Tutto un equilibrio sopra il Whataboutism
Gli immigranti, la moneta, l'Europa; il ponte, i selfie, gli applausi; il consenso, le competenze, il programma; l'opposizione, le promesse, le bugie; la rete, i troll, la Russia: è tutto un equilibrio sopra il Whataboutism, quando parli di A e ti rispondono e perché allora, B? quando stai criticando l'ultima sparata di B e ti rispondono eh ma C faceva peggio, il pensiero dominante nella risposta di un dibattito che non c'è è demolire l'argomento altrui buttando il tutto altrove in pochi secondi, con il eh ma what about?, non sono neanche più monologhi paralleli, dove ognuno continua per la sua strada con paraocchi ingombranti e le sue tesi dalle fondamenta solidissime, non c'è nemmeno più il confronto infatti, c'è la demolizione a prescindere, conscia o culturale, dai talk show ai commenti di piattaforme asociali, condita nel migliore dei casi con un po' di strawman argument, è tutto un equilibrio sopra il qualsiasi cosa tu dica c'è chi ha fatto peggio e quindi ciccia, con disinvoltura. Non c'è tempo per i contenuti, gli approfondimenti, il debunking anche quello spicciolo a volte, che smonterebbe già la maggior parte della spazzatura vomitata a fiumi, c'è subito il prossimo what about già prontissimo da servire, veloce: condividi, mi piace, commenta e avanti. Papà perché hai risposto male a mamma? Eh ma what about tu con tuo fratello? E la cultura, le abitudini, la tolleranza, le assuefazioni vanno così. E pure il paese.
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1 commento:
Ma sopratutto non ci sono più i: "perdonami, ho frainteso", "spiegati meglio", "hai ragione tu", "ho detto una stronzata" e sopratutto "si, hai ragion tu" e "non ho capito IO un cazzo".
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