Quella luna troppo lontana

Dopo una lettera pubblicata su Italians, qualche giorno fa, ho ricevuto numerose email, come al solito di ogni tipo: dalle approvazioni agli insulti. La lettera parlava della recente sentenza riguardante Dell'Utri (parte di un post pubblicato su questo blog il giorno prima), argomento indubbiamente delicato, ma apparire in uno spazio web di così ampia portata è anche un modo diverso per confrontarsi con gli altri ed osservare le reazioni dei lettori. Avendo avuto già in passato l'opportunità di comparire sullo spazio web gestito da Beppe Servegnini, quello che sembra prevalere da questo insieme empirico di risposte collezionate è un quadro amaramente deludente di sentimenti scontrosi, talvolta addirittura di minacce, per la maggior parte di attacchi se non personali sicuramente ad argomenti che slittano decisamente da quello della lettera.
Dicono che quando il saggio indichi la luna, lo sciocco guardi il dito. E lungi da me dal definire l'autore saggio e detentore della Verità né tanto meno gli altri stolti per il sol fatto di avere una opinione diversa, una percezione dei fatti differente, ma se parlando di una sentenza di concorso esterno in associazione mafiosa si risponde con un elenco di avvenimenti del passato riguardanti perentoriamente la sinistra, si accusa di leggere soltanto Repubblica o di essere uno sporco rosso, se si sottolinea che tanto la cosa è ininfluente, che ne hanno già fatte di peggio o che ci sarebbe da parlare tanto anche dell'opposizione, allora ci si continua a distrarre, a sviare l'argomento, a fissare un dito o voltare lo sguardo indietro nel passato e non guardare un fatto compiuto, una condanna, una luna che sta lì e che invece sembra troppo lontana, come se non la si volesse affrontare, come se per la distanza divenisse davvero irraggiungibile, incomprensibile o soltanto priva di interesse.

Ecco, perché parlando di una condanna per mafia si continua a parlare di destra e sinistra, del passato e degli altri, di come Tizio e Caio fecero cose simili o non meno gravi? Se lo hanno fatto in passato, se lo fa l'altra parte, allora è meno grave? E' così che si pensa di voler cambiare le cose (se davvero c'è la volontà di cambiarle)? Una sentenza per mafia diventa davvero meno grave se si parla di sinistra, di leader del passato, di personaggi non meno disonesti? Non c'è nulla di costruttivo in questo modo, si applica esattamente la strategia berlusconiana di attacco, denigrazione e grida, etichettando tutti come comunisti.
Quando si parla di mafia invece, di tribunali, non dovrebbero essere coinvolte parti politiche ma bisognerebbe soltanto interessarsi alla giustizia. Se vogliamo, sinistra e destra non esistono, sono concetti estremizzati ed utilizzati per confondere il popolo, in uno stato non più di diritto quello che veramente esiste è soltanto un insieme di persone in lotta per una fetta di potere, tutto qui, semplicemente.
Quello che conta è che i giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo hanno condannato Marcello Dell'Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Questa è la luna. Il cofondatore di Forza Italia, il partito dell'attuale primo ministro, è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ma passeggia indisturbato per le aule del senato, stipendiato dai cittadini; una sentenza di questo tipo in un paese normale, con una democrazia normale, con una pluralità di informazione normale, creerebbe un putiferio. E invece ci si fissa sul dito, si richiama ai partiti, alla storia, agli antenati.
E lo stesso potrebbe accadere nel parlare delle manganellate di oggi ai terremotati aquilani scesi in strada, a Roma, per protestare e richiamare attenzione: si parlerebbe delle ultime elezioni comunque vinte in Abruzzo, della necessità di tempo per terminare tutte le strutture, dei record e degli interventi lampo di questo governo e via con in confronti con quelli passati e tanto tanto altro, dimenticando delle teste insanguinate e di come il tg1 ha relegato la notizia appena prima dello sport.

Quando Ciàula scopre la luna nella novella pirandelliana, inizia a piangere, sorpreso del mondo di fuori, di quel buio diverso dalle miniere e di cui precedentemente aveva avuto paura, di quella luce che priva ignorava. Allo stesso modo sembra che in tanti si abituino assuefatti all'oscurità delle proprie conoscenze decennali, rinnegando cambiamenti e accusando d'eresia. Ed anche di fronte ad uno squarcio di luce continuerebbero a fissare il dito o cercare difetti nella mano piuttosto che guardare quella luna e condividerne le impressioni, ma un po' come incatenati nella caverna di Platone non si conosce altra verità, si rinnega la luna e si continua, normalmente. Ecco, tutto questo vale per quell'insieme empirico analizzato ma non mi sorprenderei se si potesse estendere ad un insieme più ampio, visto che le cose vanno avanti nonostante tutto, come se fosse secondario, lontano, amaramente comico. Ecco appunto, come diceva Ennio Flaiano, La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.

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