Poi d'un tratto, mentre ti avvii verso la metro, incroci un tipo dall'aspetto magrebino che sputa a terra come d'abitudine e poi improvvisamente, Pluff! Scompare, in una nube di fumo grigiastro, uno stridulo di porta arrugginita e niente, al suo posto gli ultimi vapori di quella nebbia misteriosa. Pluff. E niente più. Ma non ci credi, forse ancora in sogno, magari ancora con la testa in qualche percorso onirico e irreale, continui la tua marcia verso la metro obbligatoria. Ti avvii a passi veloci, quando una macchina di quelle con lo stereo altissimo di qualche marocchino irrispettoso passa veloce rasente il marciapiedi, quando il tipo al volante di colpo pluff! E la macchina si schianta dopo la curva, vuota. La gente accorre ma tu non hai tempo per capire e continui un po' turbato. Ma proprio nei pressi della fermata Schuman, lì ai piedi del bruttissimo palazzone della Commissione Europea, ecco che ancora gli impiegati portoghesi, bulgari e tedeschi, pieni di scartoffie e incravattati nel respiro, di colpo pluff! e pluff! e Pluff! vedi nuvolette in giro e poi solo aria, come uno strano fenomeno meteorologico, un comparire di fumo e uno scomparire di persone. Non capisco - pensi - che succede questa mattina? Ti avvi alla metro ma la metro è lì ferma, perché anche il pilota tunisino, Pluff!, scomparso, ed i tizi dietro lo sportello dei biglietti, quelli algerini, Pluff!, Pluff! Allora torni indietro, cerchi un taxi ma Pluff!, Pluff!, Pluff! Quanti taxi parcheggiati e vuoti! Altri in giro ma già pieni e troppo lunga la fila per il prossimo. Allora prendi la bici, di quelle cittadine, e ti avvi nella corsa verso l'ufficio, perché l'orologio già inizia a stressare di ritardo.
Arrivi sudato, un po' straniato per quella nebbia innaturale e un po' distratto dalla fretta del lavoro, ma proprio in ufficio ecco che il manager francese, Pluff! Non c'è più, ed il collega cinese, Pluff! Scompare proprio davanti a te. Apri la porta e vedi le signore della pulizia, quelle dai lineamenti sudamericani, Pluff!, Pluff!, Pluff!, e al pavimento solo stracci ed il carrello delle scope. Ma che succede? Allora è vero? Niente più immigrati di colpo qui a Bruxelles?
Torni al piano terra, prendi la bici, corri verso casa, ma la casa è del proprietario irlandese ed ecco che Pluff! Tutto l'edificio scompare, proprio mentre il signore polacco era arrivato per riparare la caldaia, ma poi anche lui, pluff! Allora corri al mercato, quello della piazzola che ogni venerdì popola di sorrisi ed allegria, ed ecco il signor Tony, al furgone italiano, dove compri sempre la ricotta, ecco che Pluff! E niente più, e i signori dalle lingue arabe dove compri chili di frutta d'ogni tipo ecco che Pluff! Pluff! e pluff! E la signora Pouy, quella dove ogni tanto ti fermi per una cena tailandese, ecco che pluff! Anche lei, all'improvviso, senza preavviso. Ti volti sconvolto, col viso impallidito, ma poi ti rallegri, perché ecco che all'angolo arriva come luce la tua ragazza in cerca di aiuto, ma poi ci pensi, no! Lei è spagnola, inizi a gridare, ma ecco che pluff! Cazzo, ma che succede? Adesso dov'è? E fermi tutti! Ma allora... un momento, ma anche io sono immigrato, un italiano qui a Bruxelles, ma allora che significa? Pluff!
Cartello affisso durante la notte bianca di qualche settimana fa qui a Bruxelles, recita "Cosa sarebbe il mondo senza la presenza degli altri?". Foto scattata qui. |
4 commenti:
Che bel racconto.
andimaaaaaa!
dove sei andato a finireeeeeee!!???
;)
tutti scomparsi, solo per vedere di nascosto l'effetto che fa;)
bella :-)
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