Le Soir, un giornale (online) serissimo

Ti capita spesso, soprattutto dopo aver deciso di non leggere più quotidiani italiani o almeno non con quella frequenza morbosa e quotidiana di un tempo, pur continuandoti a sorprendere della staticità dei contenuti e della situazione, sempre irrisolta tra una destra carnevalesca e criminale e una sinistra disintegrata e anonima, di rimanere interdetto davanti ai criteri di selezione delle notizie che la versione online de Le Soir, tra i principali giornali belgi, riserva ai suoi lettori. Il dilemma è sempre lo stesso, se i contenuti e l'ordine d'importanza siano scelti in base alle aspettative dei belgi o se la politica della redazione tenda ad influenzarle, quelle aspettative, più che seguirle. Certo è che trovare come notizia principale, con il maggior spazio riservato, in alto a sinistra, il punteggio della partita di calcio di due squadre dai palmares quasi vuoti, se non nei confini nazionali, e subito dopo gli ultimi aggiornamenti sulle importantissime nuove funzionalità di un aggeggio Apple, e subito a seguire l'ancora più importante articolo sulla Liga spagnola, per dover poi relegare al quarto articolo le dichiarazioni del ministro degli interni belga sulla situazione in Siria o addirittura scavalcato da quello che succede in Francia, perché la politica francese è quasi più importante di quella nazionale, o l'ennesimo gossip sulla famiglia reale, insomma ti lascia abbastanza l'amaro in bocca, se pensavi di trovarti di fronte ad un giornale serio, a qualcosa di meglio dei tanto martoriati periodici italiani, che quasi inizi a rivalutare, perché mai lascerebbero tanto spazio al calcio o alla tecnologia di tendenza.
In questa schermata, per esercizio, provate a trovare una notizia importante, una.
Né riesci a giustificarlo con una possibile mancanza di notizie, in un paese sì di appena undici milioni di abitanti dove però la politica estera, soprattutto quella europea, qui in Belgio è di casa, ospitandone gli organi decisionali maggiori, che dovrebbero avere sicuramente maggior rilevanza, soprattutto di questi tempi, rispetto agli infortuni di Messi o le applicazioni per iPhone. E invece no.
La vitale diretta sul nuovo iPhone va giustamente in primissima pagina.

Ti domandi allora se sia il giornale o l'aspettativa del lettore, se dipenda dalla crescente euforia per il calcio nell'esplosione di una generazione di fenomeni per il Belgio, dalle vendite altissime di prodotti Apple, dai sostenitori sempre in crescita del calcio spagnolo, dall'influenza linguistica del mondo francese, dalla marea di micro notizie che girano intorno al re e la sua famiglia, ecco, ce ne sarebbero di punti utili per qualche giustificazione, ma non abbastanza se poi trovi Cristiano Ronaldo prima di Obama o Parigi che oscura Bruxelles.
Da notare nessuna squadra belga coinvolta, ma vanno in primissima. Bravi.

Fuggi altrove, sembra migliorare, e invece poi ti accorgi che cambia poco.

8 commenti:

Alessandro ha detto...

Tutto il mondo è paese, perché gli interessi delle persone sono bene o male sempre quelli. Non sono mica solo gli italiani malati di calcio eh! In USA non sono malati di calcio ma lo sono di baseball e rugby, ma sono sempre argomenti frivoli se li metti a confronto con la Siria.

andima ha detto...

@Alessandro
Aspetta, dal tuo commento non ho ben capito se sei d'accordo con il post o meno. D'accordo, tutto il mondo è paese perché anche qui seguono tanto il calcio, ma tutto il mondo non è paese perché altrove il calcio non ha tutta quella importanza, rispetto a fatti di cronaca estera o addirittura quando non si tratta di calcio nazionale. Il punto del post era: sembra di aprire la pagina di un giornalettino quando ci si trova in prima pagina il calcio e come quarta notizia quello che altrove è considerata prima notizia, anche nei tanti criticati periodici italiani, per dire. Su Repubblica, per esempio, il calcio ha il suo riquadro di riguardo, la domenica, ma mai come notizia principale come invece accade per Le Soir e La Libre, puntualmente. E quindi, in caso di giornalismo, no, non tutto il mondo è paese, c'è anche di peggio, dove uno non se lo aspettava.

