E ne continueranno a fare, perché ne continueranno a partire, si spera senza troppi drammi. Sarò breve: attenti agli elenchi, perché c'è sempre qualcosa di discutibile, senza però voler sempre cercare il pelo nell'uovo; attenti a lasciarsi trascinare dalle sensazioni delle "prime settimane", perché sono fasi, poi passano, forse; attenti ad accuse, a fallimenti, a lamenti, esaltazioni, a generalizzare in un sentimento di tutti; non sottovalutare le schegge. Ah, attenti ai copyright musicali.
Ne hanno fatto un altro
E ne continueranno a fare, perché ne continueranno a partire, si spera senza troppi drammi. Sarò breve: attenti agli elenchi, perché c'è sempre qualcosa di discutibile, senza però voler sempre cercare il pelo nell'uovo; attenti a lasciarsi trascinare dalle sensazioni delle "prime settimane", perché sono fasi, poi passano, forse; attenti ad accuse, a fallimenti, a lamenti, esaltazioni, a generalizzare in un sentimento di tutti; non sottovalutare le schegge. Ah, attenti ai copyright musicali.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
40 commenti:
Mmmm..questo mi pare persino peggio dell'altro! :)
Quando uscirà la versione integrale? O è tutto qua?
non so se ci sia un continuo. E' il classico video che fa presa sicura sugli espatriati da poco, tipo da un mese, lì avrà tanto successo, però è troppo centrato su una città, credo sia Londra con pochi dubbi, e pur avendo dei tratti generici (la lingua, il clima, il conflitto interiore), risente comunque delle fasi iniziali un po' da shock culturale da espatriato un po' da rabbia di chi parte ma si sente quasi costretto dalla situazione/dalla patria.
Mi dispiace per gli autori se mangiano pane di plastica, qui a Bruxelles, per esempio, le migliaia di tipi diversi di pane che si trovano sono di gran lunga superiori a quelli che troverei in Italia a Milano o a Roma. E sulla qualità del cibo, beh io ricevo ogni settimana una cesta di verdure, legumi e frutta bio e in più, come al solito, la qualità di quello che mangi dipende da te, non da quello che trovi al supermercato (classico luogo comune/lamento dell'espatriato da poco, che o viveva della cucina della mamma o del piatto dello studente: spaghetti tonno e pomodoro e affini). Però, come ho scritto, non sto qui a trovare il pelo nell'uovo nella loro lista di cose, perché poi si bilanciano sottolineando l'ambiente di lavoro, i trasporti, infrastrutture, etc.
La devo smettere, finisce che divento un critico di materiali di questo genere eppoi magari anche troppo intollerante, da diventare antipatico e snob, e non è un bene. Prima o poi mi stanco e non ne segnalo più;)
Il pane di Bruxelles e' stato un'altra delle belle scoperte della citta'! Me ne faccio ampie scorpacciate provandone i vari tipi.
Ma io posso dire che a Bruxelles fin'ora ho mangiato benissimo e speso ragionevolmente.
Con un bel pacco al mese di prodotti campani (che non trovi in verita' neanche in molte citta del nord Italia) si cucinerebbe meravigliosamente.
@sandrokhan80
Il ragazzo del video probabilmente si lamenta del pane di Londra, che poi non so se davvero è di plastica e se non se ne trovi di migliore. Ho i miei dubbi, se davvero si son fermati alle prime settimane per sfornare queste conclusioni ed il video, forse non hanno neanche cercato troppo, perché due settimane si è ancora un turista, niente di più.
Poi c'è un altro luogo comune dell'espatriato esordiente: che all'estero si mangia male. Ma all'estero se mangi male è colpa tua! Sei tu che ti cucini in casa! Se tu che compri gli ingredienti! Non trovi quelli che volevi? Hai provato a cercare meglio? Vedrai che alla fine si trova tanto. Certo, dipende anche dove sei andato, non lo metto in dubbio, ma in quel caso un po' di spirito di adattamento non dovrebbe far a cazzotti con l'idea di provare un'esperienza fuori.
Per quanto riguarda Bruxelles, io non ho nessun bisogno di farmi inviare un pacco di prodotti campani al mese, cosa ti faresti inviare?:) Qui si trova di tutto, credimi, e quello che non si trova magari si rimpiazza, poi ci si abitua;)
a me sembra che il video non parli solo di cibo. E in ogni caso non si parla del cibo in se ma della cultura del cibo, mi pare ovvio. Se vi fermate solo alle cose da mangiare vi perdete molto del video che a me ha emozionato tantissimo e mi sembra anche assai ben fatto! Complimenti agli autori anzi!
@Anonimo
la discussione è caduta sul cibo, ma nel commento al video, quello del post, non mi sembra ci si fissasse sul cibo nelle critiche. Il video, come già scritto, secondo me fa presa sugli espatriati novelli, non su quelli da diversi anni all'estero. Per curiosità, in quale categoria rientri?
Ma è patetico! "Ti abitui al pane che sa di plastica" con la musica un po' drammatica ma challenging e rapida che sottolinea l'andatura frettolosa di una vita urbana e grigia.
Questa cosa dell'estero non è mai affrontata con gioia. Gli espatriati che soffrono e che si sentono smarriti al di fuori del proprio nido tornano in patria. Quelli che restano, scelgono di restare e sono felici!
E poi ripensi agli ospedali della Sicilia che sembrano discariche di rifiuti, luoghi dove spesso si crepa di malasanità, e ti dici: "almeno la baguette di plastica non mi uccide!"
@preferina
il video è ben fatto, su questo non si discute, immagini, musica, i ragazzi ci hanno sicuramente lavorato su. Io però nel post invitavo proprio a star attenti a non giungere a conclusioni affrettate, perché secondo me il target è abbastanza ristretto ma da facile presa. Eppoi c'è un altro punto, un punto di vista troppo limitato, centrato su una città, Londra, che non è Madrid, non è Bruxelles né Parigi né Sidney. Certo, alcuni compromessi potrebbero essere gli stessi, ma altri sono abbastanza patetici, esatto, ti rubo l'aggettivo. Ecco perché non risparmiato la critica.
Poi, come già detto più volte, chi non si trova bene e rientra non è mica un fallito, così come chi rimane non è un eroe, non siamo mica tutti uguali, ognuno ha i propri compromessi e ognuno può avere esperienze diversissime anche nella stessa città, nello stesso ufficio, nella stessa scuola serale di lingue e così via. Certo è che è spesso un trama, non è facile e sai che novità ;) ci ho scritto un blog io sull'argomento! :D se riuscivano a riassumere tutto in un video di 2 minuti scarsi e a farmi essere d'accordo, beh allora chiudevo tutto e lo rimpiazzavo con il video. Non succede, perché sono lunatico.
