Turista

Poi ti ritrovi ad appena qualche chilometro da casa, che non sono molti qualche chilometro, e nessuno ti capisce, non puoi comunicare, ti guardano con gli occhi straniti e ti continuano a rispondere nella loro lingua, a qualche chilometro da casa, anche se son quasi tre anni che vai a scuola serale di francese e lo parli anche discretamente, il francese, la prof ti fermerebbe ad ogni vocale pronunciata male, ma gli altri, in generale, ti capirebbero senza sforzi e qualcuno ti farebbe pure i complimenti, però a qualche chilometro da casa nessuno ti capisce, non puoi comunicare, ti fissano con gli occhi in disaccordo o ti ignorano come se le tue parole non avessero suono. Sei muto, a qualche chilometro da casa. Potresti usare la lingua del millennio scorso, l'inglese, perché quella del nuovo millennio, il mandarino, non la sai, ma potresti usare quella che vendevano una volta come lingua del futuro, ma niente, neanche quella funziona, a pochi chilometri da casa, e non sei in un vicolo dimenticato del borgo antico ma nella stazione centrale di Mechelen, a qualche chilometro da casa, e ti ritrovi a dover indicare con le dita, quello che vuoi, e mentre lo fai fissi il dito, la luna non c'è, fissi il dito e pensi che un turista, quello appena sbarcato questa mattina, con la mappa e la macchina fotografica, un turista farebbe la stessa cosa, usando il dito, ma tu, che in questo paese ci vivi da tre anni e che fai sforzi a volte anche notevoli per studiarlo e capirlo, tu in questo paese non sei un turista, ma sei straniero uguale, a qualche chilometro da casa, semplicemente perché anche il tuo vicino, quello belga, quello che non è turista, che non ha bisogno di mappa e invece delle foto ha i ricordi di una vita, ecco il vicino non è straniero, ti risponde sorridendo che lui, in quella stazione, a qualche chilometro da casa, avrebbe fatto lo stesso, usato il dito, come il turista, per ordinare il succo di frutta, quello ace e non quello alla mela, e ai soldi domandati in olandese dalla cassiera avrebbe risposto merci e bonne journée, in francese, così, con il sorriso finto. Esattamente quello che hai fatto tu. Ma, a questo punto, stai diventando belga anche se ti sentivi turista, a qualche chilometro da casa? Nee!, direbbe la cassiera, belga.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

non direbbe "Nee"?

andima ha detto...

maporcazoxxxx giusto, direbbe nee, è che tra nee neit e geen faccio confusione

correggo subito, grazie:)

Anonimo ha detto...

Comincio subito a scusarmi perche' io in Belgio non ci sono mai stata e forse questa domanda e' stupida. Pero' non sarebbe giusto insegnare sia il francese che l'olandese cominciando dall'asilo visto che le lingue che si parlano nel paese sono tutte e due? Ma non intendo insegnare l'olandese come lingua straniera ma proprio insegnare in olandese anche nella zona francese e viceversa. Insomma se i bambini sono a scuola 6 ore al giorno 3 si parla in francese e 3 in olandese.
E' cosi strano essere nello stesso paese, essere belga ma non capire l'altra meta' del paese. E' ovvio che per gli stranieri e' diverso. Imparare una lingua alla volta e' piu' semplice.
Marilena

Grupposancarloforever ha detto...

Un saluto da un gruppo di Sassaresi d.o.c.

andima ha detto...

@Marilena
non ci sono domande stupide, tranquilla:) Beh, a causa di storiche discriminazioni linguistiche e paure di dominazioni linguistiche e perdite culturali annesse, probabilmente al nord sono restii all'educazione del francese, eppure statisticamente (ed empiricamente, per me) sono più frequenti i bilingui nazionali al nord che al sud, al sud prevale una certa pigrizia non solo nei confronti dell'olandese, ma anche per quanto riguarda l'inglese, forti probabilmente della loro lingua popolare e diffusa e che si va diffondendo sempre più soprattutto a Bruxelles, dove oramai più dell'80% è francofono, seppur trovandosi geograficamente nella parte nord (e soprattutto grazie ad un processo di francesizzazioni iniziato con l'invasione francese ai tempi di Napoleone). Un altro punto importante è che insieme alla lingua sono annessi alcuni diritti, in Belgio oltre al governo principali e la gestione delle tre regioni (Fiandre, Bruxelles, Vallonia) esistono enti per le tre comunità linguistiche (francese, olandese, tedesco, le tre lingue nazionali), diritti che cozzano con lo status quo delle regioni e che spesso hanno creato anche cadute di governo (vedi la questione BHV di comuni con una maggioranza linguistica ma localizzate nella regione dell'altra lingua). Come vedi le cose non sono semplici, anche se probabilmente son diventate più complesse di quanto in realtà sia necessario. E ad ogni modo, queste sono osservazioni, le mie, di uno straniero, quindi da prendere con le pinze :)

Anonimo ha detto...

Beh dai, è ora di imparare il dutch :-)

mariantonietta ha detto...

ma quella che vendevano una volta come lingua del futuro non sarà per caso il latino? perché 'sta cavolata la diceva la prof del liceo al Capitano e lui se la ricorda ancora tanto da averla raccontata più volte anche a me.

andima ha detto...

@mariantonietta
la lingua del futuro è chiaramente l'olandese, me l'ha detto la cassiera belga;)

andima ha detto...

@gatto
da settembre, oramai e' deciso!;)

Flavio ha detto...

..sulla questione della lingua francese ed olandese..
Qualche settimana fa, sono stato ad una mostra in un centro culturale a Lebbeke in compagnia di due donne inserite professionalmente e colte. Entrambe di nazionalità Belga, una francofona, una fiamminga e fin quì .. Ebbene, le due gentili donzelle riuscivano a comunicare, per via dei loro AMANTI, solo grazie all' italiano!

andima ha detto...

@Flavio
eheheh, questa è una di quelle chicche che, mentre le si vive, si è quasi increduli e si pensa già alla faccia che faranno gli altri quando gliela racconteremo :) anche questo è Belgio.