Benigni e quei 200 grammi di superlativi assoluti

Me lo sono rivisto due volte, l'intervento di Benigni al festival di Sanremo, prima di avventarmi su qualche osservazione frettolosa e magari ingenua, ma non riesco ad illuminarmi come leggo in rete o come quando ne parlano altri italiani incontrati in questi giorni in giro per Bruxelles, nel senso che a vedere certe scene non ho le lacrime agli occhi né mi si gonfia esageratamente il petto di uno spirito italico da riaffermare a voce alta e fiera (va bene, un po' mi si è gonfiato, ma infastidito). Certo, chiamato a verseggiare l'inno nazionale durante una celebrazione per l'anniversario della nascita di una nazione, non è facile amministrare le parole quando - come Benigni cita - basta poco per passare da patriottismo a nazionalismo e ancor più difficile, se non impossibile, è prevedere le reazioni della gente, a chi appunto ribolle il sangue nelle vene e la mano sovrasta il cuore e a chi si sente parte del paese più bello, il più mirabile, maestoso, il migliore della storia dell'umanità, del sistema solare, dell'universo.
Bellissima la scena finale del cantar l'inno alla luce soffusa e simpatica più d'una battuta, ma a bloccare la mia illuminazione - credo - saranno stati quei 200 grammi di superlativi assoluti sparsi qua e là, come sale in una minestra saporita e speciale, immancabili altrimenti non si pizzica il palato e il risultato rischierebbe d'essere qualcosa d'insipido, eppure proprio certi sapori, certe prelibatezze naturali bisognerebbe gustarle senza aggiungere aromi, con un po' più di semplicità, perché le spezie poi son sempre un terno al lotto, c'è sempre qualche ospite che non le gradisce, qualcuno che strilla per l'immancabile allergia o altri che si sentono estasiati proprio per quei 200 grammi in più che vanno dritti al palato, direttamente al senso del gusto più profondo e ne vengono conquistati e poi non si sa se abbiano apprezzato il piatto per le spezie o per gli ingredienti principali, proprio quelli che si volevano celebrare.

Ecco perché quei 200 grammi di superlativi assoluti, senza voler spaccare il capello in quattro o voler sempre trovare il pelo nell'uovo, io li avrei omessi, magari evitando quei "la casa reale più antica e gloriosa d'Europa", "tutto il mondo aveva gli occhi sull'Italia", "si tassavano per finanziare questa cosa di grandezza, di bellezza immensa, eroica, epica, erano diventati un mito, tutti gli italiani, dappertutto", "L'Italia è l'unico paese al mondo dove è nata prima la cultura e poi la nazione, non esiste nessun altro luogo al mondo, è una cosa impressionante, ha tenuto insieme la lingua, la cultura, immensa", "L'Italia era il corpo più bello del mondo, questo lo posso dire, proprio per quello era saccheggiato", "in tutti i musei del mondo ci sono km di opere d'arte italiane.. e fa una gioia entrare dentro e camminare e dire ma io appartengo a questa grandezza, io sono uno che vengo da lì", "noi siamo un popolo solenne, memorabile, allegro... l'allegria ci appartiene solo a noi", "Annibale il più grande generale del mondo, una battaglia vinta dagli italiani", "Ogni impero che c'è nel mondo è una pallida, pallidissima, imitazione dell'impero romano", "nessun altro luogo al mondo ha avuto un'avventura impressionante, scandalosamente bella come la città di Roma, nessuno, nessun al mondo, non c'è un'avventura così straordinaria", "tutti a venire a prendere le cose più belle del mondo", "trovatemi un altro popolo che c'ha i colori del poeta più grande del mondo".
Ecco, adesso mi direte che la pasta senza sale non si può mangiare, che un po' ce ne vuole sempre altrimenti diviene immangiabile. Giusto, ma troppo poi fa male al cuore, lo sapete anche voi.

15 commenti:

pedro ha detto...

a me non piace, Benigni, ma sa fare benissimo il suo mestiere, l'artista.
Sa emozionare.
Per il resto, dosa con troppa sapienza le 'spezie' come le hai definite tu.
E' diventato un cerchiobottista, esalta la democristiana tina anselmi, strizza l'occhio per chiunque sia al capo del centro sinistra, se ci andasse merdusconi sarebbe un suo seguace, esalta la chiesa mentre anni fa era stato scomunicato.

Comunque, se mi ha tenuto incollato al video per quasi un'ora, per parlare dell'italia e dell'inno italiano, devo riconoscere che è bravo.

Anonimo ha detto...

