Cosa succede in Europa?

In Olanda il partito della libertà di Wilders, spudoratamente intollerante verso gli immigrati, macina consensi in un paese dove la presenza di comunità musulmane raggiunge il 5.6%. In Belgio il partito nazionalista ha vinto le ultime elezioni e gioca un ruolo chiave nella lenta formazione del nuovo governo in un paese in cui le masse migratorie hanno già creato più di uno squilibrio e la società spesso reagisce in modo abbastanza simile alla nostra Lega, basti pensare al recentissimo caso di discriminazione nella scuola di Lokeren in cui si son divisi gli studenti belgi da quelli stranieri, in qualcosa già etichettata come nuova apartheid. In Svezia il partito nazionalista del giovane Akesson è entrato per la prima volta a far parte del governo e basta guardare uno degli spot elettorali per capire gli umori che ne hanno sostenuto l'ascesa: il capitale statale destinato al welfare diminuisce senza sosta mentre lo sportello dedicato alle pensioni e quello dedicato agli immigrati ne contano le spese fin quando rimane un ultimo budget ed ecco una signora anziana svedese camminare lenta per ottenerlo mentre donne musulmane (in burqa) corrono veloci per assicurarsi gli aiuti. In Finlandia, Danimarca, Ungheria e Romania partiti nazionalisti acquistano potere forti di propagande populiste, anticipando quello che altrove è già una realtà governativa. In Italia la destra maggioritaria è da anni costretta ad allearsi con la Lega per mantenere una stabilità governante e basta ascoltare qualche comizio di Bossi, Borghezio e Maroni per riassumere le volontà razziste e xenofobe del partito. Cosa succede in Europa?

Le parti politiche incamerano da sempre umori della gente che esprime la propria approvazione attraverso il voto ma che si lascia soprattutto ammaliare da propagande e parole quando si gioca con paure, incertezze e statistiche spesso abilmente pubblicizzate. Così flussi migratori vengono facilmente associati ad aumenti di criminalità, disoccupazione, degrado sociale, riassumibili nel timore del diverso, dello straniero, a maggior ragione quando sono tante le caratteristiche differenti, come la religione, l'apparenza, il colore della pelle. E se magari non è esattamente una fotografia della realtà ma giochi propagandistici di pochi per raccogliere consensi e ottenere maggior potere, è sicuramente una fotografia delle paure della gente, del bisogno di stabilità che mal si accosta alla venuta di grosse comunità straniere (specialmente quando i media hanno reso comuni associazioni tanto banali quanto imbarazzanti come quelle con il terrorismo).
Quello che certamente non si può negare è la presenza di un cambiamento, in grossa scala, della società europea. Le ondate migratorie possono sicuramente cambiare gli equilibri interni di un paese (o di un continente) ma la bravura di un governo dovrebbe essere nel trovare nuovi equilibri, nell'adattarsi ai cambiamenti aggiornando il sistema e gli approcci e non nell'opporsi a tutti i costi cercando di mantenere le logiche preesistenti congelandosi nel tempo e rifiutando mutamenti sociali che inevitabilmente dovranno affrontare ad ogni modo nel futuro prossimo. Chiudere gli occhi di fronte alla realtà e cercare di isolarsi o quanto meno rifiutare le evoluzioni del proprio paese andrebbe contro una delle proprietà basiche della natura: la dinamicità. E se quel bisogno di stabilità diviene la forza di questi nuovi movimenti politici, le conseguenza non sembrano affatto felici, perché rifiuto e proibizionismo, discriminazione e isolamento non aiutano certamente il cambiamento, non favoriscono la integrazione degli ultimi arrivati e fomentano quegli umori in molti assopiti (ma di facile risveglio) d'odio e razzismo, scacciando uno dei principali elementi nella crescita e nel miglioramento di una società: la diversità.

Insomma, l'Europa sta cambiando ed è qualcosa di storicamente normale. Vogliamo chiuderci, preservare la nostra razza e proteggerci da contaminazioni e cambiamenti, erigere mura intorno ai nostri confini e pretendere che chiunque entri si adatti di colpo, indiscutibilmente, fin a cambiare il colore dei capelli? Non sarebbe meglio prender coscienza del cambiamento, favorire l'integrazione ma contemporaneamente adattarci anche noi (e non soltanto pretendere), senza degenerare in sentimenti razzismi e xenofobi? Ci vorrà tempo, sicuramente, e magari non sarà qualcosa di semplice ma insieme si può. Accusare, gridare ed odiare è davvero facile e inconcludente, sappiamo fare di meglio.