@andima. rientro nella prima categoria credo, qella degli espatriati da poco. Sto a londra da solo un anno (ma non capisco cosa signifia, solo chi ha fatto una certa esperienza è ammessso alla facoltà di giudizio?). In ogni caso i miei colleghi italiani che lavorano qui da anni cndividono profondamente i contenuuti del video.Alcuni dicono che dice in pochi secondi cose che loro non sono mai riusciti a dire. Inoltre come ha a vuto modo di dire qualcuno, è davvero ben fatto!
un'altra cosa che secondo me state sbagliando riguarda le conclusioni o la definizione di un certo tipo di status. A me pare che già dal titolo "dubbio" si tratti di qualcosa di assai meno definito. Dicono semplicemente un po' di impressioni, molto frammentarie, ma i dubbi sono così, non sono definizioni, non sono risposte (appunto). Anche il fatto che i sottotitoli adano per i fatti loro (anche se io ho ascoltato la voce alla prima visione) è nteressante e mi sembra che un po' simbolicamente rappresenti proprio la divisione tra ciò che in qualche modo resta di te nel tuo paese e ci che parte e se ne va per spendresi fuori.
Inoltre Se non vi manca l'Italia, scusate la franchezza ma avete voi dei problemi o siete solo degli egoisti. Io qui sto sperimentando che l'Italia manca a tutti, perchè tutti riconoscono che viviamo nel paese più bello del mondo, con il più alto patrimonio artistico e con il più grande potenzial del pianeta. Chi va fuori ed è felice o non gliene frega niente di quello che ha lasciato (per rancore o perchè è semplicemnte n egoista) o non sa pprezzare le ose belle e buone che esistono in Italia come in nessun altro posto del mondo (aria, acqua, frutta verdura, arte, cultura, clima). In ogni caso ci dovrebbe mancare a tutti tnto e tutti i giorni edovremmo ornare forti delle nostre esperienze e far crescere lì i nostri figli.
Chiudo dicendo che secondo me questo video vale parecchio pi del tuo blog, senza offesa. Ogni volta che lo vedo trovo un nuovo spunto, anche su cose che non condivido (vedi il discorso del cibo - anche io mi cucino da sola e mangio benissimo, mi compro le cose nei posti giusti e ancora di più ado a mangiare nei posti giusti. Londra è grande basta girare) mentre il blog, ripeto senza offesa, per quanto interessante e utile quando l'hai letto l'hai letto, non torni indietro a rileggere e rileggere e rileggere. La forza dela brevità di questo video secondo me vale più di mille parole. E hanno fatto bene anche a concentrarsi su una sola città, perchè parlano di una condizione particolare ed universale insieme nn di una condizione generica (che è una brutta parola).
@Anonimo
Volevo risponderti in modo costruttivo e forse poi lo faccio in un secondo momento, ma quando ho letto "Se non vi manca l'Italia, scusate la franchezza ma avete voi dei problemi" sono scoppiato a ridere, per non parlare poi del "le cose belle e buone che esistono in Italia come in nessun altro posto del mondo (aria, acqua, frutta verdura, arte, cultura, clima)" e della fatidica "paese più bello del mondo", mamma mia, lì quasi morivo. Grazie per le risate. Scusa se sembro antipatico, ma il tuo commento è bellissimo, davvero, poi ti rispondo meglio, mi devo un attimo riprendere.
@Anonimo [prima parte, spezzo il commento che già so che Blogger poi rompe le palle]
Allora, eccoci qua:) No, sono ammessi alla facoltà di giudizio tutti, ci mancherebbe, ma siccome durante il primo anno si è facili prede del cultural shock e non si sono assimilati ancora tanti meccanismi, non si sono digeriti ancora tanti umori, non si son ben capite tante cose, ecco, secondo me si ha un giudizio molto emozionale e poco ragionato. Questo non vuol dire che si debba tacere, per carità, semplicemente avremo opinioni distinte visto che io all'estero ci vivo da 5 anni e diciamo di aver passato per diverse fasi, spesso anche analizzando troppo le cose, ma senza volermi erigere a saggio del villaggio o detentore della verità, sono cose che poi sperimenterai anche tu, ne sono sicuro. Ecco, se potessimo fare un esperimento, se rimani all'estero altri 2-3 anni, poi vieni qui, rivedi il video, rileggi il tuo ultimo commento e ne riparliamo, va bene?:)
Il video è ben fatto, lo ripeto, ma ha un certo target, secondo me, e io non rientro in quel target, fortunatamente (e dico fortunatamente, perché chi è nel target è in qualche senso in una brutta situazione, non è felice, ha un conflitto), e quindi l'ho criticato perché mi vedo interessato (visto che si parla di italiani all'estero e sì, alla fine rientro in quella categoria, in quella scatola, se vogliamo), ma non ne condivido una buona parte.
Adesso veniamo al bello. Scusami, per quanto ti possa sembrare antipatico, ti giuro, non lo sono, però ho riso tanto di alcune parti del tuo commento, perché non sono parole soltanto tue, sono stereotipi, sono sparate comuni, sono opinioni ripetute e ripetute. Sarei dovuto rimanere nel politically correct, ma ne hai messe tre nello stesso commento, abbi pazienza, alla prima potevo resistere, ma tre... mi hai colpito, ho riso.
Ecco, a me non manca l'Italia. Ho dei problemi? No che non ne ho, i problemi li avrai tu se ti senti identificato in quel video, se hai un conflitto interiore, se pensi di venire dal paese più bello del mondo ma vivi da esiliato altrove dove si mangia il pane di plastica. Povero. Mi dispiace, ma perché allora non torni nel paese più bello del mondo? Lo sappiamo perché, perché non è il paese più bello del mondo, altrimenti non lo lasciavi. Adesso ti prego contraddicimi.
@Anonimo [seconda parte]
Ecco, a me non manca l'Italia, sono egoista? E verso chi? La patria? La famiglia? Gli amici? Ecco, qui entriamo in un altro fattore molto particolare, che secondo me rientra nel target del video. Se tu vieni da Milano, mi dispiace ma non puoi fare troppo la vittima guardando il video, perché tante delle cose che si avvertono a Londra, si avvertono anche a Milano. Grossomodo, eh. Se vieni dal sud, con la famiglia e gli amici non ci restavi comunque. Se andavi a Milano eri egoista? Oh, ma lo sai che per vivere ci vuole un po' di egoismo? Svegliamoci. E presto.
L'Italia non manca a tutti, lo scoprirai. E forse non mancherà neanche a te, tra un po'. O forse sì. Forse tornerai. O forse no, rimanendo con questo nodo in gola per anni. Ne vale la pena? Lo saprai tu, sono tuoi i compromessi, il tuo equilibrio ed il tuo sorriso. Io non posso giudicarlo.
