curiosità ed invece passano inosservati dalle masse ed inosservati vanno avanti e decidono, mentre passivamente ci passano informazioni banali, superflue, come mangime. Basta guardare lo spot governativo trasmesso qualche mese fa e come si presenta ed informa i cittadini sul Trattato di Lisbona (aldilà del titolo del video e dell'ennesima teoria di complotto nella descrizione, non sono riuscito a trovare il video senza accenni o relazioni a certe tematiche):

Insomma, sarà tutto migliore, non interessatevi, lasciate fare.

9 commenti:

pedro ha detto...

le sorti della politica, vera, sono oscure alla gente.
in italia applicano uno schema semplice, sbraitano nei talkshow, per distogliere l'attenzione sulle tematiche piu' importanti.
I media preferiscono parlare dei gruppi di fb, di gossip parlamentari invece che in FORMARE.

Tu hai la fortuna di vivere nella' capitale' d'europa e magari vedere quei palazzi di potere ti spingono ad interessarti su alcune vicende e temi.
Ma la stragrande maggioranza della popolazione?
Dov'è finita la 'demos' kratia'?

andima ha detto...

pedro, sono d'accordo con te sulle considerazione riguardanti la nostra politica e la politica in generale.

Per quanto riguarda l'Europa, secondo me il problema e' che la vediamo ancora come "politica estera", come se fosse la politica di un altro paese e quindi non ci interessa, e invece no, la politica d'Europa oggi diventa importante quanto quella nazionale e domani probabilmente sarà la più importante.
Sicuramente non e' facile capire ed io mi sto avvicinando al tema solo di recente, ci son tanti poteri lobbistici e senza entrare nei complotti di chi pensa al club Bilderberg, sto cercando soltanto di capire come funzionano le cose. Le parole di Farage nell'ultimo video "but what really matter is the lost of democracy here, you have not been elected, you are not accountable, there is not mechanism for the people of Europe to remove you" fanno pensare, ma preferisco non giungere a conclusioni affrettate.

Quello che volevo evidenziare e' proprio la mancanza di conoscenze, sono sicuro che per la stragrande maggioranza di noi il nome Van Rompuy non dice nulla e invece dovrebbe.

vinzInBxl ha detto...

Andima, Van Pompuy è un mediatore, nulla di più. Non lo conosce nessuno perchè non ha poteri reali.
Questa è la verità.
Il problema dell'Europa è che e troppo incentrata sui governi nazionali. Prevalgono sciovinismi e nazionalismi arcaici che non hanno più nessun senso.
Questo tizio, dal quale tu mi sembra prendi le distanze, ne è un esempio lampante.


Cercare di capire la logica dei vari trattati è una perdita di tempo. Non c'è. C'è solo la volontà chiara di non rendere l'Europa un soggetto indipendente dai governi che la compongono. Questo è quanto.

Ecco perchè la commissione è una mera tecnocrazia che serve ad implemetare le decisioni prese dai vari Sarkozy, Merkel, Brown etc senza alcuna autonomia politica.

Il problema è che c'è troppo poca Europa, non troppa.

vinzInBxl ha detto...

Quanto al Belgio non-nazione magari è una qualità. Sarà per questo che gli manca lo sciovinismo saccente tipico di molti inglesi.

Altra cosa. Ma il popolo la regina Elisabetta puo' rimuoverla? Vengono proprio loro che sono ancora una patetica monarchia (vale anche per i begi ma almeno non fanno prediche) ed hanno un rottame medievale come la camera dei lord a dare lezioni di democrazia. Certo che ce ne vuole di coraggio.

andima ha detto...

@vinz
Si' proprio oggi leggevo di Van Rompuy e molti lo definiscono come un fantoccio messo li' e pilotato da poteri lobbistici, ho letto anche qualche teoria di complotto (come sempre non mancano in questi casi) ma con i dovuti filtri, ad ogni modo di serio ho letto che ha svolto un gran operato per il Belgio in passato, soprattutto dal punto di vista valloni-fiamminghi come mediatore, insomma qualcuno che lavora ma di cui si sa poco, soprattutto a livello europeo.

Leggere i trattati no, non era il mio scopo, e' vero, e' una perdita di tempo, ho provato a leggere alcuni stralci del Trattato di Lisbona, ma come mi aspettavo e' scritto in modo molto tecnico: ti scoraggia subito! :S Ma almeno sapere quali figure istituzionali crea e cosa cambia rispetto al passato, quello magari si', almeno dare un'occhiata ad articoli riassuntivi.