14 commenti:

pedro ha detto...

ad avere tempo (e capacità) avrei voluto fare anche io la tua analisi dopo aver letto del voto in svezia.
Un paese benestante, grazie al sistema socialdemocratico che ora sembra aver bisogno di chissa' quale difesa contro le 'orde' barbariche straniere.
Dopo l'olanda, l'ennesima assurdità di questa EU che dopo decenni, secoli, rimane ancora non la culla della civiltà, ma dell'arretratezza culturale, delle crociate, del rozzo colonialismo...

Purtroppo in questo l'eu non è sola, la grande mamma u$a ha tenuto viva la fiamma dell'odio.

Depredare, rubare, sfruttare popoli e terre, bombardarle, ridurle alla fame, ma poi indignarsi quando la popolazione di quei posti cerca uno spiraglio di speranza, emigrando dai suoi aguzzini con sorriso falso del peggior giuda.

Questo è il piano.
Mettere noi, comuni mortali dei paesi fortunati, contro i comuni mortali dei paesi sfortunati, invece di unirci contro chi, sia qui che la, sfrutta entrambi.

Dall'altra parte il fanatismo religioso non aiuta, alimenta l'odio anche se non ci crede (i sauditi, gli arabi, finanche bin laden sono soci d'affari del mondo occidentale).

Le moderne crociate, hanno un unico scopo.
Continuare a destabilizzare, creare paura, odio, diffidenza reciproca.
Il dividi et impera, questa volta con il riconoscimento 'ufficiale' del voto 'democratico'.
Cosi' che anche la loro coscienza possa essere pulita.

A queste idee ci sono arrivato con 20 anni di attivismo, studi, esperienze personali, discussioni, letture, viaggi...un coerente 'estremista di destra' che crede nella solidarietà raziale.

TopGun ha detto...

Bel post.
però vengo a fare il bastian contrario.

Leggendo ieri ed oggi, repubblica e corriere, mi è venuta un pò l'orticaria.

stando a come si tratta la faccenda qui da noi, pare sia caduta la social democrazia, la destra xenofoba abbia preso la Svezia che quindi oramai è finita.

Mi limito a parlare di Svezia perché sulle recenti elezioni mi sono un pochino informato.

il fulcro della mia critica è questo:

perché allertarsi sul 5,7% dei voti presi dall'estrema destra (nazisti ripuliti a quanto ho capito), si parla si parla si straparla di cosa succede in Europa (non mi riferisco a te ma ai nostri organi di informazione soprattutto) in Svezia e parlare solo di questo?

diciamo pure che il proporzionale Svedese a doppio sbarramento (entri in parlamento se fai più del 4% a livello nazionale oppure il 10% in una circoscrizione) favorisce molto la partecipazione delle minoranza.

insieme a questo, precisiamo anche che il 94,3% degli Svedesi (i dati definitivi si sapranno domani, ma siamo lì) questi di estrema destra non li hanno presi in considerazione neanche per errore.


perché da come se ne sta parlando, c'è un ondata xenofoba di omaccioni brutti e cattivi che sta per mangiarsi la Svezia.
ragazzi, ma dove???

il vento è cambiato, la Svezia deve affrontare dei problemi (gattosolitario ne ha parlato benissimo), negligenza che protratta fino ad oggi a portato a questi risultati elettorali.

ma è un po pochino per ottenere un analisi così dell'europa.

94,3% di persone ha votato per altri parti.
30% e 30,9 per social democratici e moderati e l'altro 34% diviso fra verdi ed altri partiti di minoranza.

un misero 5,7% non deve essere certo la scusa per sedersi sugli allori, i problemi di INTEGRAZIONE ci sono e vanno affrontati.
ma allo stesso modo non gridiamo alla deriva a destra della Svezia e dell'europa.

la destra Svedese moderata non ha niente a che fare con la destra come la intendiamo noi.

e l'immigrazione in Svezia non è come la nostra e non è gestita come noi.

sono delle precisazioni che vanno fatte.
io mi rifiuto di leggere repubblica e corriere, danno una visione assolutamente parziale ed infondata.

my two cents.

andima ha detto...

@pedro
secondo me ti piacerà molto questo post di Meltiparaben.

Dalle tue parti come è la situazione? Che tipo di comunità extraeuropee ci sono? Quali sono gli umori verso queste comunità?

andima ha detto...