Il più alto patrimonio artistico? Il più grande potenziale del pianeta? Ok, confessa, tu sei di quelli che votava Berlusconi, vero? E credevi alle minchiate di Mizzolini, vero? Credevi anche nel ruolo incredibile dell'Italia nel mondo e nel 60% di patrimonio dell'Unesco e tutte quelle altre minchiate assurde, vero? Beh, allora non andremo mai d'accordo. Grazie comunque per avermi ricordato certe cose. Per ogni cosa potenziale, per ogni patrimonio grandioso, posso elencarti qualcosa che non va, posso elencarti tanta merda. Tu sei andato via anche per quella merda. Tu sei andato via dal paese più bello del mondo. Sapere che c'è il patrimonio più bello (ammesso che ci sia, non è vero, è soggettivo, è propaganda, è amor di patria, è fumo negli occhi, ma andiamo avanti), sapere che c'è il patrimonio più bello del mondo non ti aiuta a trovare lavoro né ti assicura alcune condizioni di vita. La merda che c'è, invece, ha un forte effetto sulla tua quotidianità e anche per questo sei andato via, forse. O forse no. Ecco, io ai miei figli quel patrimonio artistico lo farò vedere in vacanza, ma non voglio che crescano in una certa merda, in una certa mentalità di corruzione, di maschilismo, di falso cattolicesimo, di clientelismo, di nepotismo. Potrei continuare per ore. Oh, il Belgio non è oro eh, non iniziamo a buttare merda sul Bruxelles o su Londra per difendere l'orgoglio ferito d'Italia. NOn è così che funziona. Però, sai, c'è come una regola, se vuoi perdere un po' di merda, perdi anche un po' di patrimonio artistico. Scegli tu. La bilancia è tua, il sorriso pure, i compromessi idem.
Sul blog, ero ironico, figurati se voglio mettermi a fare i paragoni gne gne e pensare di essere chissaché. Io, opinione mia eh, credo che non tanto il blog come contenuti miei ma il blog come interazioni, come quella che stiamo avendo io e te, qui adesso, ecco tutto questo, che pure fa parte del blog, valga più di un video di due minuti scarsi. E di interazioni come questa ce ne sono centinaia qui, anche negli articoli che ho linkato commentando il video, in alto. Sono 3 anni di blog, interazioni con italiani all'estero ovunque nel mondo, 20 e più lettere pubblicate su Italians di Servegnini, insomma ho fatto un po' di sforzo per collezionare esperienze, raccogliere opinioni e cercare di condividerle. Poi, ovvio, il blog è anche molto personale, ci mancherebbe, ha un solo autore che non si chiama Verga, che non punta al verismo puro e immacolato. Concludo qui, per riassumere, il video che a te ha entusiasmato, a me ha fatto storcere il naso.
Sai cos'è Anonimo, è che se chiedi a uno spagnolo o a un francese cosa pensano di Londra o di Bruxelles o di Berlino o di Dublino, ti diranno la stessa cosa di noi italiani. Se chiedi a uno svedese cosa pensa di Bruxelles, ti dirà che nulla funziona, che i trasporti sono sempre in ritardo, che è sporca e grigia, che i belgi sono così mentre gli svedesi... Chiedi poi a un polacco, a un marocchino a un latino che lavora in Italia (il paese con il sole, il mare, il patrimonio artistico più bello del mondo) se sentono la mancanza del paese natio. Ripeteranno inesorabilmente l'eterna cantilena dell'espatriato, le stesse emozioni che ritrovi nel video. Magari sostituiranno il bidè col bagno turco, il mare con le montagne, ma ripeteranno inesorabilmente lo stesso intreccio di emozioni e nostalgia verso la loro terra, verso la loro infanzia nonostante stiano vivendo nella "paese più bello del mondo". Ugualmente uno svedese o un inglese che viene a vivere in Italia ricorda il suo paese pulito, fiorito, puntuale, efficiente and so on lamentandosi della sporcizia, dell'inefficienza, della superficialità degli italiani assetati di apparenza, della mentalità di gruppo e dell'assenza di identità individuale, dell'assenza di stato sociale e di giustizia in barba al sole e al cibo e al patrimonio artistico che cercano come diversivo estivo (patrimonio verso cui peraltro gli italiani stessi mostrano ben poco rispetto se non quando devono vantarsene).
Quando sento gli italiani parlare di paese più bello del mondo, mi viene sempre in mente una scena divertente che ho vissuto in vacanza qualche anno fa. Ero a Creta per le vacanze e mi aggiravo felice e sorridente tra le viucce di un mercato del pesce. Un ragazzetto (sembrava uno scugnizzo siciliano) mi chiamò balbettando 3 parole in inglese. Mi chiese da dove venissi e iniziò a mostrarmi i pesci bellissimi e freschissimi che adornavano il suo bancone. Me li mostrava con la fierezza di un capitano che mostra il suo tesoro. Io gli dissi che li conoscevo bene perché anch'io venivo da un'isola che affonda le sue radici nel pesce. Sorpreso, quasi deluso, mi guardò per un attimo, giusto il tempo di mettere in fila le parole in inglese e mi disse: "Yes, but Criti is the best place in the world!"
(continua sotto)
Io non penso che l'Italia sia il paese più bello del mondo. Almeno non lo penso più da quando ho scoperto che esiste una legge fisica della nostalgia: più ti allontani, e più si estende la superficie del posto che ti manca e si offuscano i lati negativi della tua terra. Sono nata e cresciuta in Sicilia. Allora pensavo come tutti i siciliani (i miei amici ne sono ancora convinti) che la Sicilia fosse il posto più bello del mondo: motorini, cibo buono, mare cristallino, famiglia assistenzialista all'italiana. Insomma vivevo la mia realtà di cittadina del sud. Scelsi si andare a studiare a Roma e mi mancava la Sicilia. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua e fu difficile adattarmi. I contatti con i romani erano difficili, era come se fossi in Erasmus in un altro paese. Poi andai qualche mese a Parigi e ed ebbi la mia prima esperienza all'estero da sola. Mi mancava Roma. Fu poi la volta della Germania. Ebbi un forte rifiuto per i tedeschi, caproni senza stile né classe. Mi mancava l'Italia. Dopo un primo periodo difficile iniziai ad apprezzare i teutonici a cui mi legaii per vari anni e a cui oggi ripenso con nostalgia. Tornai a Roma e l'Italia con la sua società striminzita e soffocata da regole pseudo-cattoliche non mi piaceva più. Così feci fagotto della mia roba e mi ritrovai in Irlanda, il posto più brutto in cui io abbia vissuto. (Qui Andima avrà un sussulto e forse una crisi cardiaca :)). Mi mancava di nuovo qualcosa, ma non era più l'Italia. Finita l'esperienza Dublinese andai per qualche settimana da un'amica che vive negli States e da laggiù pensavo alla mia cultura, all'illuminismo, al romanticismo che avevo studiato a scuola, all'arte, all'antichità della cultura tramandata al mondo dall'antico continente, pensavo all'Europa. Così mi sono accorta della legge fisica della nostalgia: più ti allontani e più la superficie della terra che genera la nostalgia si estende e con essa aumentano le idealizzazioni e diminuiscono le delusioni che ci hanno spinti a partire. Poi, dopo l'esilio torni in patria pieno di rivelazioni e la nostalgia svanisce proporzionalmente ai chilometri che ti separano da casa finché a distanza nulla il posto più bello del mondo col suo sole, col suo cibo e col suo mare si ritrasforma nella stessa prigione da cui un giorno eri scappato. Se sarà così anche per te, ti ritroverai a preparare la valigia in attesa di una nuova meta. Ma se non succede, allora sì, è stato meglio tornare.