Mi sarei aspettato un po' piu' di attenzione da parte dell'autore del Blog. Dall'articolo non si evince se l'autore condivida o meno la visione dell'Italia o della storia d'Italia di Benigni, ma questo non è rilevante. L'unica cosa che si evince è che lui non abbia apprezzato il modo in cui il comico toscano abbia comunicato il suo messaggio. Io lo inviterei a fare un analisi sitematica di cio' che e' accaduto: 1. Benigni era a Sanremo per comunicare un messaggio. 2. Il messaggio era: stiamo uniti. 3. il target del messaggio erano diversi milioni di italiani che erano davanti la tv per rilassarsi ed emozionarsi.
Bene, "Stiamo uniti" è un messaggio emozionale; non si puo' comunicare ed argomentare un messaggio del genere dosando le parole (il sale), oppure, ancora peggio, utlizzando un linguaggio complicato... non si puo' anche perchè le persone dall'altro parte dello schermo non lo averebbero capito o recepito con la necessaria forza. L'unico modo era utilizzare le emozioni, la passione, l'entusiasmo... vendere l'idea di essere fieri di appartenere all'Italia, fieri perchè l'Italia è bella. Come si fà a vendere una cosa alla massa senza esagerare?? senza mostrare una personale convinzione??:) e come si fà a spiegare una persoale convinzione, a trasmettere una forte emozione di appartenenza a milioni di persone senza utilizzare superlativi??
Io suggerirei di provare a fare lo stesso, a comunicare, convincere con passione senza usare superlativi :))) un buon esercizio per l'autore del Blog :) Il secondo esercizio è quello di leggere qualche libro sulla comunicazione:)))
Ciao
Mirko

andima ha detto...

@pedro
Hai ragione, sa fare emozionare molto bene e le spezie bisogna dosarle bene, altrimenti la minestra non piace. Ed è piaciuto anche a me fin dall'inizio, poi però dopo i primi superlativi assoluti, beh mi ha messo un po' sulle difensive, di reazione, non sono riuscito più ad apprezzarlo magari come altri, mi son chiesto se davvero ce ne fosse stato il bisogno, quando ho sentito che l'allegria ce l'abbiamo solo noi mi son detto "sì, vabbe', adesso manca solo la storia della cucina più buona del mondo e del campionato di calcio migliore e poi siamo a posto", ecco le spezie sì ma senza cadere nel facile populismo e a tratti c'è caduto secondo me.
Il giustificante è che sì, come ho detto all'inizio, era lì per l'anniversario della nascita di una nazione, per una celebrazione, certe spezie si è quasi obbligati ad usarle, lo capisco, però poi io mi difendo e me ne faccio una mia opinione.

andima ha detto...

@Mirko
l'autore del blog si lamenta sempre :))
La storia d'Italia di Benigni è stata un miscuglio di errori storici e luoghi comuni, ma non sta a me verificarne fonti ed inesattezze, anche a me è piaciuta molto l'enfasi, il sottolineare la gioventù reazionaria e volenterosa, ma se si celebrano i 150 anni di una nazione non vedo perché bisogni arrivare a 2000 anni prima e chiamare italiani anche personaggi come Scipione o addirittura parlare di minacce del medio oriente se un determinato fatto storico non fosse andato com'è andato, soprattutto oggi come oggi, certe affermazioni le avrei evitate.
Ad ogni modo hai ragione, era lì per comunicare un messaggio e lo ha fatto, d'essere uniti, e ha saputo far emozionare, ma quel sale necessario e basilare mi ha messo sulle difensive, reazione naturale per me, mentre per altri sarà stato il fulcro emozionale della serata. Ma sono convinto che si poteva trasmettere lo stesso messaggio senza esagerare e senza troppi superlativi, perché i superlativi poi sono bastardi, ti fanno credere o almeno ti danno l'impressione che sì, sei il più, il meglio. Non mi piace. Sono d'accordo che nella comunicazione funziona così, ma è anche per questo che il paese è vittima di un mago della comunicazione da qualche lustro e chi mi risponderà che "sì ma la politica è fatta così" beh non farà altro che confermare la tesi, perché altrove non è così, non è soltanto comunicazione ma anche fatti e non menzogne, ma non voglio entrare in tematiche fuori dal seminato del post.
Grazie comunque per la critica perché è sicuramente costruttiva. Vedendo molti estasiati per Benigni ho dovuto rivedermi l'intero intervento convinto d'essermi sbagliato in principio, ma quegli imperativi non facevano altro che mettermi sulle difensive, alcuni li ho trovati fuori luogo, altri esagerati, altri ancora puro populismo, ma mi rendo conto della situazione, dell'evento e del palcoscenico, come hai già ricordato tu, e allora sembra sia giusto chiudere un occhio. Beh, io volevo invece sottolineare, trovare quel pelo nell'uovo e sì, lamentarmi - da buon italiano - anche dell'inlamentabile ;)

vinzInBxl ha detto...

Apparentemente il monologo è suonato sciovinistico, ma secondo me c'è di più. Credo che ci dedicheró un post.

@Mirko,
Interessante. hai qualche titolo da suggerire?

andima ha detto...

