Estetismi metropolitani

Bella la metro, quando entra la ragazza curate e disinvolta e passando a pochi centimetri lascia sul tuo naso una dolce scia di profumo e leggerezza. Brutta la metro, quando entra il signore barbuto e passando a pochi centimetri lascia sul tuo naso odori forti di strada e vagabondaggi. Bella la metro, quando il ragazzino si nasconde dietro le gambe del padre e ti fa un sorriso, una smorfia, e tutto intorno illumina contagioso. Brutta la metro, quando il ragazzino porge il bicchiere in cerca di qualche spicciolo e ripete parole memorizzate, litanie, e tutto intorno per un attimo gela silenzioso. Bella la metro, quando ti siedi senza troppa confusione e di fronte a te c'è il signore distinto che legge un libro, dai sempre una sbirciata al titolo come fosse la sua presentazione agli altri e quasi lo invidi in quella sua immersione alienante. Brutta la metro, quando rimani in piedi tra gambe e braccia e davanti a te c'è il ragazzo che ascolta musica dal cellulare, obbligando tutti intorno a quel rumore di ferraglia e grida, forte del suo fare da duro e lo sguardo minaccioso. Bella la metro, quando il vagone mezzo vuoto ti lascia spazio per pensare, ti rivedi nel riflesso del finestrino e viaggia su sfondi in continuo movimento la tua immagine opaca, appena autografata da graffi e aloni sul vetro, da graffiti e percorsi sullo sfondo. Brutta la metro, quando il vagone pieno oltre ogni prevista capacità sembra un treno di deportati pronti ad essere vomitati alla prossima fermata, mentre devi far attenzione allo zaino e le tasche del cappotto, nel dubbio di uno scippo da evitare. Bella la metro, quando il giovane lascia il posto alla signora anziana mentre alla fermata la gente aspetta che scendi prima di entrar nel vagone e c'è il tempo anche per scegliere, scale mobili o scalata energetica, in base agli umori masticati, le forze riciclate. Brutta la metro, quando il giovane seduto ignora anche la signora incinta, mentre alla fermata c'è la calca per entrare prima ancora che qualcuno abbia provato ad uscire e ci si ritrova in una partita di rugby per arrivare alle scale e riemergere sopravvissuti. Bella la metro, perché è bella e brutta allo stesso tempo, è uno spaccato di vita quotidiana della società trasversalmente rappresentata, in un mosaico di parvenze, di letture e maschere amare. Brutta la metro, sarebbe ancora più brutta senza quella diversità accentuata, quegli scontri d'odori ed umori, quei contrasti di serenate e rumori, per addolcire un ritorno solitario a casa o risvegliare sdegni assopiti e timori dimagriti, nel disincanto di una città da decifrare o nel sorriso di scoperte accumulate. Bella e brutta, la metro, per fortuna.

4 commenti:

pedro ha detto...

a me ha fatto ridere la metro di bruxelles (o forse era la 'pre' metro, non so).
alla fermata in cui dovevo scendere, si sono aperte due porte, ero tra i miei pensieri e sono sceso a quella di sinistra (c'era meno gente).
Ecco mi sono ritrovato impossibilitato ad uscire dalla stazione, ho dovuto aspettare il treno successivo, entrare ed uscire... :)
Una 'avventura' che non mi era mai capitata.

andima ha detto...

ahahaha bellissima questa, non mi e' mai capitato ma non nego che possa succedere, in fondo questa e' la citta' del surrealismo;)

Anonimo ha detto...

ho vissuto anch'io a Bruxelles e mi ricordo che la metro non era affatto male. Anche se era strapiena passava così spesso che si poteva aspettare il treno successivo e quando era affollatissima erano comunque tutti molto gentili. Qui in Italia invece prendere il treno è una battaglia, gomitate, spintoni sono all'ordine del giorno
Ciao, Alessia

andima ha detto...

@Alessia
sì, ovviamente dipende dagli orari, intorno alle 8:30 e alle 17:00 è sempre strapiena, orari d'uffici si sa, poi diminuiscono le persone così come le frequenze ed è in quegli intervalli che meglio si apprezzano i quadri che la metro offre.