Europa, marzo 2018

In Olanda un nuovo partito, il Forum per la democrazia, inizia a prendere piede - ma con numeri ancora bassi - sostenendo apertamente il Nexit (uscita dalla UE), rigettando l'etichetta di populista, richiamando l'attenzione dei giovani con strategie moderne di comunicazione sui social network, inneggiando a parlare per la gente e per una maggiore democrazia diretta (vi ricorda vagamente qualche altro partito?). Un po' white nationalist, un po' xenofobo (ma non come il PVV, partito di Geert Wilders, amico di Salvini), vedremo se in futuro varrà ancora la pena parlarne. Intanto, perde membri per mancanza di democrazia interna (pur chiamandosi Forum per la democrazia, pur inneggiando alla democrazia diretta, poi internamente tutt'altro, ancora vagamente ricordando qualche altro partito.. ). Principianti.

In Polonia il governo conservatore di (estrema) destra discute, con grande appoggio della chiesa, una legge che abolirebbe l'aborto nel 96% dei casi coperti finora: insomma ciao aborto, bentornato medioevo. Già ai ferri corti con la UE per un tentativo di riforma giudiziaria (che ne comprometterebbe fortemente la separazione dei poteri), e tentativi recenti di negoziare e forse resa, dopo l'altra contestata legge sull'olocausto, adesso ci prova con l'aborto, per non farsi mancare nulla e ricordarci com'è bella la destra conservatrice. Frettolosi.

In Austria fa discutere la decisione del nuovo governo di (estrema) destra di non far entrare in vigore il divieto di fumo in bar e ristoranti, di fatto ricordandoci che alcuni progressi che viviamo quotidianamente sono scontati altrove, anche in un paese all'etichetta civilissimo come l'Austria, paradiso dei fumatori però. Ma il governo di destra intanto fa cose molto più gravi, come l'intervento di forza nelle gerarchie dei suoi servizi segreti in cui scompaiono documenti sulla lotta interna all'estrema destra. Promettenti.

In Ungheria il governo di (estrema) destra continua la sua marcia inarrestabile verso la radicalizzazione mentre Orban incita la folla contro una presunta invasione pianificata del paese, contro la UE che vuole cambiare la popolazione dell'Ungheria, sacrificandone la cultura (sì, il primo ministro di un paese membro della UE usa queste parole in un discorso pubblico), contro i flussi migratori che sono guidati da una rete mondiale - un impero, dice - che gestisce media e organizzazioni per sopraffare la loro amata patria. Intanto il presunto rivale di Orban alle prossime elezioni, Jobbik, è un partito xenofobo, antisemita, neo-nazi, ma che - hey - ultimamente sta moderando i toni e quindi anche la sinistra potrebbe considerare un'alleanza nella speranza di sconfiggere l'attuale governo alle prossime elezioni, tra un mese. Festaioli.

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