Poi ti ritrovi a leggere libri scelti in base a criteri diversissimi ma che puntualmente contengono sempre un riferimento al Belgio e la cosa inizia a diventare alquanto curiosa, perché in un club di lettura fondato a Bruxelles, in mano al buon rafeli, funziona che si sceglie un libro, si cena e ci si conosce un po', si discute del libro e poi ognuno propone un titolo per il prossimo incontro - lo difende, lo descrive, lo vende agli altri - e democraticamente si vota e si decide quale sarà il libro per la prossima serata. Com'è possibile allora, in questa casualità d'eventi, che esca sempre il Belgio da qualche parte, quel paese così piccolo, lì su, nel nord Europa? Il primo libro, per avviare la ruota, fu ovviamente scelto senza votazioni perché votanti non c'erano, al principio, e non poteva non parlare di Belgio, visto che il club nasce qui e l'autrice è stata scelta volutamente brussellese, la famosa amata-odiata Amelie Nothomb, ed il suo libro, Stupore e Tremori, perché parla del vivere all'estero, di shock culturale, perché romanzo breve e dalla facile lettura, insomma qualcosa di semplice per iniziare ed adatto ad un gruppo di expats a Bruxelles. Ma succede che, nelle possibili combinazioni di proposte e scelte tra un gruppo di italiani (ma anche ragazze fiamminghe e bulgare dall'italiano perfetto), esca poi Cuore di tenebra, di Conrad, e anche lì era facile trovare riferimenti al Belgio, quando si tratta di spedizioni coloniali in Congo. Nessuna sorpresa. Poi dall'ennesimo turno di votazioni, esce fuori Lessico Famigliare, della Ginzburg, un libro che parla di famiglia e di parole che son legami, di Torino, ma anche di ebrei, ed ecco che il padre della Natalia dove se va in esilio per un po'? Nel malignazzo Belgio. Ma tre su tre ci poteva stare - qualcuno può pensare - poteva capitare. Poi dopo un'altra cena, altre chiacchiere, altre persone, che girano, a rotazione involontaria, quasi a voler mischiar ancor di più le carte, esce fuori Che tu sia per me il coltello, di Grossman, di lettere, fantasie ed Israele e lì, no, pensi, non ci sarà di sicuro il riferimento al Belgio, perché mai dovrebbe esserci in una storia d'amore per corrispondenza tra due israeliani la parola Belgio? E invece il cugino di lei, tale Alexander, partecipa ai giochi olimpici con la squadra belga: non ha nessun significato nella storia, per l'autore, per il lettore, se non per te, che ti ritrovi il Belgio per la quarta volta nel quarto libro, l'ennesima coincidenza. Ma non basta perché poi, la ruota delle proposte e dei lettori sceglie Stella distante, di Roberto Bolaño, libro lontanissimo, che parla di Cile, di dittatura, di esiliati, ma anche di circoli letterari, di poeti, ed ecco che, in una riga, in un elenco di poeti, spunta una certa Sophie Podolski, poetessa belga, sconosciuta probabilmente anche ai belgi. Cinque, cinque libri e cinque volte Belgio.
Certo, Belgio e Bruxelles ce li ritroviamo in ogni notizia recentemente, conditi d'aggettivi o propaganda, reclami e austerità, ma in 5 libri di fila davvero sembra uno scherzo del destino, in barba ai tanti che ripetono "Bruxelles senza istituzioni europee non sarebbe nulla", forse perché il Belgio non ha mai vinto una coppa del mondo, sarà, in effetti chi dovrebbe conoscere quel paese così piccolo, là su, nel nord d'Europa? Certo, di sicuro gli esperti di architettura e quelli di fumetti, quelli di surrealismo e quelli di birra, ah e quelli di cioccolato e quelli di storia africana, e di jazz e di musica francese. Va beh, meglio fermarsi qui. In realtà, ci siam convinti che il club di lettura ha la sua magia, ma anche che il Belgio non è un paese poi tanto sconosciuto.
7 commenti:
Se permetti io così su due piedi ci metto pure i Puffi e Django Reinhardt :)
@elle
ah, non vale! fumetti e jazz li avevo già messi in lista:)
l'elenco completo non lo potevo fare, però adesso la curiosità aumenta: troveremo nel sesto libro, di nuovo, un riferimento al Belgio?
... e io ci aggiungo il bosone di Higgs, Englert, Brout, Guralnik, Hagen e Kibble :)
ps bella l'iniziativa culturale...ma se uno non legge il libro stabilito che succede?
@Françoise
vedo, vedo, lo sapevo che la lista sarebbe potuta creare tanto:D la prossima volta che qualcuno mi dice "Bruxelles/il Belgio senza istituzioni europee non sarebbe nulla, non la conoscerebbe nessuno", so dove indirizzarlo;)
p.s. lo sapevo anche prima, per carità, e infatti rispondevo che l'importanza di un paese non si misura col numero di coppe del mondo vinte;)
@elle
si può ancora partecipare alla cena, ovviamente diventa meno interessante o almeno non si può intervenire come se lo si fosse letto. Ma spesso qualcuno abbandona il libro perché proprio non poteva andare avanti (non piaceva) e a quel punto escono spunti interessanti sul perché, sulle cose negative del libro o dell'autore. I soli vincoli per la scelta di un libro sono: deve essere narrativa (quindi no saggi, politica, economia, etc.), non deve andare oltre le 400 pagine (o comunque non deve essere un mattone, altrimenti non si ha il tempo di leggerlo in un mese e mezzo, che è la periodicità con la quale ci riuniamo).
La cosa carina è che non siamo solo italiani, anche gli stranieri poi parlano italiano, e non c'è vincolo sulla versione del libro (io ne ho letti in francese, in spagnolo ed inglese finora, in base alla versione originale). L'importante è discutere del testo, dell'autore, della storia e delle varie opinioni e devo dire che ne escono sempre di interessanti.
appena scovato: COSE TRASPARENTI di V. Nabokov
cap IX
"Quando gli venne chiesto di indovinare la nazionalità della ragazza propose quella danese o olandese. No: la famiglia di suo padre era originaria del Belgio..."
@N
grande!:)
Io adesso sto leggendo 'il purtroppo delle cose', di Dimitri Verlhust, e va beh, lui fiammingo, romanzo autobiografico (molto alla Ovosodo, come mi e' stato detto prima della lettura e confermo), quindi in questo caso sono fuori "competizione", i riferimenti ci sono ogni 2 parole
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