Prima del calcio d'inizio

Eccola che sta arrivando, la partita quella tanta attesa, quella che da giorni rimbalza da un titolone ad un'opinione, un pronostico e cento statistiche, ma no, manca qualcosa, quest'anno più degli altri. Il grande spettacolo di distrazione di massa è iniziato, un mese di calcio in cui ubriacarsi di azioni, contropiedi, replay e commenti interminabili, ovviamente tifando per il proprio paese, la propria squadra, magari anche solo timidamente, ma provando poi quella specie di orgoglio, quello che solletica il sorriso se poi si vince una partita, figuriamoci il torneo. In una città come Bruxelles anche gli edifici si colorano di calcio, dai balconi calano bandiere di ogni colore a trasformare in un enorme stadio anche la stradina apparentemente più innocua; nei pub si possono incontrare tifoserie di ogni paese, ognuno intento a gridare, sudare, gioire o licenziare il risultato in una smorfia smorzata, però spontanea, però inevitabile. Qui, in quello che tanti definiscono il cuore d'Europa, si creano d'improvviso curve di tifoserie nelle terrazze dei bar e cori, battute, abbracci e fraintendimenti. Ma vale davvero la pena concentrarci così tanto in una partita di calcio, di un campionato europeo, mentre quell'Europa da pochi rinchiusa in trattati economici ed accordi di potere va affondando, ogni giorno, tra incertezze e ricadute? Riuscite davvero a dimenticare tutto e ridurre tutto ad uno sport, mentre poi la sera prima approvano piani di risanamenti bancari da cifre colossali da ripagare poi con aumenti delle imposte ed i dati sulla disoccupazione sembrano giocare a chi riesca a battere il record storico più alto?
La chiamano magia del calcio, quella che riesce a raggruppare numeri così alti di sostenitori in uno stadio, davanti ad un televisore, nei milioni di click per articoli spesso sintetizzabili in poche righe. La potremmo definire in tanti altri modi, anche con aggettivi abbastanza dispregiativi, ma non potremmo negarne l'esistenza. Eppure è inquinata, quella magia, dalla crisi economica e non solo. Crisi d'Europa. Sareste felici (e capaci) di unirvi con amici e conoscenti - volendo esagerare - e lanciarvi nella festa di chi però ha appena avuto un lutto in famiglia? O andare in discoteca - volendo estremizzare - e distrarvi tutta la notte, dimenticare tutto il resto, con il vostro amico, quello migliore, mentre però sua madre è nel letto morente? Questa è Italia - Spagna, o un'improbabile Germania - Grecia, Irlanda - Portogallo, per esempio. Certo, lo si potrebbe fare, per distrarsi, appunto, per dimenticare, per unirsi in un momento sociale al di là dei populismi politici ed i debiti nazionali, è vero, relegando altrove, per novanta minuti, tragedie, bilanci e teorie economiche. Perché alla fine è solo una partita di calcio, verissimo, e bisogna pur rilassarsi un po', senza moralismi noiosi e prediche stonate. Però qualcosa s'è rotto, per questi europei, un incantesimo, forse, che magari poi ritorna al primo pallone sotto la traversa, nell'angolino irraggiungibile. O forse no.

9 commenti:

elle ha detto...

Hai ragione andima! Ci ho pensato anch'io in occasione di Portogallo-Germania di ieri.
Anche qua è tutto un fermento di tifoserie da tutta Europa!
E oggi Forza Italia più che mai!

rafeli ha detto...

uagliò, siamo l'orchestra del titanic!

e oltre a questo, un europeo nella capitale europea, come si fa a non viverlo?

andima ha detto...

@elle
aspetta, se mi dici che ho ragione e poi concludi con forza Italia nello stesso commento, allora o mi sono espresso male nel post o non ci siamo capiti :)

@rafeli
mi sa che gli amici spagnoli dicono lo stesso :) anzi, ne sono sicurissimi, a quanto pare, forse anche troppo.

@andima
Per continuare con il post, vista la situazione corrente non capisco i titoloni in prima pagina di Repubblica e Corriere sulla partita. il Fatto lo rilega giustamente come quarto-quinto titolo (hanno la mia stima, almeno per questo) e addirittura Napolitano, uno dei nostri peggiori presidenti di sempre, fa dichiarazioni, manda i complimenti, insomma non stiamo messi poi tanto bene. Sai che novità - mi si dirà - eh va beh.

elle ha detto...

No no, sei stato chiarissimo!
E concordo anche.
Però la partita sono andata a vederla lo stesso, tifando anche per l'Italia. Sono contraddittoria? :D

andima ha detto...

@elle
è che alla fine sono andato a vederla anch'io!

dancerjude ha detto...

@andima
e inevitabilmente hai esultato al gol di Di Natale! ;-)
non ci possiamo far niente, anche se sappiamo che l'Italia va a puttane, se l'economia è in pericolo e domani non avremo la certezza di niente, non riusciamo a non desiderare di distrarci per quell'ora e mezza, nel subconscio tentativo di riscatto, come se quel gol fosse una piccola cura per le amarezze quotidiane... il giorno dopo si ritorna agli spread e alle imposte da pagare, ma per quell'ora e mezza il nostro cervello è andato in safety-mode, si è calmato o forse si è solo anestetizzato... anche sapendo degli scandali sulle scommesse, di calciatori milionari che non si accontentano... nonostante il terremoto, e la bomba di Brindisi... nonostante tutto e tutti siamo sempre pronti a vedere come va... e io personalmente ieri mi sono divertito =)

andima ha detto...

@dancerjude
sì, ho esultato, come ho gridato "e tirala, caxxxx" quando Balotelli sembrava intontito davanti Casillas, però un po' disincantato, quello sì, lo notavo, senza molto entusiasmo prima e dopo, senza troppo furore insomma. Lo stesso per alcune ragazze spagnole, che ovviamente non hanno ben visto il loro primo ministro Rajoy che la notte prima firma il bailout del paese e poi scappa sull'aereo per andarsi a vedere la partita, beh.. un po' ti passa la voglia di tifare..

preferina ha detto...

Andima non sono d'accordo col tuo post.
Era meglio Dublin per il calcio. Io ci ho vissuto i mondiali nel 2006 e la magia del calcio di quella città non l'ho mai più ritrovata neanche nei bar portoghesi :)

andima ha detto...

@preferina
neanche io sono molto d'accordo con il post, funziona così con certi umori, poi passano.
Ma, aspetta, io non paragonavo Bruxelles ad altre città in tema di atmosfere calcistiche, descrivevo solo quello che c'è, però è vero, a Dublino si viveva in modo più intenso adesso che mi fai ricordare.