La fuga dei cervelli al sapor di cioccolato

Così dopo una sosta a Roma e prima del ritorno a casa, il rientro dell'emigrante fa una tappa oramai tradizionale all'università, per il pranzo natalizio del laboratorio dove hai lavorato a due tesi di laurea, dove poi hai continuato con un contratto di un annetto e dove a malincuore hai deciso di non tentare un dottorato di ricerca per umori allora poco stabili scaturiti poi nella partenza per Dublino.
Quando il professore scarta la scatola dei famosi cioccolatini belgi che hai portato nella valigia mai troppo piena per certi pensieri, tra il laboratorio affollato, la tavola bandita a festa e le tante voci, forchette e sorrisi, c'è chi non aspetta altro che provare una pralina e mischiarne al ripieno i mille sapori già assaggiati. Ed ecco che il prof si lascia andare ad una battuta che irrimediabilmente farà echo tra gli sguardi persi nel finestrino del treno lungo il viaggio di ritorno:

Fuga di cervelli - urla alla folla affaccendata, con la scatola di praline tra le mani - e rientro di cioccolata... beh non so se lo scambio valga davvero la pena...

Quella cioccolata - pensi - potrà essere (e sicuramente sarà stata) anche dolcissima per il palato, ma che retrogusto amaro avrà avuto scendendo in gola dopo quelle parole...

4 commenti:

Zax (Andrea) ha detto...

se c'erano altri 'ricercatori' (o qualcosa di simile) immagino l'effetto di quella battuta su di loro :-)

Gattosolitario ha detto...

E non hanno cercato di farti capire quanto sei scemo a stare fuori? Anche questo è tipico...

andima ha detto...

@gatto
no quello no, perché lì è come una seconda famiglia per me, anzi mi dicevano di quanti pochi fondi ci fossero e quanti progetti già non erano stati approvati, che l'umore non era certo dei migliori, almeno come bilancio dell'anno che sta per terminare. E la cosa mi dispiace, come dispiaceva sicuramente al prof e come dispiaceva al prof perdere studenti in gamba, ma allo stesso tempo era felice di sapere che mi trovavo bene ed avevo trovato un mio equilibrio.

Se è tipico farti sentir scemo per il solo fatto d'esser andato altrove, beh allora stiamo messi veramente male.. :/

Gattosolitario ha detto...

É una vecchia tattica degli invidiosi che ti vedono tornare ogni anno con più pubblicazioni, una carriera ed una vita normale mentre loro stanno ancora li a sperare in un posto. Che poi pure quando lo prendono fanno gli schiavi, guadagnano una miseria e non possono avere una vita loro.