C'è chi si perde

C'è chi si perde a Bruxelles tra il freddo dell'inverno che lento più del solito decide d'abbracciare edifici e sciarpe, mentre tra le casette di legno del mercato natalizio paga un vino caldo che riscalderà la gola rauca ma chissà i pensieri, appena il fiato fa nuvole nell'aria perché sì fa freddo, appunto, ed i pensieri son fugaci, s'intravedono nella condensa e poi van via, veloci, quando scompaiono perché caldi ma non abbastanza. Son più caldi in compagnia, quando c'è chi si perde tra salti e sorrisi in un concerto degli Shantel all'Ancienne Belgique, dimenticando giornate di lavoro ed impegni voraci, voraci di tempo ed energie, che non son mai troppe se nel girar lo zucchero al caffè c'è il sonno che bussa all'epifisi perché - dice - c'è quel sogno da terminare e un bisogno bulimico da accontentare, sicuramente non adesso, adesso che sei lì ballando allegro e c'è un tizio a lato che si accende una sigaretta dove non si può. Non si può, hey, hai visto il cartello? mi dispiace ma bisogna spegnerla - gli fai notare - e lui lo fa, ti stringe la mano e continua a ballare, con te, che gli avresti dovuto offrir una birra per il gesto, che non è da tutti, lo sai, come sabato sera all'Antitapas qui a Bruxelles, serata organizzata anche da italiani, dove ad un certo punto fumavano tutti ovunque, dove non si può. Non si può, mi dispiace, hai detto all'organizzatore, italiano, che fumava anche lui e rispondeva spallucce, perché non basta andar all'estero, non c'è filtro allo sportello Ryanair, non c'è mica un'Italia migliore fuori dai confini, c'è la stessa miscela nel campionario statistico, gli stessi talenti e gli stessi idioti, solo che si perdono, anche loro, tra accenti stranieri e un salario migliore, tra la speranza di trovare soddisfazioni represse e la convinzione di poter far legge propria solo perché altrove, e son proprio quelli poi che ti fan sentire come chi normalmente deridi: italiani all'estero che odiano altri italiani all'estero. Ma sarà lo stress, sarà che c'è chi si perde in qualunquismi dannati ed opinioni affrettate, mentre una chouffe scende veloce in gola ed il ragazzo tedesco ti racconta storie di gente che t'immagini, distrattamente, e ti perdi anche tu, tra facce sconosciute e fantasie stereotipate, mentre l'ultima birra raccoglie i pensieri già più allegri e l'orologio ricorda che domani ci son mostri da affrontare, ti perderai anche tu, nuovamente, appena la metro striderà la chiusura delle porte e sarai arrivato, mentre altri, intorno, si perderanno a loro volta, ognuno coi propri mostri da piegare.

3 commenti:

rafeli ha detto...

e ad un certo punto c'ero pure io perlamiseria, e le nebbie del rumcola non mi giustificavano affatto

andima ha detto...

@rafeli
eh ma tu stai sempre in bella compagnia uagliò, il resto son bazzecole chevuoichesia

Belguglielmo ha detto...

Anch'io c'ero e neanch'io ho scuse valide se non che non ricordo bene, potrei non aver fumato molto, potrei non aver barcollato davanti al vespasiano, potrei non aver importunato la dj rock chiedendogli i New Order, potrei non averle urlato nell'orecchio lo spelling S! M! I! T! H! S!, potrei non essere scappato via insultando la beceritudine della serata come ogni volta. Ad ogni modo il mio portaoce ha pronto un comunicato che smentisce tutto.