Io trovo che in molti espatriati ci sia lo stesso qualunquismo di chi sta a casa con mamma fino a quarant'anni, in chi vota Berlusconi (mai votato, se ti avessi vuto davantila discussione sarebbe degenerata; Ho votato con grande amarezza comunisti italiani per un po',poi da anni -da molto prima di Grillo!- non voto più disgustata e sono un'astensionista convinta e militante). Avete lo stesso disprezzo disinformato e generalista che hanno i grillini ora. Avete soltanto qualcuno a cui dare la colpa. Ma invece come dice il video, la colpa è tutta nostra. E se noi che ce ne andiamo e abbiamo gli strumnti per capire la nostra situazione, non riflettiamo neanche unpo', beh allora è finita, e affonda pure nella tua merda cara Italia, che ne hai tanta e noi troveremo sempre qualcuno da incolpare e a cui dare i secchi per salvarti, senza mai volerci davverosporcare le mani. E badate bene non sto dicendo che domani io torno indietro Io sto bene fuori. Ma mi manca Tutta la bellezza delle mie terre, che qui non esiste proprio. Insomma quello che dico io è che sono espatriata per necessità e non per piacere. e sento di aver lasciato le mie persone carissime nella cacca. e se sono espatriata è perchè ho riconosciuto l'impossibilità di continuare a vivere in Italia, pertutti i difetti (sovrastruttrali9 che vedete anche voi e di cui parlate nei vostri commenti. Ma l'italia resta il paese più bello del mondo. Roma venezia, firenze, napoli Palermo Lecce, dimmi un solo paea tante meraviglie e in così poco spazio vitale. Dimmi un solo paese al mondo che ha inventato le arti la musica, l'architettura, la macroeconomia, la democrazia, il diritto. Non è qualunquismo. Prova a vedere che dice benigni al parlamento europeo lì da te. Se nn ti senti orgoglioso hai dei problemi seri. E il primo tuo problema è non avere conflitti o almeno negare di averli, almeno in relazione alla migrazione.
Io sono soltanto un'impiegata toscana (quindi sarei potuta tranquillamente rimanere ad arezzo, fai meno il ganzo) in un'azienda non troppo grande; sostanzialmente faccio contabilità e prendo il triplo di quello che prenderei in Italia. Qui è soltanto tutto facile. Tutto. Pagare le tasse, iscriversi ovunque, studiare, spostarsi, guadagnare, troare casa e lavoro (e ridai con gli elenchi!) Ma il bello è da un'altra parte. La qualit della nostra tradizione culinaria ci insegna a dare importanza alle cose fondamentali, come il cibo, cosa che ovunque all'estero fanno pochissimo rispetto a noi. abbiamo una creatività innata, la mancanza di morale ci porta ad utilizzarla per cose pessime come rubare o corrompere, ma anche in quello siamo fantasiosi. Sappiamo generalmente vestire meglio della media europea. nonostante la devastazione della scuola pubblica abbiamo una cultura media (fino alle superiori) generalmente molto più alta di qualsiasi paese europeo, in cui si studia la metà di quello che stuidiamo noi. Vuoi che ti difenda la chiesa o la politica? E' ovvio che non posso farlo, è ovvio che non posso parlar bene della nostra economia. Ma potevamo essere ben altro. Penso ai grandi imprenditori (Olivetti e non Agnelli) ai gandi politici anche degli ultimi cinquant'anni (sandrino pertini per dirne uno. Penso ai nostri intellettuali (gramsci e pasolini) e al loro odio per la corruzione e al loo amore fisico per la loro terra.
E io queste cose non me le lascio indietro, Io lavoro per tornare a casa, quando potrò assicurarmi una vita dignitosa, senza pesare su chi mi sta accanto. Ma mi sento una vigliacca per essere fuggita. E dovremmo farlo tuti anche se abbiamo affrontato la nostra partenza con coraggio. Perchè se ci toccassero kla nostra mamma esploderemmo, mentre mentre stupran la nostra madre (metaforica) noi andiamo a vivere sereni a bruxelle. Meditate sulle soluzioni facili che è meglio, invece di sputare sulla nostra bellissima (lo voglio dire da fiera antifascista) PATRIA!
@Anonimo [prima parte]
Inanzitutto grazie, perché ne sta uscendo fuori un confronto interessante. E non sono ironico. Premessa: qui non è una lotta a chi ha ragione né la conclusione della discussione deve essere una manciata di scuse, di cambi di opinioni né si vuole etichettare l'Italia come merda o cercare un bersaglio e tirargli le colpe addosso. Tu dici che non riflettiamo e che abbiamo lo stesso qualunquismo di chi sta a casa con mamma fino a 40anni o dei grillini ma già a scrivere frasi del genere sei tu che ti metti in questi contenitori e in più a gridare quant'è bella l'Italia che ce l'abbiamo solo noi e l'arte e il cibo e il sole e bimbumbam, beh sei tu che sembri cadere nel qualunquismo di chi sta a casa con mamma fino a 40anni. Pensaci un attimo.
Poi pensa anche che l'Italia ha solo 150 anni come paese e per di più non è stata un'unione ma un'invasione, del sud, basterebbe studiare un po' meglio la storia. Vuoi vantarti di tutto, fino ai romani, o vuoi arrivare anche ai batteri che formarono le prime forme di vita sulle montagne che poi formarono la penisola? Che batteri, i più belli del mondo!! Oh, ce li abbiamo avuti solo noi dei batteri così, con quella mucosa e quella voglia di sdoppiarsi e guarda cosa hanno creato poi!!