Ho pubblicato i video di Farage perche' guardandoli non potevo non condividerli, pero' come ho risposto prima a pedro, sembra davvero che si tratti di politica estera, di cose lontane, che non ci interessino, come se semplicemente ignorarissimo questi signori e questi teatrini quotidiani.
Non e' che alla fine c'e' troppo poca Europa anche perche' gli europei in fondo pensano alle proprie nazioni, alla propria casa, e tanto europei ancora non si sentono? Penso che nessuno voglia stravolgere secoli di storia e quindi alla fine l'Europa rimane sempre in bilico tra nazionalismi ed un'idea astratta di un qualcosa che non c'e' ma che si puo' usare come concetto economico, poi militare, poi legislatico, etc. Sicuramente e' un processo che richiede anni e alla fine, per ora, giungo alla stessa conclusione, c'e' troppo poca Europa.

vinzInBxl ha detto...

Per rimanere in tema di cospirazioni ti consiglio il migliore thriller complottista degli ultimi tempi, "The Ghost writer" (l'uomo nell'ombra) di Roman Polaski, sulle vicende di un immaginario premier inglese che sembra essere il ritratto di Tony Blair.
Non ti rivelo la tesi di Polanski nel caso in cui tu voglia guardare il film.

quanto alla tua domanda,
>Non e' che alla fine c'e' troppo poca Europa anche perche' gli europei in fondo pensano alle proprie nazioni?
Si, assolutamente. Senz'alcun dubbio.
Il punto è che ci si rifa ad epoche in cui il mondo era Eurocentrico e tutto il resto era un corollario. Ma la storia va veloce, non aspetta.
Capisco sia difficile accettare che delle gloriose potenze imperiali oggi siano degli irrelevanti staterelli che contano come il due di picche. Che l'unico modo di contare è quello di unire le forze con gli altri. Che problemi quali i cambiamenti climatici, la finanza fuori controllo, la gestione dei flussi migratori, la lotta alle mafie, l'avvento della green economy etc sono questioni che trascendono le dimensioni nazionali.
Si puó discutere di Europa e non-Europa ma il mondo va veloce e non aspetta e le occasioni vengono perdute.

Forse peró parlo cosí perchè mi sono trasferito da una non-nazione ad un'altra.

andima ha detto...

avevo letto qualche recensione del film, probabilmente lo andrò a vedere, grazie del consiglio:) Le cospirazioni e le teorie complottistiche spesso le leggo ma più per curiosità che per sapere, c'è da usare filtri mentali fortissimi e non lasciare niente al caso, il problema e' che certi link hanno maggiore visibilità di altri nella rete, come per lo spot (che valeva la pena guardare) ma senza quel riferimento alle stelle al contrario :S

Sull'Europa, si' vinz, io sono convinto che sia un processo lunghissimo la nascita di una mentalità europea, ed e' vero che il mondo va veloce ma soprattutto perché ci sono interessi economici e di potere che non possono e non vogliono aspettare, il mio dubbio e' sempre quello: non so fino a che punto si punti al concetto di Europa, quell'idea di democrazia europea ed identità, e quanto invece si usi questa complessa macchina per raggiungere altri fini.

Alla fine a livello di equilibrio internazionale, di economia, di commercio, era necessario creare una entità che rappresentasse tanti stati altrimenti poco influenti, l'unione fa la forza, e' verissimo e funziona, e probabilmente un giorno si sfocerà in questo "superstato", che magari per pochi manovratori e' già dietro l'angolo, invece nella mente dei popoli conta tantissimo solo la propria nazione e va bene cosi' come e' ora: la propria nazione + la macchina complessa europea che sta li' tra Bruxelles e Strasburgo e che e' politica estera, non ci interessa, poi pero' se viene deciso qualcosa che non va, qualche norma o qualche legge che va contro le nostre aspettative, ci si risveglia sorpresi e si scopre che con il tempo quella politica estera li', quella ignorata, ha acquisito maggiore importanza del nostro caro statarello, che sia o non sia un non-stato o presunto tale.

E magari e' meglio cosi', ma il mio unico dubbio rimane sulla lontananza che si accentua tra popolo e governo, quando quella democrazia indiretta nazionale diventa ancora più indiretta ma europea.

Tiziano ha detto...

vi consiglio una cosa da leggere
http://www.paolobarnard.info/docs/Il_Piu_Grande_Crimine.pdf
vi si chiariranno molti dubbi e ve ne verranno altri.
un saluto

andima ha detto...

@Tiziano
grazie per il link, non ho letto il pdf ma ho visto i dieci video relativi all'argomento sul suo canale youtube, qualche mesetto fa. Interessantissimo, sicuramente, e con poca visibilità rispetto a quella che dovrebbe avere.