@Top
grazie per il commento, avere un punto di vista differente è sicuramente costruttivo, se fossero così tutti i bastian contrari sarebbe perfetto:)

E' vero, un 5.7% non deve destare drammi ma è comunque un umore della popolazione che viene rappresentato in governo, è una parte emergente che potrebbe anche crescere e che si potrebbe aggregare a qualche altro partito (magari in futuro, per il momento sembra che nessuno se li voglia fare alleati) per acquisire maggior potere. Io spero che la Svezia dia una lezione all'Europa su come risolvere o adeguarsi al cambiamento, ai nuovi flussi migratori.

Dal punto di vista europeo, è sicuramente importante acquisire la coscienza del cambiamento, che le cose stanno cambiando un po' ovunque e un po' ovunque ci sono reazioni anche eccessive che vanno sicuramente controllate ed è giusto secondo me stare in allerta che non crescano maggiormente.
I tempi cambiano, il continente attira milioni di persone che deve accogliere, nel bene o nel male. Adeguarsi è un verbo che bisogna usare da entrambe le parti, una parte si dovrebbe integrare, l'altra dovrebbe capire i tempi e non chiudersi, magari nella paura del diverso o nel timore che le cose peggiorino.

TopGun ha detto...

ok, la guardia va assolutamente tenuta alta sennò l'escalation può essere terribile.

parli di reazioni eccessive.
ebbè guardare così preoccupati a quel misero 5,7% è una reazione spropositata per me.

la novità vera è che da due mandati il governo non è social democratico ma di nuovo moderato.

tipo questo articolo:
http://www.corriere.it/editoriali/10_settembre_21/editoriale_ferrera_46efafa4-c542-11df-8164-00144f02aabe.shtml

è,non dico criminale...ma penso a quanti lo leggeranno e lo recepiranno come verità, quando invece è zeppo di fesserie!
ma quale onda xenofoba ha travolto la Svezia??? e perché questi titoloni li leggo solo in Italia?
il new york times pure parla di terremoto,ma racconta le cose come stanno, corriere e repubblica parlano di catastrofi di Svezia quasi con un piede nella fossa.
ma scherziamo?

94,3 % dei votanti (con affluenza sopra l'82%) non ha votato il partito xenofobo, quindi con forza dico occhio a quello che leggiamo, occhi aperti per il futuro ma non facciamoci mettere in testa che l'europa è di nuovo sul baratro del nazismo.
stiamo attenti, ma non credo proprio si sia a questo punto.

ti segnalo
http://vivalafika.wordpress.com/2010/09/20/la-svezia-scopre-il-razzismo/

e

http://www.boffardi.net/2010/09/21/aggiornamento-sulle-elezioni-politiche-2010/

andima ha detto...

@Top
nessun nuovo nazismo, su questo non ci sono dubbi, anche perché in teoria dovremmo aver imparato la lezione.
Sicuramente questi gruppi politici emergenti sono fotografie degli umori di alcune parti delle popolazioni che, se in numero sufficiente, trovano spazio in un governo democratico, come giusto che sia.
Il problema nasce quando la cosa si espande, fomentare odio è facile, soprattutto con facili propagande, e quello spot svedese mi ha ricordato molto alcuni atteggiamenti leghisti.

Tu hai sottolineato molto bene la situazione della Svezia e l'esagerazione dei giornali nostrani. Io prendevo la Svezia come ennesimo esempio di umori nuovi, da affiancare a quelli già esistenti in Olanda, per esempio. In Belgio la mia percezione è di una pacifica convivenza, poi sfoglio il giornale e trovo qualche episodio spiacevole, come probabilmente accade ovunque. Se ci limitiamo a fatti di cronaca e non a umori nazionali, beh le cose sono sotto controllo, nessun pericolo.

La conclusione che davo io alla domanda "che succede in Europa?" è che non sta succedendo niente di catastrofico, c'è un cambiamento in atto, il cambiamento si chiama flusso migratorio di nuove razze verso il continente, il cambiamento porta diversità, è figlio della dinamicità della nostra natura, l'importante è non reagire con odio e discriminazioni, anche perché l'isolamento, il chiudersi, il rinnegare il diverso non ha mai migliorato nessuna civiltà.

TopGun ha detto...

domani ti rispondo più approfonditamente, adesso ti lascio con un link sulla percezione.
una cosa brevissima:

http://rampini.blogautore.repubblica.it/2010/09/21/sempre-meno-reati-in-america-ma-perche/

vinzInBxl ha detto...

Peró il 5% non è nemmeno cosí poco.
Entrano in parlamento, iniziano ad avere visibilità mediatica, etc.

Colpisce soprattutto perchè ottenuto in un paese a grande tradizione democratica. Il 5% svedese vale percentuali a due cifre in paesi come Ungheria, Romania o Italia con credenziali democratiche ben inferiori e storicamente avezzi all'autoritarismo e alla xenofobia.