Va bene, la smetto di scherzare, che poi mi prendi per antipatico. Ma forse è già troppo tardi. Lasciamo stare pure Benigni e i suoi discorsi populisti, no, non mi entusiasmano sinceramente, ma questo non vuol dire che abbia dei problemi. Ho dei problemi? Grazie per farmelo notare, ma credo ti stia sbagliando e sai perché? Perché ci sono passato anche io, per questa fase, per quello che stai dicendo, per quello che stai gridando. U-g-u-a-l-e. Poi passa. Quindi, tu dici che il primo mio problema è non avere conflitti, beh se non ti fossi fermata solo a questo post avresti visto/letto che non è vero, che di conflitti ne ho anch'io, forse più ragionati, forse meno intensi, ma sono anche 5 anni che vivo fuori, se rimaniamo sempre con certi conflitti intensi allora è meglio tornare, credimi, ma bastava leggere qualcosa più giù per vedere cosa vomito ogni volta che scendo a sud. Ma va beh, lasciamo stare. Faccio meno il ganzo, come dici tu, ma ti ripeto una cosa già scritta che sembra ti sia sfuggita: tutto il bello che canti tu, supposto che sia tanto bello, è stato abbastanza bello da farti rimanere in Italia? E' stato abbastanza importante da tenerti dove sono le tue radici? No. Altro(=merda) ha avuto più forza. Adesso rileggi anche quello che ha scritto l'antidublinese @preferina, con la distanza idealizziamo molto di più le cose belle, dimenticando quelle brutte. Metti insieme questi due concetti. Adesso rispondimi: perché sei andata via? Torneresti per tutto il bello che canti? Ogni volta che all'ospedale aspetti al pronto soccorso 3 ore, ogni volta che l'amico del capo prende il posto che sarebbe spettato a te, ogni volta che vuoi attraversare sulle strisce ma è impossibile, ogni volta che ti propongono di pagare in nero così risparmi, etc., etc., mettici tutto il qualunquismo che vuoi, ma ogni volta che succede una cosa del genere, in ufficio o nella vita comune, dimmi una cosa, cosa ti ripeterai? Che non fa nulla, basta vivere nel paese più bello del mondo? Che tu puoi cambiare tutto? Ecco, dimmi, quanto contano i tuoi anni universitari, i tuoi sforzi sui libri, il tuo impegno sul lavoro, le tue energie e la tua vita, quanto conta tutto questo in relazione a quella che chiami patria? Se conta di più la patria, allora presto, torna e prova a cambiarla. Se contano di più i primi, e contano, perché sei partita, allora mi stai solo urlando fuffa, sei andata altrove però poi ti vanti solo di quanto sia bella l'Itaca lontana. Io non ci vedo coerenza, sinceramente.
@Anonimo [seconda parte]
Oh, non voglio dire che l'Italia è tutta merda, per carità, qui non lo abbiamo mai detto, né che a Bruxelles è tutto oro, né a Londra, né altrove, mannaggia a miseria, dovessi diventare logorroico, lo ripeto, sono tutti compromessi. Se per te il compromesso di vivere nel paese più bello del mondo vince su tanti altri, tornaci! Mica avrai fatto male o ti chiamerò scema per averlo fatto, sono compromessi, sono personali e quindi saranno tuoi. Sono scelte.
Però per piacere, risparmiami tutta sta cantilena sul più più più, parlare con i superlativi non aiuta molto, ascolta il consiglio di un ganzo qualunquista mammone, tenere in testa i superlativi ti fa partire da confronti inutile, ti fa mettere su un piedistallo una patria o almeno i suoi gioielli a cui tu non hai contribuito, ti apporta difficoltà nel comprendere la cultura che ti ospita, lì, altrove, e rispettarla, capirla. Sei a Londra da un anno. Per curiosità, hai visitato i musei gratuiti? Hai letto qualcosa della storia della città e del paese, del perché è in un certo modo, ti sei interessata al posto in cui vivi e che ti sta offrendo qualcosa che in Italia non trovavi? O ti basta prendere lì e cantare l'Italia? I superlativi non ti aiutano. Ecco perché per me Benigni è una grande delusione, ha in bocca troppi superlativi, è un populista, un po' poetico, un po' comico, ma quello è.
E perché dovrei sentirmi vigliacco solo per esser partito? Ahahahah ma sì, siamo tutti vigliacchi, poi appena qualcuno all'estero fa qualcosa di grandioso, che ne so, vincere un oscar per gli effetti speciale come accadde qualche anno fa, ecco che si sparano litri di orgoglio nelle vene, perché quello è italiano, ma ha raggiunto qualcosa di grandioso all'estero, porco zio, quanta ricotta nei cervelli che abbiamo, mentre tutti gli altri sono vigliacchi, potrei elencarti tanti grandi italiani di cui tu andresti fiera che hanno raggiunto la loro grandiosità all'estero, che vigliacchi, eh? Certo, non confrontiamoci con i grandi, va bene, ma perché noi essere insignificanti e normali saremmo vigliacchi per esser partiti? Era meglio andare a Roma a mille euro al mese? Meglio rimanere con mamma e papà per non pagare un affitto? E non sono più vigliacchi quelli? No, non lo sono neanche quelli, hanno compromessi, hanno vincoli, hanno paura, limiti, sogni. E perché dovrei essere vigliacco? Sono partito perché avevo dei sogni non perché era facile partire e lasciare i problemi agli altri. Oh, ci siamo vantati per anni di aver abbattuto le frontiere, poi appena le varchi, cazzo sei vigliacco. Ma che geni!!! Dai, per cortesia, riflettici un attimo.
Ti invito a leggere i commenti tra me e un altro italo-londinese a questo post sull'Italia, qui.
Poi, se hai tempo, ti invio anche a leggere questo su Benigni. Eppoi, lo so, sto esagerando, ma giusto per capirci, ne ho scritto tante di cose sulla patria, come per esempio quando passai la soglia dei 3 anni all'estero. Ecco, ti ho dato un po' di compiti per casa. Vediamo che ne esce. E se non hai tempo né voglia, non fa nulla, grazie comunque per questo confronto, anche se sembra sterile, perché ognuno rimane sulla sua posizione, credimi, lo ritengo importante.
andima sei un signore, una persona che accusa di qualunquismo gli altri per poi sviolinare sul cibo il sole l'arte dell'Italia, si presenta e si riassume da sola: qualunquista!
Che buffo, per me e' stato esattamente l'opposto... All'inizio della mia avventura da expat ero entusiasta del posto in cui vivevo (in realta' lo amo ancora alla follia, anche se non ci abito piu') e dovevo mordermi la lingua per non rispondere ai mille italiani lamentosi "e allora perche' stai qui e non te torni in Italia?". Oggi, dopo piu' di cinque anni di cui tre a Bruxelles, le motivazioni dietro un video del genere le capisco di piu', nonostante io sia lontana da casa per scelta libera e mai messa in dubbio. Credo che per me la differenza stia nella prospettiva temporale, quando mi pensavo in un determinato posto per un paio d'anni al massimo era piu' facile concentrarsi solo sugli aspetti positivi. Se hai gia' avuto 25 estati calde e soleggiate, e sai che probabilmente ne avrai almeno altre 25, che problema c'e' anche se per un anno o due devi fare a meno del sole (o dei negozi aperti fino alle 19.30, o della pizza al taglio - e quella di Mamma Roma non conta!)? Adesso che mi penso qui a tempo indeterminato, certe cose mi pesano un po' di piu'... Poi intendiamoci, su tutto il resto sono d'accordo con l'autore del blog, ma non credo che il messaggio del video possa essere condiviso solo dagli espatriati da poco.
