M'illumino d'accenti

Quando l'ho detto ai tasti degli accenti, che per usarne uno c'è chi ha avuto problemi, che "devi fare tre mosse con la mano molto poco pratiche", o che addirittura poi, anche dopo le tre mosse molto poco pratiche, succede che ci son "refusi di stampa dovuti ai programmi dei computer che tutti coloro che li usano regolarmente sanno che correggono automaticamente gli scritti", non m'hanno capito, per via delle mosse, per via dei programmi o per via dell'italiano, che quasi volevan andarli a conoscere, gli altri, i tasti della Biancofiore, ma ho detto loro che son tasti virtuali, roba nuova, d'iPad, e che poi bisogna lasciarla stare, la Biancofiore, che è un onorevole, appellativo che sottolinea la fiducia a lei assegnata da parte del popolo elettore (pensa te) e che altrimenti lei chiama la mamma "che è stata insegnante e ha seguito il mio percorso scolastico, oggi gravemente malata e che non ha bisogno di altri dispiaceri". E loro, i tasti degli accenti, non vogliano darne, di altri dispiaceri, solo che per calmarli poi ho dovuto accarezzarli un po', continuando come in una ninna nanna, a ripetere incapacità, immaturità, comicità, vanità, democraticità, bidè.

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