Gianni, Mario e quell'Italia percepita

Gianni e Mario son due grandi amici, vivono a Roma e sorridono insieme. Un giorno Gianni parte, lascia l'Italia, decide di provare altrove, stanco di lavorare più del dovuto senza nessuna remunerazione extra e sentirsi dire di ritenersi fortunato per il sol fatto di aver un lavoro. Mario cerca di convincerlo a restare, ma Gianni è deciso ed inizia la sua avventura all'estero.

Passano 4 anni. Gianni ha una posizione di lavoro che lo soddisfa, lo stipendio è alto, in ufficio è rispettato ed ha fatto più carriera negli ultimi 3 anni che in 10 in Italia. Da quando vive all'estero ha dovuto imparare una lingua, tentare di integrarsi, cercare di attenuare i lamenti per clima, vedere alcuni amici soltanto in webcam su Skype e sentire la voce del nonno invecchiare inevitabilmente. Gianni non ha mai smesso di interessarsi all'Italia, leggendo ogni mattina le pagine web di diversi quotidiani, siti di giornalismo partecipativo, blog di firme note e non: per lui è come mantenere il contatto con il suo paese, per sapere cosa accade, per essere aggiornato, per manifestare un legame indissolubile. Da tutto questo accumulo continuo di notizie sulla politica e la vita sociale del paese che ha lasciato, inizia a nascere un certo senso di distacco, perché Gianni si sente cambiato e non capisce come si possano accettare certi livelli di corruzione, perdite di pluralità di informazione, mancanze di correttezza, di educazione civica, di giustizia.

Durante questi 4 anni Mario ha continuato a vivere in Italia, a Roma, risucchiato dagli impegni quotidiani, dal lavoro, dalla vita di coppia, da qualche hobby iniziato e poi abbandonato, dalla Serie A ed ogni anno a sperare in un calcio migliore. Anche Mario ovviamente non ha mai smesso di informarsi sulla situazione politica del suo paese, ma in modo meno ossessivo rispetto a Gianni, perché Mario non ha bisogno di rafforzare un contatto che non si sta perdendo, lui è rimasto lì e non sente il bisogno morboso di conoscere tutto, proprio perché non avendo cambiato intorno, il suo intorno lo conosce già. Sì Mario sa che le cose non sono certo da paradiso, ma è consapevole che non lo sono mai state e tanto meno cambieranno e poi c'è il lavoro, c'è la vita di coppia, ci sono le scadenze a fine mese, c'è il derby domenica.

Quando Gianni e Mario si incontrano, per un caffè due, tre volte l'anno, o in chat durante la settimana, partendo da una notizia del giorno spesso l'argomento scivola sulle solite considerazioni, sui lamenti di Gianni per la situazione in Italia, quella rassegnazione amara allo stato delle cose e quell'incredulità incessante su come quelle cose possano continuare in quel modo. Mario spesso si sente attaccato, come se di colpo il suo amico diventasse un nemico, come se Gianni avesse dimenticato tutto il resto pensando che l'Italia sia solo quella descritta nei giornali e nei blog. Gianni ripete che anche Mario è vittima della propaganda e di una certa assuefazione e che se le cose vanno così è anche perché conviene un poco a tutti o perché ci si è arresi all'immutabilità delle cose. Mario gli chiede allora una soluzione, la rivoluzione? Una magia? Fino alla classica stoccata del tu intanto sei andato via, facile così. Gianni gli ripete che quell'atteggiamento non è certo costruttivo, ma poi Mario si sente stressato per un problema che sì avverte ma non di una tale gravità, così finisce che il discorso termina incompiuto, con un impegno imprevisto, un saluto veloce, un vaffanculo amichevole.
Domani Mario e Gianni si incontreranno per l'ennesima volta in chat e probabilmente cominceranno di nuovo a parlare d'Italia, difficilmente qualcuno dei due si stancherà né cambierà d'improvviso la propria visione delle cose, mentre fuori gli eventi continuano il loro corso, senza curarsi di tutte quelle chiacchiere, quegli attacchi, quelle difese, quelle amarezze e quelle incomprensioni. E Gianni e Mario continueranno, ognuno immerso nella propria Italia percepita.

6 commenti:

TopGun ha detto...

In comune Mario e Gianni hanno una cosa.
Non sanno che pesci prendere...

andima ha detto...

entrambi hanno una percezione propria dell'Italia che si scontra inevitabilmente con quella dell'altro, perché entrambi vedono le cose da due montagne differenti e tanto lontane tra loro.
Probabilmente l'Italia vera e' in mezzo e loro non la possono conoscere al 100%, e non la conosco neanche io.

TopGun ha detto...

questo signore invece un pò meglio di me, di te e di Mario e Gianni, la conosceva:

http://www.youtube.com/watch?v=KBt_mtaU6rs

andima ha detto...

grande intervista, l'avevo vista tempo fa e l'ho rivista recentemente grazie al tuo blog e se ci pensi.. il problema che lui pone "l'Italia non ricorda il proprio ieri" inghiotte anche lui e le sue parole, purtroppo.

TopGun ha detto...

Eh si.
chi si ricorda di Indro Montanelli e di Enzo Biagi?

chi si ricorda delle figuracce che tutti i galletti del "giornalismo" di oggi hanno fatto in passato (mi riferisco al feltri del secondo video da me postato, ma ce ne sono una caterba).

nessuno.
e quelli adesso sono direttori di giornali.....

e via a dimenticare.

io però non me lo sono scordato.
sono un caso anomalo.

andima ha detto...

no, non sei un caso anomalo Top, neanche io me le sono dimenticate e come noi tanti altri, magari non la maggioranza, ma possiamo diffondere, fare da ponte, sensibilizzare, pensa un po, come facevano nelle ere antiche, tramandare fatti da persona a persona, fatti che altrimenti sarebbero andati perduti. Oggi, nell'era dell'annullamento delle distanze e dell'informazione globalizzata, bisogna ancora tramandare da persona a persona, se non faccia a faccia, attraverso un link, quasi fossero parole di contrabbando, perché i media quelli di diffusione e di potere preferiscono trasmettere quiz, reality show e notizie sull'ultima dieta estiva.