Comunque, chissa' che prima o poi non ci si veda in giro per Bruxelles ;)
carrie
@andima
Beh anche le tue prime risposte non mi sono piaciute tanto onestamente - tipo Berlusconi che c'entrava? - poi il video, nella parte scritta metteva in mezzo spunti molto piu interessanti (e opinabili ovviamente) del "pane di plastica". Poi non ci vedo nulla di male se uno dice che il cibo fa schifo. Ognuno ha i suoi interessi e priorita, e magari per qualcuno potrebbe essere piu importante il cibo e il clima piuttosto che il lavoro. Che male c'e'?
Secondo me anche tu quando parli di questo argomento ti scaldi facilmente, ergo anche tu hai un latente conflitto non sanato.
Poi tu insisti dicendo che dopo il primo anno cambia tutto - come nel tuo caso. Ne conosco un sacco in ragazzi che sono fuori da +2anni e no... non stanno bene.
...ti abitui alla lamentela !
:)
@carrie
l'essere super felici all'inizio fa parte del classico culture shock, è la fase iniziale, la chiamano honeymoon phase (questa pagina di wikipedia e in generale l'argomento dovrebbero essere letta e riletta, a distanza di anni, da ogni emigrante). Hai ragione, ho sbagliato ad inquadrare il target solo sugli espatriati da poco, cadere in certi umori è qualcosa di ciclico o probabilmente senza una frequenza determinata, ma in base ad algoritmi personali, avvenimenti, casualità. In effetti, dopo questa intensa discussione, sto rivalutando un po' la mia opinione iniziale del video, che comunque non era super negativa, se si legge il post iniziale, ma che un po' è stata equivocata nei commenti, un po' mi son imputato io su alcuni punti nel mantenere la discussione, provocando anche un po'.
@Biagio
Aspetta, ma proprio nel post originale dicevo di non voler cercare il pelo nell'uovo, sul pane se ne è parlato per fare un esempio ma non è il centro del discorso! Ma il conflitto ce lo avrò sicuramente, certo, dopo 5 anni, è abbastanza domato e questo blog è anche una terapia personale per risolverlo, forse.
Sicuramente ci saranno ragazzi che anche dopo anni fuori si rivedono in queste immagini e in quel caso, esattamente, c'è qualcosa che non va, c'è un equilibrio non trovato, forse c'è ancora una patria da digerire o qualche superlativo da addolcire o, e qui ripeto sempre, lo so, o qualche compromesso che cambia peso sulla bilancia personale o all'improvviso lo si scopre con un peso sottovalutato al principio, capita sicuramente, e non voglio dire che la soluzione sia tornare in Italia, sempre e comunque. L'importante, il primo passo sicuramente, è identificare questi compromessi, senza lamenti, senza fuffa, identificarli e cercare di capirli per capire se stessi fuori e capire se vale la pena continuare.
un pò banale ma devo dire che mi ha commosso. sarà la lacrimuccia facile dell'emigrante??
Un minuto di vide, molto ben fatto.
Non entro in discussione su Italia si Italia no, ma il video è girato con un ottima regia e fa presa, certamente sui sentimenti, anche la voce ben impostata e lo sguardo in camera prima della dissolvenza.
9 allo script & idea
8 alla regia e all'edit
8 al profilo attoriale
Samo
Il video in sé non è male, anche se forse io l'ho visto sotto un'altra luce, pensando che alla fine io stessa mi abituerò a tutte queste mancanze ma non per forza per gli stessi motivi che il ragazzo propone nel video.
Io sono stata una ragazza molto fortunata, nata a Torino a settembre di quasi 26 anni fa e che raggiunti i 3 anni di vita è stata presa - per il lavoro del padre - e portata in Corea del Sud per 4 anni e dopo quello, per altri 4 anni in Iran.
Perciò forse per me sarà più facile perché nella parte della vita in cui un bambino cresce e conosce il mondo, io ho veramente conosciuto il mondo. Io ero quella che da bambina andava in vacanza in Italia per trovare i nonni e poi chiedeva ai genitori quando si tornava a "casa", che poteva essere Seoul o Teheran.
Ho visto i pro e contro di vari paesi. Non sento di avere radici qui e che potrei partire senza farmi troppi problemi perché la mia domanda è "perché sacrificare la mia vita e quella di chi verrà dopo di me per un paese che non vuole cambiare".. un paese in cui si è bravi solo ad abbaiare ma mai a mordere. Un paese in cui è più importante arrabbiarsi per una partita di calcio o perché quello è stato buttato fuori dal Grande Fratello che per altro. Io nel mio piccolo ho sempre cercato di migliorare quel paese, andando a manifestazioni, facendo le lezioni in piazza quando c'è stato il casino dell'università.. ma quando vedi che non succede niente perché il Governo non teme il popolo (e questo secondo me è il problema principale se non assoluto) allora pensi che alla fine tutto questo bel clima, la cultura, il cibo e via dicendo non ti aiuteranno in futuro a trovare un lavoro.
L'Italia è uno dei paesi più contorti che abbia mai visto - e lo dico io che ci sono nata.
Ognuno è padrone del proprio destino. Ma io che voglio vivere all'estero non vado a dire a chi resta "siete scemi.. siete pazzi". Non mi permetterei mai! Spero per loro che le cose vadano bene, come le spero per me, che sia in Italia o fuori. Io ho sempre sognato la mia vita fuori dall'Italia. Quando mi immaginavo a 25 anni speravo di essere fuori dall'Italia, ma questo fin da quando ero una bambina. Perciò la mia è proprio una scelta a priori. La fortuna vuole che ho una famiglia ed i più cari amici che sono come me :D i genitori li ho già a più d 1O.OOOkm di distanza, i miei cari amici sognano l'estero pure loro (uno è già partito i primi di Agosto e vive ad Avignone) perciò mi considero fortunata.
Vivete la vita che più desiderate.
@Alexia
Anonima coreana, sono d'accordo con te, specie sull'abbaiare e sul mordere. Brava !
@chechi
è ben fatto, per quello magari può commuovere, però, ripeto, su me non fa effetto e anzi, mi sembra di risentire le solite eco di lamenti, però ha un merito, secondo me, quello di descrivere bene un conflitto, un problema, che molti possono avere, come abbiamo già detto in questa bella discussione:)
@Samo
Sì ma qui non si parlava degli attori, della regia, etc.. :) si puntava un po' più il là il dito, sui contenuti, visto che se ne parla spesso qui. Per questo posso capire i due 8, ma il 9 no.
@Alexia
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Ecco "tutto questo bel clima, la cultura, il cibo e via dicendo non ti aiuteranno in futuro a trovare un lavoro.", lo hai riassunto in modo perfetto e c'è anche da sfatare un po' di "più" che ci portiamo dietro un po' per orgoglio, un po' per propaganda, un po' per ignoranzia. E di nuovo, hai ragione, nessuno è scemo o è pazzo, nel restare o nel partire, non ci sono né eroi né falliti, sono tutti compromessi e scelte personali, come già detto nei commenti precedenti. Anche perché la tua felicità è soprattutto dove vivi.