Non siamo al nazismo ma il problema esiste. Vedi il caso ROM in Francia.

TopGun ha detto...

Vinz certo però, quello che dico io,

stiamo attenti non fomentare la paura però.
la destra xenofoba ha preso solo il 5,7%.
che come dici tu, essendo la Svezia un paese così aperto va interpretato diversamente.
;a c'è pur sempre il 94,3% degli elettori (circa 82% di affluenza alle urne) che ha votato per il 60% social democratici e moderati e per un 34% altri partiti. 94%!

quello che temo è che adesso ci inventiamo la paura invece di lavorare concretamente e cercare di risolvere i problemi reali.
quasi li "inventiamo"

occhi aperti sempre, mai sottovalutare i segnali, che ci sono.
però sopravvalutarli e pomparli è un errore altrettanto grave.

che poi a quanto ho capito, lo schock maggiore è che per la seconda volta consecutiva, governeranno i moderati dopo decenni di coalizioni social democratiche...

bhe è caduto un tabu, la democrazia in Svezia è viva se è potuto succedere questo.
come dice Andima, le cose cambiano la realtà è dinamica, evolve.

ma la mia paura è che sia risalto esagerato.
non infondato, ma esagerato.
diamo il giusto peso a quei voti, diciamo che il sistema elettorale favorisce le minoranze, diciamo che in Svezia non si sono bevuti il cervello e che ci sono dei problemi, parliamo di com'è l'immigrazione in Svezia e non lasciamo trascinare.

ho veramente paura che si stia cercando di spingere per inventare nuovi cattivi, cosa che però non ci deve far abbassare la guardia, assolutamente!

andima ha detto...

@vinz @Top
sono d'accordo con vinz nel dire che un 5.qualcosa in Svezia pesa sicuramente di piu' e sono d'accordo con Top nel dire che non bisogna andare nel panico e gridare subito all'ondata xenofoba, pero' Top secondo me guardando soltanto alla Svezia non parli del resto, mi spiego meglio: va bene, in Svezia anche un 5.qualcosa non deve farci preoccupare, ma il resto d'Europa? A quanto pare e' un fenomeno emergente un po' ovunque (senza cadere in facili generalizzazioni), e se si espande anche in paesi dove prima non sarebbe mai esistito, beh allora a maggior ragione e' giusto parlarne, e' giusto prenderne atto.

TopGun ha detto...

si hai centrato il punto.
il contesto europeo va assolutamente considerato.

io sono stato parziale perché un minimo informato sui recentissimi fatti Svedesi, e quindi su quello mi sono basato.
poi il caso Svedese ha destato scalpore perché fino a 4 anni fa non si era mai avuto un governo di destra (sebbene molto moderata) e quindi mi sono impantanato su quello.

come osservato da un Italiano in Svezia, tutto questo prima c'era, solo lo Svedese medio avendo le possibilità (economiche e non solo) non vedeva quello che aveva intorno.
Adesso che a Malmo(per esempio) si cominciano a vedere segnali negativi, ci si pone il problema.

il problema non è l'immigrazione ,ma l'integrazione.
va detto che le pene non sono severe il giusto, va detto che le carceri Svedesi sono veramente quasi degli ostelli a detta di molti, e va detto che il politically correct a momenti fa diventare il carnefice vittima e la vittima carnefice...

va corretto il tiro, con serietà e coscienza.

però sento già innalzare gli scudi anti Islam...come se l'immigrazione provenisse solo a lì.
ed anche persone colte, aperte, che hanno viaggiato...cadono facilmente nell'odio quando gli vengono pestati i fiori nel proprio giardino.

stiamo molto attenti.

e come occidentali (hai scritto post sul congo e citato il post di metilparaben) ricordiamoci sotto voce, che il nostro benessere è costato miseria a chi adesso entra in europa...

Serietà e coscienza,senza perdere di vista la realtà ed i nostri interessi.

andima ha detto...

@Top
ha visto questo? :S

andima ha detto...

@Top
ops... non volevo darti del Lei, ho dimenticato una i :)

TopGun ha detto...

guardi andima, Le dirò, molto interessante questo articolo.

se non ho interpretato male, noi in Italia stiamo benone e non risentiamo dell'ondata che sta facendo svoltare a destra l'europa?

veda, io non mi trovo in disaccordo con lo schema del corriere.
ritengo che in italia la destra non ci sia.
percepisco un accozzaglia di brutta gente, ma non distinta in schieramenti.
quindi le monde ha torto marcio, cribbio!