@vinz
ma più che sciovinismo, io mi riferivo a quello sdoganamento (e giustificazione) di un populismo facile da parte di chi ha doti sicure per trasmettere certi messaggi in tanti altri (miglior) modi.
Alla fine lo so, siamo animali sociali, sentirsi dire che il proprio gruppo è il migliore fa sicuramente piacere ed ecco che tutto quel sale alla fine fa il suo effetto, tanti con le lacrime agli occhi, il cuore pieno di patria e l'amore per Benigni ed un intervento storico, sublime, etc. Ma poi? Il giorno dopo, la mattina dopo, appena dopo le chiacchiere alla macchinetta del caffè, tutti nella propria macina temporale, ricordando che un tempo (perché per lo più Benigni parlava al passato, sul presente si limitava a battute e doppi sensi) era il paese dei superlativi, magari dimenticando che il tempo va veloce, velocissimo, e c'è un presente da affrontare e un futuro da migliorare.

Certo, non poteva elencare le cose brutte durante la celebrazione dei 150 anni, il pubblico si aspettava il sale e lui lo ha sparso, alla fine era il ruolo di quel momento, lo posso anche capire, però poi nessuno si sorprenda se dico di non aver avuto orgasmi durante il suo intervento, poteva raccontare il tutto con qualche superlativo in meno, secondo me, perché nonostante sia la festa non mi piace sentire stupidaggini tipo l'unico popolo con allegria, eddai... che poi la gente davvero lo crede (e lo fa già in verità) e i paraocchi si fanno sempre più grandi.

TopGun ha detto...

a me è piaciuto.

volendo fare un distinguo, ti racconto un aneddoto.

parlando di Totò e di quanto grande egli sia, non "è stato" ma di quanto lo sia e lo sarà, è saltata fuori la seguente frase:
"Totò ce l'abbiamo solo noi, se lo sognano al nord".

Alché a me è venuto da dire che Totò, è di tutti.
Meridionali, Settentrionali, Italiani,Svizzeri,Cinesi,Americani...Totò è di tutti.
Noi al massimo abbiamo il privilegio di capirlo un pò meglio.

Stare sempre lì a dire "mio,nostro" andando ben oltre il sano amore per l'identità nazionale e per il patrimonio culturale e storico (di cui ci si ricorda poi solo se uno straniero ci offende e ci punge nel vivo e quando c'è qualche ricorrenza, poi basta. come i cristiani che vanno in chiesa a natale e forse a pasqua e poi se ne scordano) non serve a niente.
é doping secondo me.

Si "pompa" e si distorce qualcosa che dovrebbe crescere naturale, come il pane lievitato senza fretta, sennò c'è quel retrogusto di lievito di birra che lo rende artificiale.

Bella ed ineccepibile l'esibizione di Benigni, diversamente non poteva fare.
Se mangi pane lievitato in fretta e senti il retrogusto di lievito, non puoi che esaltare le virtù del lievito, anche se la lievitazione naturale è tutta un altra cosa.

andima ha detto...

@Top
Però se ti domando: senza tutti quei superlativi, ti sarebbe piaciuto così tanto il suo intervento?
Se mi rispondi sì mi confermi che forse siano stati superflui, se mi rispondi no mi confermi che quel populismo abbia fatto il suo effetto.

In entrambi i casi saresti d'accordo con me, vedi Top, grazie :D

TopGun ha detto...

Mi è piaciuta con i superlativi.
L'unico modo possibile, purtroppo in 150 anni non siamo riusciti a fare il lievito madre :)

Zax (Andrea) ha detto...

ho letto e sentito parlare talmente tanto dell'intervento di Benigni che sono andato a pescarmelo su youtube. Che dire ? Benigni fa il suo mestiere, non è il mio comico preferito ma la gente lo adora, un messaggio doveva dare e l'ha fatto al suo meglio. Di certo non mi ha emozionato; senza andare troppo OT, direi che la sua 'unità d'Italia' assomiglia un po' troppo a quella che ci è stata insegnata alle elementari e un po' meno a com'è andata veramente ;-)

Andrea
PS: non è così grave, e non capita solo in Italia. Proprio di recente ho scoperto cosa insegnano ai bambini cinesi in merito alla 'lunga marcia'

andima ha detto...

@Zax
sì è vero, ha fatto il suo lavoro e anche bene e sono d'accordo, non accade soltanto da noi e specialmente durante certe celebrazioni si esagera sempre, mi ricordo quando andai alla cerimonia dell'independence day americano qui a Bruxelles, beh i proclami in fondo erano quasi gli stessi, la nazione di turno è sempre la migliore e tutti ad applaudire..

Alessandra ha detto...

leggiti questo articolo e la discussione che ne è seguita: http://www.nazioneindiana.com/2011/02/22/la-lezione-di-storia-di-benigni/

andima ha detto...

@Alessandra
grazie per il link!

Matteo ha detto...

ok, ne è passato di tempo da questo post. scrivo qui perché è un rimando al post pubblicato oggi.
solo per dire che anche in Germania è nata la cultuira ben prima che la nazione. siamo unici solotanto perché viviamo in una pensiola a forma di stivale che si vede chiaramente in tutte le carte geografiche ;-)
un po' come la danimarca, la grecia, o la corea.

andima ha detto...

@Matteo
Ti correggo, a essere unici son buoni tutti, noi siamo i più unici ;)