Scusate ma a me sembra che questo video si rivolga agli Italiani e ai Politici e amministratori non agli immigrati.Certo lasciare gli affetti che hai in Italia e andarsene dalla tua città che tu ami e odi allo stesso tempo non fa certo piacere. Poi è chiaro si va verso l'ignoto e il viaggio picaresco è bello, fa esperienza, però tu sei Italiano e da un certo tot di tempo appartieni a un certo tipo di cultura. Secondo me ogni Italiano laureato o specializzato che se ne va da qui è una grave perdita per il paese anche perchè noi non riusciamo ad attirare altrettante figure straniere nel nostro.
@Anonimo
Non solo secondo te, gli emigranti qualificati sono quantificati come una perdita economica, il famoso fenomeno del brain drain (tradotto e abusato in fuga dei cervelli, ecco da dove viene il termine) ed è un indice di perdita degli investimenti che lo Stato ha fatto su una certa fascia della popolazione fornendo accesso ad istruzione e strutture etc, che poi non ritorna come profitto indiretto se si emigra e si portano altrove quelle qualifiche. Questo in teoria. Nella pratica: se davvero offri determinati servizi (qui evito di parlare della qualità di quei servizi), devi anche preoccuparti del dopo, altrimenti è ovvio che una parte scappa. Questo nella pratica.
Però, però, il brain drain esiste in tutti i paesi del mondo, dove più dove meno, ed è fortissima anche in altri paesi europei (Irlanda, Francia, Spagna, Germania), dove però spesso c'è una brain gain, ovvero un richiamo di emigranti qualificati da altri paesi che bilanciano più o meno la perdita della propria brain drain. Ovviamente per questioni linguistiche, culturali ed economiche, l'Italia non ha una forte brain drain.
Ora, tutto questo pippone per cosa? Ecco, il fenomeno della brain drain è esteso a tanti altri paesi, è un fenomeno normale, è sempre esistito e sempre esisterà, certo in percentuali e periodi differenti, ma non è una novità. Gli autori del video se la sono studiata un po' la brain drain? Io penso di no. In più, nel 2012, è davvero tutta questa sofferenza viscerale il partire? Il vivere a 2 ore di volo da casa? A 80 Euro di biglietto aereo? Il vivere in un'altra cultura? E perché non si prova a conoscerla, quella cultura invece di piangere perché si è lontana dalla propria?
Dici che il video si rivolga ad italiani e politici, ma allora dovrebbe rivolgersi a mezza Europa visto che il fenomeno non è solo locale. Certo che si potrebbe marginare, certo che ci sarebbero tante cose da cambiare, da migliorare, ma trovo esagerato l'ammettere d'aver fallito così come trovo esagerata questa perdita d'identità, questo vittimismo e quest'umore di esiliato: non voglio dispregiare sentimenti altrui e capisco perfettamente il conflitto interiore, ma cerchiamo anche di apprezzare quello che abbiamo e quello che siamo (e quello che otteniamo all'estero).
Cerchero' di essere breve, con grande difficolta'.
Vivo all'estero da sei anni e mezzo, nella citta' in cui la commentatrice di prima ha fatto l'espereienza piu' orribile della sua vita (mamma mia).
Trovo simpatico l'elogio dell'Italia da parte dell'Anonimo/a, perche' mi sembra di risentire tante persone che adesso non vedo piu' (o perche' sono andate via o perche', per tanti motivi, tante amicizie finiscono anche se si vive nella stessa citta'); e' vero che l'Italia e' bella, chi lo negherebbe, ma no, NON E' il paese piu' bello del mondo.
E' vero che in Italia ci sono posti belli, anche in Cina ci sono, anche in Russia sicuramente ci sono (che e' grande un bel po' di piu'), e anche altrove. L'importante e' avere la mentalita' aperta per PERCEPIRE questi posti e queste bellezze. Molti si accostano a qualcosa di nuovo con la mentalita' del passato dicendo cose del tipo "si', questo e' bello, pero' certo in Italia bla bla bla". Ok, c'abbiamo il Colosseo, etc, pero' magari altre civilta', quando noi costruivamo il colosseo, erano pure piu' avanti.
Ma noi siamo, occidentalocentrici (si potra' dire?) prima (le civilta' asiatiche hanno una storia molto piu' lunga), eurocentrici dopo (specie se si tratta di parlare degli USA) e italocentrici quando si parla dell'europa e, insomma, non vi dico cosa succede quando siamo in Italia (Milano vs Palermo, etc).
Dire che l'Italia ha inventato la musica mi ricorda di aver sentito un'italiana qui a Dublino che piu' o meno aveva lo stesso atteggiamento dell'anonimo e che criticava quegli ignorantoni dei tedeschi (come si diceva uqalche commento fa), dicendo che sono degli ignoranti totali (i tedeschi...), e che, come diceva l'anonimo, gli italiani hanno fatto il massimo in musica classica e i tedeschi invece non avevano mai partorito neanche un compositore decente di musica classica. Qualcuno ebbe l'ardire di dire Mozart e lei corresse dicendo che Mozart era austriaco (cosa per altro vera).
Ma si possono dire certe baggianate (per non dire "cazzate"?). Esiste un mondo la' fuori, si', c'e' pure il pane di plastica, ma esistono tante altre cose da scoprire, solo che per vederle dobbiamo prima scendere dal nostro piedistallo (su cui stiamo perche' non vogliamo sporcarci i piedini) e venire in mezzo all'umanita', capire che magari Londra non e' solo il pane di plastica, che esistono delle cose belle anche li', che forse gli UK hanno pure qualche anno di storia, pure senza colosseo.
In poche parole, basta vivere nel PRESENTE, non nel passato. L'Italia e' il passato e piena di persone che vivono nel passato. Andiamo AVANTI (visto che il mondo c'e' gia' andato).
Anche la Grecia e' bellissima, la patria della democrazia, ha inventato la musica (Pitagora), etc etc. Poi, si sa, i cinesi, indiani, etc non suonano mica. Al massimo i bonghi; no scusa, quelli sono i negri, o i zulu', come li chiamiamo in Sicilia.
Cordialita'.
@Anonimo
ho un refuso, quando dicevo "Ovviamente per questioni.. " intendevo la brain gain non la drain, va beh, ma credo si capisse dal contesto, spero:)
@antonio
"Cerchero' di essere breve, con grande difficolta'." e infatti non ci sei riuscito :D
...non mi ci riconosco per un cazzo, ma il video e' bello!!! ...io penso di essermene andato si per i vantaggi dell'emigrazione!!! ...o meglio, per lo spirito d'avventura e le emozioni che solo un viaggio sa darmi!!! :) ...meno drammi, meno vittimismo e piu' responsabilita' sul come gestiamo la propria vita!!! Che poi secondo me, la vita stessa non e' altro che un viaggio... Tutto il mondo e' paese, il dove e il come e' relativo, la vera rivoluzione deve partire dentro di noi e non fuori...
Però ho l'impressione che molti di quelli che criticano stiano indirettamente cercando di giustificare e nobilitare il più possibile la scelta di rimanere all'estero.