Alessandro ha detto...

Quello che intendevo dire è che facendo una astrazione del problema il calcio equivale ad altri sport nelle altre nazioni. In pratica, altrove seguono il baseball o il basket nella stessa maniera viscerale con cui gli italiani, spagnoli e inglesi seguono il soccer. Che ci siano giornali peggiori questo è sicuro, però non me la prenderei con gli editori, ma con chi legge il giornale. Se l'analytics dice che fanno più page view con la pagina del calcio rispetto al pagamento dell'IMU (per dirne una), sfido qualunque editore che si campa di adv a mettere a tutto schermo il pagameno dell'IMU e in un riquadrino il calcio.

andima ha detto...

@Alessandro
Hai perfettamente ragione, però si tratta pur sempre di un quotidiano, voglio dire: anche quelli di Repubblica o de Il Post lo sanno che tira di più il calcio, ma non lo sbattono in prima pagina, prima notizia, titolone, etc. Anche perché il target è diverso, altrimenti tutti i giornali sarebbero una copia de La Gazzetta dello Sport, no?:)
È questo il punto, si tratta pur sempre di un quotidiano e quindi uno poi si attende certi "standard" dagli editori. Se aprivi Le Soir ieri sera: prima notizia il Belgio contro il Giappone, in super riquadro, super grande; seconda notizia la Francia che vince 3 a 0, importantissimo ovviamente; terza notizia un articolo sulla situazione dell'Euro.
Se fosse un magazine o un giornale di sport o un aggregatore di notizie online, va bene, ma stiamo sempre parlando di uno tra i maggiori quotidiani del paese, per questo la cosa mi sorprende tanto, ma forse ho aspettative troppe alte:)

Alessandro ha detto...

In effetti hai ragione! Comunque secondo me tu stai leggendo la Gazzetta dello Sport belga e non te sei accorto. Hai chiesto a qualche "autoctono"? :D Scherzo ovviamente! ;)

andima ha detto...

@Alessandro
gli autoctoni fanno spallucce:) ma è anche colpa mia che non lo tolgo dai preferiti:D

Emanuele Bonini ha detto...

Caro Antonio, l'abc del giornalismo vuole che a far vendere i giornali siano le cosiddette "4 S": soldi, sangue, sesso, sport. Vuol dire che si parla di gossip, cronaca rosa, pallone, morti (ma solo quelli in Sardegna, perchè per quelli palestinesi o tibetani bisognerebbe fornire delle spiegazioni). Mi sorprende che te ne rendi conto solo oggi, ma è così da sempre. Dal momento che è stato creato il mercato dell'informazione, i giornali sono prodotti da vendere. E chi comprerebbe un quotidiano con questioni geo-politiche, spiegazioni di alta finanza, dibattiti sull'Europa? La globalizzazione non ha fatto altro che agire da cassa di risonanza a (volutamente) scarse pratiche. Sono in Belgio da due anni, e non leggo altro di scissione sì, scissione no, Anderlecht e Standard, il re Filippo che sa il fiammingo. La libertà è anche non leggere e sciegliere dove cercare informazioni. Alcuni consigli: ictsd.org, Misna, Internazionale, Eunews.it, limes, MercoPress.

andima ha detto...

@EB
Ma sono d'accordissimo sulle 4S e sul loro ampio utilizzo, però qui spesso e volentieri si esagera, secondo me, come ho già detto nei commenti sopra, ci sono sempre dei limiti e degli "standard" (o delle regole, anche per applicare bene le 4S) da seguire.
Grazie per i link, alcuni li conoscevo, altri me li spulcio con calma quotidiana (ad avercene) ;)