E' vero il nostro è un paese con mille problemi ma qualche aspetto positivo ce l'ha sennò non si spiega perché in giro per il mondo si è creata anche una mitologia (positiva) rispetto all'Italia che sicuramente avrò una base reale.
Io un po' mi riconosco nel messaggio nel video, forse perché ho tentato di trasferirmi a Londra e dopo 8 mesi sono tornato sui miei passi perché se pur fra tante difficioltà ancora ci credo che il nostro paese possa diventare qualcosa di meglio e io voglio partecipare a quel percorso...
Scusate ma avete ascoltato quello che si dice nel video?
Si parla appunto di cose di a cui ci si abitua, quelle negative e quelle positive. Secondo me riassume bene il percorso di chi è partito perché se è vero che le prime settimane si sentono soprattutto le cose che mancano, come il cibo (che il pane a Londra sia pessimo è un dato di fatto)...man mano che rimani apprezzi (ti abitui) a quelle positive. Il video si chiude con la nostalgia che inevitabilmente di prende per il paese idealizzato, che forse cominci ad idealizzare, ma che non potrai mai dimenticare.
Forse i figli di papà dovrebbero riflettere prima di dire certe cavolate. Questo è un grande video che rispecchia gran parte della gioventù italiana che disoccupata o con l'ansia di arrivare prima degli altri non sa decidersi di lasciar le proprie radici. Esatto le radici di una generazione che è poco europea perché non educati a quel ambiente filo europeo che solo dal 2000 si va "creando" in Italia. Siamo nati uno stato xenofobo, colpa di una eredità che è difficile da abiurare. Questo dovrebbe essere il lavoro dei politici che ovviamente in Italia esistono solo per prenderci per i fondelli. Per far ciò, visto che non possiamo sterminarli, dobbiamo andarcene. Siamo costretti a trovar un altro posto. I popoli dell'est ci sono arrivati prima, ma questi sono stati costretti da necessità. Noi qui possiamo rimanere ma prima o poi diverremmo tutti schiavi di quelle lobby e multinazionali che saremmo prossimi a votare alle elezioni.
Tornato qualche ora fa da Madrid, scusate il ritardo per le risposte. Andiamo con ordine.
@Windman77
Il video è fatto sicuramente bene, ma qui se ne criticavano alcuni contenuti e tu, per esempio, ci ricordi una fascia di emigranti che sicuramente non si ritroverà nel video, quelli che partono senza rancore, che non si fissano in lamentele e che sono vitalizzati dallo spirito d'avventura. Certo, in un video non si può riassumere il sentimento di tutti gli italiani all'estero e anzi io lo sottolineavo, che questo video fa breccia in quelli a Londra, magari appena arrivati o arrivati da qualche mese, ma a molti altri fa storcere il naso, secondo me e qui ne abbiamo avute le conferme. Poi è ovvio che ci sono visioni differente, e qui ne abbiamo viste un po' a quanto pare;)
@Anonimo
Verbo sbagliato, secondo me. Perché "giustificare"? Perché "nobilitare"? Come se si dovesse insinuare un problema nascosto, una sofferenza mentita. Sembra così strano che si viva bene altrove e non si senta la mancanza del paese più bello del mondo? Sembra così assurdo che no, non manchi la patria e si trovi equilibrio altrove?
Ma sicuramente, come già scritto, il paese perfetto non esiste e l'Italia non è tutto merda e la tua scelta di tornare non è né migliore né peggiore di quella di altri di partire, di restare, di provare altrove. E' semplicemente la tua scelta. Se crediamo che la tua scelta sia l'unica giusta, allora a puttane il libero arbitrio, la diversità e l'Europa unita, no?
@Carlo
D'accordo in parte, ma sull'idealizzare ci andrei cauto, almeno nel generalizzare, un po' perché nell'era di Internet è difficile idealizzare, la realtà si legge in tempo reale sui giornali online, un po' perché proprio attraverso queste visioni mediatiche spesso si idealizza in modo negativo, etichettando il paese natio come merda e basta, purtroppo, perché poi ci si vanta tanto di vivere altrove, in un paese suppostamente più civile, e poi si cade in facili etichettature dettate sicuramente da rancori mai spenti. Ad ogni modo continuo a non essere d'accordo con il video, sul quel "fallimento" che va bene ci può stare ma si esagera, il brain drain è un fenomeno abbastanza globale, sì, lo so, son tanti i problemi in Italia, ma se ogni emigrante si deve sentire martire, esiliato, ricacciato, rinnegato, senza fondi, senza tutela, senza futuro e bla bla bla, secondo me più che fallire come Stato, abbiamo fallito come cultura.
@Sir Gawain
Premessa sbagliata. "figli di papà"? ahahahah, allora vediamo un po', da dove nasce questa premessa? Da quali basi? Critichiamo tanto (e a ragione) la nostra classe politica e poi ci comportiamo proprio come loro quando vanno ai soliti rumorosi talkshow all'italiana in cui si accusa, si fa leva su false ipotesi e tanta altra merda, invece di dialogare, di rispondere a domande o proporre soluzioni. Ecco, partire con "figli di papà" ti pone allo stesso livello e la cosa non mi sorprende: la classe politica, quella di merda, nasce dalla società in cui vive, da noi, e influenza la società che governa, noi. Tutto torna.
Bellissimo! Mi sono emozionata! Ho letto i commenti e penso che il video sia stato frainteso. Sono nata all'estero, in una famiglia di emigrati, emigrati felici, realizzati e appagati...eppure...qualcosa mancava. Erano stranieri, ovunque..stranieri all'estero e stranieri anche in 'patria'. E' chiaro che il pane di plastica del video è metaforico. I miei nonni non lasciavano mai l'Italia senza una pagnotta di pane. Io li prendevo simpaticamente in giro, ma ora ho capito...era la loro 'casa'. Ogni volta che lascio casa, ne porto un pezzo anch'io, eppure ho tanta rabbia verso questo paese e ne scappo volentieri. Non si sfugge, è e sarà la mia condizione, come quella dei miei genitori e come quella dei miei nonni: sarò sempre 'straniera', in casa e fuori.
@severina
me lo sono rivisto, dopo il tuo commento e dopo un po' di tempo. In effetti c'è una cosa sfuggita nella discussione che poi e' entrata in meandri intrigati e opinabili proprio perché spesso molto personali, e' che alla fine lascia il dubbio, il video finisce con un dubbio che ognuno risolve come vuole, nel restare o nel tornare, secondo quei compromessi di cui si parlava sopra. Questo guardando il video e ascoltando la voce.
Se poi si legge il testo e si ignora la voce, li' se ne può discutere un po' di più, perché li' non ci sono dubbi, sono parole chiare, anzi sono conclusioni, un po' provocazione magari, proprio per creare discussioni come queste.
andima, non sono affatto d'accordo con te, il video è brutto. :D
Posta un commento